Daremo compimento a ciò che è scritto?

Data :25 Novembre 2021
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Se a Gerusalemme ci sei stato, non puoi dimenticartene. Non così facilmente. Ti porterai addosso il suo ricordo, il suo nome. Perfino la sua contraddizione: città della pace e mai così contesa, perfino a motivo delle religioni che in essa convivono. Gerusalemme è un segno, un simbolo e una cassa di risonanza di avvenimenti mondiali. Ben più di una volta nella sua storia la si è vista circondata e posta sotto assedio da eserciti. Le parole profetiche di Gesù sembrano così avverarsi alla lettera, a più riprese e senza interruzione nel corso della storia. 

A leggere di Gerusalemme, come accade oggi nel Vangelo, mi tornano sempre alla mente le parole di Donatella Lessio, suora italiana al Charitas Baby Hospital di Betlemme. Le riporto volentieri:

Gerusalemme è lo spaccato dell’umanità! In essa tutti possiamo ritrovarci e tutti possiamo sentirci bene, con i nostri sogni e con le nostre contraddizioni, con la nostra voglia di bene e quella di male; con il desiderio di un respiro ampio e la realtà dal fiato corto!
Gerusalemme è noi! E noi siamo Gerusalemme! Gerusalemme è la verità degli opposti, come lo siamo noi! L’unità e la frammentarietà, l’apertura e la chiusura; il dialogo e il silenzio; la pace e la guerra; il bene e il male; il divino e l’umano; la morte e la vita!
Tutti ci ritroviamo in Gerusalemme e tutto di noi si ritrova in essa!
Gerusalemme attrae e respinge! Ti accarezza e ti pugnala! Ti sorride e ti fa lo sberleffò! E tu ti senti a casa, perché anche tu sei così.
Le sue massicce mura di cinta te le ritrovi nel tuo cuore quando non dai spazio all’altro e non lo accetti così com’è! Il luogo della condanna lo abiti quando etichetti qualcuno che ti disturba. La via crucis la percorri nelle fatiche e sofferenze quotidiane che ti trovi a vivere. Nel calvario ci stai perché la malattia tua o quella di un tuo parente o amico ha bussato alla porta. La tomba vuota la vedi quando fai l’esperienza della gioia profonda che ogni tanto la vita ti dona.
Non c’è luogo in Gerusalemme dove ti senti straniero! E Gerusalemme ti dona sempre qualcosa a patto che… tu viva in profondità la tua umanità! 
(
tratto da: A. Gualazzi, R. Tiraboschi, T. Tiraboschi, Gerusalemme, Oltre edizioni, 2013)

Avendo fede nella Parola di Dio, Parola diventata Libro e Legge, non potevano che sperare e attendere il compimento di quanto si leggeva in essa. E anche Gesù, da buon ebreo, disse: affinché tutto ciò che è stato scritto si compia. Nella vita terrena di Gesù di Nazareth ci furono alcuni momenti esatti e puntuali in cui la parola «compimento» risuonò davvero come una parola da lui vissuta pienamente. Ne ricordo almeno due: quando nella sinagoga di Nazareth Gesù si trovo dinanzi un passo del profeta Isaia, disse apertamente che da quel giorno e per tutti gli «oggi» da vivere, quella parola si sarebbe compiuta perché Lui lo avrebbe fatto. (Lc 4, 14-21) Infine, dalla croce udimmo la parola che attestava la sua fine e il compimento. «È compiuto» disse prima di consegnare lo Spirito.

Il compimento non è nelle devastazioni, nelle vendette ottenute, nell’ira sfogata. Il compimento non riposa nemmeno nell’avverarsi di nefaste profezie, ma nello scegliere liberamente di vivere i consigli che il Vangelo propone a chi lo medita, non solo per qualsiasi tempo o in qualsiasi occasione, ma proprio quando tutto sembra devastazione e sfacelo, quando addirittura si potrebbe morire per paura di cose che potrebbero ancora accadere. Sceglieremo dunque di risollevarci e di alzare il capo, proprio come ci è chiesto oggi? È una disposizione d’animo, una postura spirituale che però influirà pure sul corpo, su come cammineremo, su come ci muoveremo in casa e fuori. Bene! Se così fosse, stiamo continuando a dare compimento alla Parola. Per ogni oggi da vivere. 

Spirito di Dio,
vieni ad aprire sull’infinito
le porte del nostro spirito e del nostro cuore.
Aprile definitivamente
e non permettere che noi tentiamo di richiuderle.
Aprile al mistero di Dio
e all’immensità dell’universo.

(Jean Galot)

Dal Vangelo secondo Luca (21,20-28)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Quando vedrete Gerusalemme circondata da eserciti, allora sappiate che la sua devastazione è vicina. Allora coloro che si trovano nella Giudea fuggano verso i monti, coloro che sono dentro la città se ne allontanino, e quelli che stanno in campagna non tornino in città; quelli infatti saranno giorni di vendetta, affinché tutto ciò che è stato scritto si compia. In quei giorni guai alle donne che sono incinte e a quelle che allattano, perché vi sarà grande calamità nel paese e ira contro questo popolo. Cadranno a fil di spada e saranno condotti prigionieri in tutte le nazioni; Gerusalemme sarà calpestata dai pagani finché i tempi dei pagani non siano compiuti.
Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con grande potenza e gloria. Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina».

Non tornerai Tu a ridarci la vita,
perché in te gioisca il tuo popolo?
Mostraci, Signore, la tua misericordia
e donaci la tua salvezza.
Ascolterò che cosa dice Dio, il Signore:
egli annuncia la pace
per il suo popolo, per i suoi fedeli,
per chi ritorna a lui con fiducia.
Sì, la sua salvezza è vicina a chi lo teme,
perché la sua gloria abiti la nostra terra.
Amore e verità s’incontreranno,
giustizia e pace si baceranno.
Verità germoglierà dalla terra
e giustizia si affaccerà dal cielo.
Certo, il Signore donerà il suo bene
e la nostra terra darà il suo frutto;
giustizia camminerà davanti a lui:
i suoi passi tracceranno il cammino.

(dal salmo 85)


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Piccoli Pensieri (1)

Dania

Quante cose ti fa vivere, provare e ricordare Gerusalemme se hai avuto la grazia di andarci. Poterlo fare nel 2019 con ciò che è accaduto nel 2020 e che ci troviamo ancora tutti un po’ a vivere rappresenta proprio questo, una grazia ed un dono dal valore inestimabile, economicamente non quantificabile. Un motivo in più per cui sempre rendere grazie.
E lì ho meglio compreso che se compimento ci dev’essere per ognuno di noi, così come fu per Gesù, non può che essere nell’amore. Se avremo al centro del nostro cuore Lui, se desidereremo sempre nutrirci della Sua Parola e alla Sua mensa non potremo che provare a vivere e fare tutto soltanto per amore, per diventare sempre più amore… Allora potremo sentire che la liberazione (da ogni male) sarà vicina, perché Qualcuno avrà concesso “la pace ai nostri giorni” e vivremo in quella dolce “attesa, che si compia la beata speranza e venga il nostro Salvatore Gesù Cristo”.

“Donaci Signore di meditare e vivere ogni giorno la Tua Parola, sull’esempio di Maria, grembo di profezia realizzata, per essere TESTIMONI del progetto di amore svelato dal Tuo Figlio Gesù”. (Dalla preghiera per la giornata missionaria mondiale).

25 Novembre 2021

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