Dalla cenere, il dono di un nuovo inizio

mercoledì delle ceneri

(Gl 2,12-18 / Sal 50 / 2Cor 5,20-6,2 / Mt 6,1-6.16-18)

Ritornate a me con tutto il cuore,
con digiuni, con pianti e lamenti.
Laceratevi il cuore e non le vesti,
ritornate al Signore, vostro Dio,
perché egli è misericordioso e pietoso,
lento all’ira, di grande amore,
pronto a ravvedersi riguardo al male.
(Gioele 2,12-13)

 

Ancora oggi l’uomo finisce spesso per stracciarci le vesti e gridare allo scandalo di fronte a qualsiasi forma di male. A che serve? A nulla dice il profeta Gioele aprendo solennemente questo tempo di Quaresima. È il cuore che deve lacerarsi perché sia Dio stesso a donarci un cuore nuovo, a mettere in noi uno Spirito nuovo – il suo – che ci permetterà di ascoltare la Parola e sarà questa stessa parola contenuta nelle Scritture ad aiutarci, a convincerci e e a raccontarci dell’amore misericordioso di Dio. 

Ogni volta che il mondo sembra giungere alla fine, ogni volta che l’uomo smarrisce il suo fine, ogni volta che ci troviamo davanti ad un pugno di cenere – emblema della consumazione o della rovina – stupisce sempre questa grazia di un nuovo inizio. 

«Dio non appartiene più alla realtà del tempo presente. Non solo le scienze della natura non ne hanno bisogno per spiegare l’origine e l’evoluzione del mondo; empiricamente, la maggior parte dei contemporanei conduce la propria vita senza alcun riferimento a Dio. E nella nostra civiltà dove tutto sembra fattibile, non c’è posto per Dio. […]
La questione è semplice e complessa allo stesso tempo. Complessa a causa del peso della storia, delle opposte ideologie che si sono confrontate, delle esperienze personali degli uni e degli altri e della loro diversa e opposta comprensione.
Semplice in quanto non parliamo di Dio ma a Lui, a partire da ciò che di Lui abbiamo sperimentato e riflettuto a partire dall’esperienza vissuta. Questa esperienza – per come la si chiama nella tradizione della fede – può essere di riconoscenza, di adorazione e di rendimento di grazie. Può tuttavia anche essere esperienza di appello, di grido, di quella che si chiama invocazione e supplica: in entrambi i casi si parla a Dio. Si parla bene di Dio solo parlando a Lui».

Dal Vangelo secondo Matteo
(6,1-6.16-18)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «State attenti a non praticare la vostra giustizia davanti agli uomini per essere ammirati da loro, altrimenti non c’è ricompensa per voi presso il Padre vostro che è nei cieli.
Dunque, quando fai l’elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipòcriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere lodati dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, mentre tu fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.
E quando pregate, non siate simili agli ipòcriti che, nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, amano pregare stando ritti, per essere visti dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.
E quando digiunate, non diventate malinconici come gli ipòcriti, che assumono un’aria disfatta per far vedere agli altri che digiunano. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu digiuni, profùmati la testa e làvati il volto, perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà».

O Dio, che hai pietà di chi si pente
e doni la tua pace a chi si converte,
ascolta con paterna bontà
le preghiere del tuo popolo
e benedici questi tuoi figli
che riceveranno l’austero simbolo delle ceneri,
perché, attraverso l’itinerario spirituale della Quaresima,
giungano completamente rinnovati
a celebrare la Pasqua del tuo Figlio.
Egli vive e regna nei secoli dei secoli.
Amen.


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Piccoli Pensieri (4)

Rosi

“Dio non appartiene più alla realtà del tempo presente”. E nella nostra civiltà dove tutto sembra fattibile, non c`è posto per Dio.
In questo inizio di cammino quaresimale e di conversione, vorrei ricordare anche questa espressione di non so quale liturgia orientale, ma di recente ascolto per me, che rappresenta la cenere come espressione dei nostri peccati: “se Dio li soffia, sono più leggeri dinanzi alla sua Misericordia.” È solo consolazione?
Buon cammino quaresimale.

23 Febbraio 2023
Savina

C’è un filo conduttore in queste ultime tre riflessioni ed è il rapporto tra l’uomo e Dio Padre.
Ormai, come ben riportato nel commento, l’uomo pensa di essere più libero dicendo che può fare a meno del Padre e della sua Legge.
Chissà perché, però, tutte le leggi che l’uomo si è dato e tutte le “dichiarazioni sui diritti umani” (salvo poi ignorarle) si ispirano proprio alla Legge data a Mosè dal Padre.
Una guida, un’ancora, uno strumento per una buona vita, già iscritta nei nostri cuori ma purtroppo ignorata.
Dio Padre, consegnando i suoi comandi, ha portato a compimento completo la Creazione.
Gesù, con la sua predicazione immersa nel nostro vivere quotidiano, ha portato, a sua volta, compimento della Legge spiegando con semplicità come vivere il nostro rapporto con il Padre.
E oggi ecco tre pilastri:
– la preghiera, proprio come colloquio continuo con il Padre, al quale posso raccontare e chiedere tutto;
– la carità, che mi aiuta a “vedere” chi mi vive accanto con altri occhi;
-il digiuno, perché la privazione di qualcosa mi aiuta ad accettare ben altre privazioni.
Infine il perdono. Per-dono io ricevo dal Padre, per-dono io offro agli altri.
Che la misericordia del Padre mi accompagni in questa Quaresima.

23 Febbraio 2023
Carla

Con oggi, a mio avviso, inizia il tempo liturgico più importante dell’anno: il tempo della Quaresima. Tempo nel quale mi è chiesto, come dono dal Padre Eterno, un cuore nuovo, cioè un modo di essere e di approcciarmi alla realtà capovolgendo la mia modalità di agire e di pensare. Ho scritto la parola “dono” perché mi accorgo che solo con le mie forze non riesco ad attuare questo cambiamento di mentalità.

22 Febbraio 2023
Arianna

Ammetto che “a colpo d’occhio” il mio primo pensiero è stato: “Urca! Inizia la Quaresima!…Cosa faccio… Dài: niente dolci!”. Facile! O forse no. E se poi vengono a trovarmi per vedere la bambina e mi portano dei pasticcini cosa faccio? Gli dico che sono in… Eh ma: “Non sappia la tua destra (…)”. Più che facile forse è comodo: identifico una cosa una, sempre quella, sempre la stessa, a cui rinunciare e mi applico. Ma che rinnovamento può arrivare da una scelta di comodità?
Si potrebbe pensare allora di impegnarsi a fare un esercizio di attenzione. Prestare un po’ più attenzione alle tentazioni quotidiane, sempre diverse giorno per giorno, e lavorare su quelle. Mica “tutte in un colpo”… Ma almeno una al giorno, che già fa la differenza!
Ecco forse una cosa da fare.

22 Febbraio 2023

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