La mano del Signore era con lui

Data :23 Giugno 2022
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(messa della vigilia Ger 1,4-10 / Sal 70 / 1Pt 1,8-12 / Lc 1,5-17)
messa del giorno Is 49,1-6 / Sal 138 / At 13,22-26 / Lc 1,57-66.80)

Tanto è grande la considerazione che abbiamo di Giovanni Battista che in questo giorno ne celebriamo il suo natale e per di più in due celebrazioni ben distinte, una della vigilia (ieri sera) e una nel giorno stesso. Quest’anno, per questioni di calendario e di precedenze liturgiche, la solennità della nascita di Giovanni Battista è anticipata di un giorno perché domani, 24 giugno, sarà la solennità del Sacro Cuore di Gesù che ricorre sempre il venerdì seguente la solennità del Corpus Domini. Ecco spiegato semplicemente l’enigma di questo singolare anticipo nell’anno 2022. 

[…] Concedi alla tua Chiesa la gioia dello Spirito,
e guida tutti i credenti sulla via della salvezza e della pace.
Amen.

(dalla liturgia odierna)

Dal Vangelo secondo Luca (1,57-66.80)

Per Elisabetta si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva manifestato in lei la sua grande misericordia, e si rallegravano con lei.
Otto giorni dopo vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo con il nome di suo padre, Zaccarìa. Ma sua madre intervenne: «No, si chiamerà Giovanni». Le dissero: «Non c’è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome».
Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. Egli chiese una tavoletta e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati. All’istante si aprirono la sua bocca e la sua lingua, e parlava benedicendo Dio.
Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose. Tutti coloro che le udivano, le custodivano in cuor loro, dicendo: «Che sarà mai questo bambino?». E davvero la mano del Signore era con lui.
Il bambino cresceva e si fortificava nello spirito. Visse in regioni deserte fino al giorno della sua manifestazione a Israele.

Sappiamo bene che l’annuncio del Vangelo scaturisce dalla tomba vuota di Gesù, ma aprendo il libro scritto da Luca ci sorprendono sempre questi due racconti di annunciazioni e nascite che si alternano e si intrecciano, proprio a sottolineare il legame strettissimo tra la vicenda di Giovanni Battista e Gesù. Le madri, due cugine, sono unite da un legame di sangue ma il loro incontro che precede le nascite è già frutto dello Spirito.  

Per Elisabetta si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. L’espressione «dare alla luce» per dire d’una nascita esercita su di me, ogni volta, un fascino incredibile. Dare alla luce significa esporsi favorevolmente alla Vita. Dio è luce e in lui non c’è tenebra alcuna. (1 Gv 1,5). Venire alla Luce non è dunque soltanto nascere da un grembo materno, ma un’operazione quotidiana per sfuggire al potere delle tenebre, del male e della morte. Ogni giorno c’è per noi questa vocazione alla Luce. Se nascita è inizio di vita terrena, venire alla Luce è già compimento. 

Il padre di Giovanni, Zaccaria, offre – in un certo senso – se stesso. Il suo mutismo – come già detto altre volte – è prova di quanto la religione seppur strutturata in celebrazioni e cerimonie, possa non aver molto da dire quando non è reale ascolto della Parola che Dio manda a noi. E Dio scioglie la lingua quando tutto ha il sapore di una conversione che è sempre credere alla Parola. Quel nome dato al figlio – Giovanni – rompe nettamente con la tradizione, con le usanze tipiche del tempo. Le dissero: «Non c’è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome». Credere al Vangelo ha dunque il sapore della novità e Dio è ora da credere come Colui che fa nuove tutte le cose.

Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose. Se ci fosse più chiaro che sono le buone notizie a generare il timore di Dio si potrebbe discorrere ancora a lungo delle meraviglie operate da Dio in mezzo a noi! E per giunta confondiamo ancora troppo spesso il timore con la paura. Tutti coloro che le udivano, le custodivano in cuor loro, dicendo: «Che sarà mai questo bambino?». E davvero la mano del Signore era con lui. Ci sono domande che non fanno paura, che non hanno nulla a che vedere con il dubbio. Ci sono domande che hanno il sapore della pazienza e dell’attesa. «Che sarà mai questo bambino?» è domanda che invita ciascuno a non sentirsi padrone del suo destino, del suo futuro. Se poi, come dice il Vangelo, la mano del Signore era con lui, occorre davvero fare un passo indietro in questa specie di delirio di onnipotenza dell’uomo contemporaneo e lasciare che anche il Signore possa guidare i nostri passi spesso vacillanti e incerti.

