Il mondo là fuori

Data :22 Gennaio 2022
Commenti: (2)

È fuori di sé!… Eppure sa benissimo quello che dice, sa benissimo quello che sta per fare. Accade così ogni volta che la Parola si incarna in un segno, in un gesto, in una vicinanza. Sapeva perfino cosa c’è nel cuore dell’uomo, espressione adorabile di quella conoscenza di sé e dei propri simili. 

«I suoi» – i suoi familiari, i suoi compaesani si suppone, quelli che per presupposto pensiamo conoscano meglio – lo reputano pazzo, fuori di sé. Eppure – senza addentrarci troppo in questioni filosofiche o psicanalitiche – quell’essere fuori di sé sarebbe proprio la condizione dalla quale guardarsi per essere ciò che non siamo. Esempio: noi non siamo animali. Ma occorre uscire da sé per guardarsi come da un punto d’osservazione esterno e comprendere la differenza tra essere animale e essere umano. 

A pensarci bene, tutti i più grandi maestri sono «fuori di sé». Questo spostamento – che potremmo anche chiamare «decentramento» – è un insegnamento magistrale. Occorre uscire da sé per avere un altro sguardo, un’altra prospettiva, un’altra ipotesi. Il mondo là fuori lo attirava, ma per starci occorre davvero conoscersi. È fuori di sé perché Egli non è solo pensiero, ipotesi o sospetto. Egli è Parola pronunciata, uscita dalla bocca del Padre. E ciò che è detto rimane per sempre fuori di sé, in balia delle reazioni altrui, in balia della comprensione di ciò che s’è detto. 

Di fatto – dal momento che siamo al mondo – non possiamo ritirarci in un interno di cui essere signori e padroni. Le cose, i fatti, le persone fuori di noi, ci raggiungeranno comunque… come fanno i pensieri – buoni o cattivi che siano – a proposito di qualcosa, a proposito di questo o di quello.

Essere fuori di sé significa – nel nostro modo di dire – aver come superato dei confini di decenza perché noi riteniamo decente solo ciò che non sconfina, non deborda, non esubera, e pertanto risulta sotto controllo. Gesù è esattamente l’amore di Dio che sconfina. Egli viene incontro all’uomo per liberarlo da confinamenti e da paure. Perché Egli sa che è impossibile tracciare confini tra saperi. Coloro che sanno mettersi nei panni degli altri sono sempre fuori di sé… ma è proprio questa postura che sblocca da luoghi comuni, da comportamenti giudicati corretti solo perché adottati in modo inconsapevole – a volte semplicemente più accomodante – dai più. Mettersi nei panni altrui, uscire dunque da sé, è l’atteggiamento più umano di Dio.

Questo essere fuori di sé «è un perpetuo principio d’inquietudine, di problematizzazione, di critica e di contestazione», una metodica dello spaesamento, una poetica dello sguardo da lontano. 

Manda i raggi della tua luce
sulla soglia della mia casa.
Fa’ tua questa mia casa
ed accendivi la tua lampada.

Dal Vangelo secondo Marco (3,20-21)

In quel tempo, Gesù entrò in una casa e di nuovo si radunò una folla, tanto che non potevano neppure mangiare.
Allora i suoi, sentito questo, uscirono per andare a prenderlo; dicevano infatti: «È fuori di sé».

Dove andare lontano dal tuo spirito,
dove fuggire dalla tua presenza?
Se salgo in cielo, là tu sei,
se scendo negli inferi, eccoti.
Se prendo le ali dell’aurora
per abitare all’estremità del mare,
anche là mi guida la tua mano
e mi afferra la tua destra.
Se dico: «Almeno l’oscurità mi copra
e intorno a me sia la notte»;
nemmeno le tenebre per te sono oscure,
e la notte è chiara come il giorno;
per te le tenebre sono come luce.

(dal salmo 138, 7-12)


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Piccoli Pensieri (2)

Arianna

Sarà che ieri ho dato un esame di letteratura incentrato sull’analisi dei testi (poetico e narrativo), ma oggi a rileggere questo brano mi si è come accesa una lampadina: il punto di vista!
Anche questo, come tutti i testi narrativi, è una “macchina pigra” (diceva Eco), ovvero necessita del coinvolgimento del lettore per attivarsi. E il lettore ci mette del suo: la sua esperienza, le sue emozioni… E anche il suo punto di vista! Ecco allora che io -come molti credo- a leggere questo passo mi sono immaginata un Gesú preso dal nervosismo che “da fuori di matto” magari gridando “Ma lasciatemi almeno mangiare!” e gli apostoli in corsa a soccorrerlo… E se non fosse andata così?
E se magari gli apostoli che, aspettandosi che lui respingesse da sè queste ulteriori ondate di bisognosi, si fossero trovati loro stessi esterefatti nel notare che, lungi dal mandarli a quel paese, li accoglieva ancora senza respingerli, senza opporsi, e perciò fosse stato preso per “fuori di sé”? In fin dei conti non è che fosse andata poi molto diversamente con la vicenda dei pani e dei pesci. Per carità: come sia andata davvero a noi non è dato sapere, ma credo sia bello, ed utile, sforzarci talvolta di pensare alla possibilità di altre letture, di altri punti di vista, anche di ciò che diamo per assodato, perché è così che si vivifica.

23 Gennaio 2022
Sr.Regina

Fuori di sé…. Gesù è sempre Colui che deborda dalla normalità vedi la moltiplicazione dei pani…ne avanzò in abbondanza… A colui che ha sarà dato in abbondanza….Avrà cento volte tanto…ecc.Il nostro Maestro esce dai confini ristretti delle nostre misure per dirci quanto è grande il suo Amore per tutti…allora ci dice …va e anche tu fa lo stesso….

22 Gennaio 2022

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