Signore, Tu che presiedi a tutte le nascite,
fa’ che ogni vita sia sempre
salutata dal canto;
e che ognuno ti possa servire
senza timore in santità e giustizia
aprendoti la strada
per la tua incessante venuta.
Neppure noi siamo
ciò che il nostro nome significa,
e di Te non possiamo certo dirci
degni di sciogliere i legacci dei calzari:
ma che almeno possiamo dirci voce
che grida nei deserti che Tu sei venuto
e che continui a venire, Signore.
Amen.

(David Maria Turoldo)

Bartolomeo Schedoni, San Giovanni Battista con in braccio l’agnello, che indica un cartiglio sorretto da un bambino, primi anni del ‘600, Galleria Nazionale

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Piccoli Pensieri (4)

Savina

Seguire il Vangelo e tutte le Scritture accompagnati da chi ci fa esercitare sulla “comprensione” del testo come fanno gli insegnanti con i loro alunni e studenti, mi dà un senso di pace.
In generale capire un testo è molto importante, ma con la Parola la comprensione non è affatto sufficiente.
La Parola ha necessità di essere masticata come un cibo, che alla fine ti entra nel cuore.
Ecco spiegato il mutismo di Zaccaria, la fede di Elisabetta, il sì di Maria e la vita di Giovanni Battista, tutti hanno accolto le “meraviglie” operate da Dio nella loro vita.
Senza contare tutte le Parole dette da Gesù…
Continuo ad accorgermi, guidata come ho detto da questo esercizio di comprensione, che il linguaggio di Gesù è fatto di parole semplici, esempi presi dalla normale vita di tutti i giorni, dalla natura che lo circonda e… ti accorgi che sotto c’è un messaggio profondissimo ma comprensibile a tutti.
E, se lo comprendi, non puoi ignorarlo, se non lo ignori lo fai tuo cercando di imitare le sue azioni.
Con tanta fatica e fragilità…
Zaccaria ed Elisabetta, pur con difficoltà, hanno avuto il coraggio di accettare quello che di Nuovo, ma nel rispetto dell’Antico, Dio ha offerto a loro.
Coraggio di comprendere, coraggio di accogliere, coraggio della sequela…
Dunque grazie a sacerdoti come don Stefano, don Tarantini, padre Turoldo, don Tonino Bello e tanti altri che masticano la Parola per noi e ce la restituiscono pronta per essere ben assimilata.
Ma lasciatemi ringraziare anche Gesù, che ha tracciato una strada ben precisa nel modo di comunicare!
(spero non essere stata irriverente)

23 Giugno 2022
Cinzia

NATIVITA’ DI SAN GIOVANNI BATTISTA
I Lettura Is 49,1-6
“Ti renderò luce delle nazioni”
Salmo (Sal 138)
Io ti rendo grazie: hai fatto di me una meraviglia stupenda.
II Lettura At 13,22-26
“Giovanni aveva preparato la venuta di Cristo.”
Vangelo Lc 1,57-66.80
Per Elisabetta si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio…Giovanni è il suo nome.”
Luce da Luce
Luce è vocazione stupore cammino rivelazione nascita svelamento
Luce è missione esplosione misericordia…✨✨✨

23 Giugno 2022

Questa lettura in questa specifica giornata è resa ancora più speciale dalla notizia, ricevuta da poco, della nascita del figlio di una carissima amica. Bambino molto cercato e desiderato, per il quale i genitori si erano spesi anche per indagare la propria fertilità, e poi è venuto da sè!
In questo caso non di chiama Giovanni ma Dante, ma Giovanni è il nome del suo papà, e questa ricorrenza mi pare un ulteriore dono per questa bella neo-famigliola!

23 Giugno 2022
Pat

Spessissimo mi chiedo che sarà di me. Conduco una vita tranquilla e di soddisfazione. Ho al mio fianco qualcuno che mi ama e che amo. Sembra che non ci siano problemi o preoccupazioni particolare, e mi chiedo se davvero sono cristiana e se davvero traspare, non nelle parole ma nelle opere, il mio credere. “Sia fatta la tua volontà”, ma fino ad orami sembra che non sia stato complicato. Sì, ho avuto momenti difficili, ma mi sembrano passati da tanto… Poi questa frase “lasciare che anche il Signore possa guidare i nostri passi spesso vacillanti e incerti”. E allora mi affido a lui. Cerco di riconoscerlo in chi mi avvicina, e non sempre riesco. Oh, i miei passi vacillanti e incerti! Lo benedico per tutta la bellezza che ha disseminato nella mia vita, poi… tremo al pensiero di quello che potrà chiedermi,poi mi abbandono nelle Sue braccia. Che sarà mai di me Signore? Mi fido di te

23 Giugno 2022

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