Sapremo riprendere quella Via?

Quando lo incontrarono per la prima volta, ne seguirono i passi, senza nemmeno sapere dove fosse diretto. Si fidarono della testimonianza di Giovanni Battista che lo indicò come Agnello/Figlio di Dio. Mansuetudine e mitezza trasparivano al suo passaggio. Quando si accorse d’essere seguito, si voltò e chiese a quei seguaci estemporanei che cosa cercassero.
Ed essi – chiamandolo Maestro – risposero a loro volta con una domanda: «Dove abiti?». A quel punto, li invitò a seguirli. Fu così che diede un orientamento a quella sequela. Improvvisamente l’agnello di Dio stava già davanti a loro come un pastore. Videro l’Agnello, seguirono il pastore. 

Quella sua domanda dovremmo portarla più spesso sulle nostre labbra. Per noi stessi e per chi si avvicina a noi. Che cosa cerco? Che cosa cerchi? Che cosa cerchiamo? Si tratta quindi di mettersi in cammino. E il cammino verso un luogo sconosciuto non è sinonimo di certezza. Come il popolo che attraversò il deserto, direzione terra promessa, senza però vedere la meta. Era laggiù, appena oltre il dito che indicava la direzione.

La fede è ancora quella dei Padri, quei grandi uomini che seppero mettersi in cammino. Ciò che aveva il sapore della novità era questa relazione filiale alla quale, certo, non erano abituati. Non ne avevano mai sentito parlare, o meglio, non avevano ancora visto un figlio che sapesse donare la vita per i propri amici. Gesù già sapeva che l’ora di dare la vita si stava avvicinando. Il tempo si fece breve e il cuore dei discepoli si turbò. Come di chi smarrisce la direzione poco prima che scenda la notte. 

Eppure egli sapeva che quel ritorno al Padre – così parlava della sua morte – avrebbe creato lo spazio per i suoi discepoli, uno spazio che sapesse di sicurezza, di pace… di casa. Ecco perché li invitava a non avere paura e, probabilmente, velava la sua stessa paura di morire non pensando a se stesso ma pensando ancora una volta alla domanda del primo incontro: maestro, dove abiti?

E parlare di casa, di dimore, di posti raggiungibili e disponibili, questo offre molta pace a chi in viaggio, a chi è in cammino. La casa è il punto di partenza di ogni cammino. Partire è sempre sperare di fare ritorno. Ritornare a quella fede e a quella pace.

Gesù, in quel suo passare attraverso la morte, assomigliava ad un esploratore inviato dal Padre e che al Padre tornava portando, ogni volta, con sé qualche nuovo amico, qualche nuovo discepolo. Ed era felicissimo di riportare a casa nuovi amici da presentare a suo Padre. Tutte quelle pecore che s’erano perdute per via e che lui cercava senza sosta. Tutti quei discepoli impauriti al pensiero che per la morte non ci sia rimedio. Il rimedio della morte è l’amore: questa è la verità. Questa è la vita. 

La fede è ancora quella dei Padri, quei grandi uomini che seppero mettersi in cammino. E noi, sempre più incapaci a scomodarci per gli altri, sapremo riprendere quella Via che Cristo ha aperto per noi?

La tua Parola, Signore,
muova il profondo del cuore,
la tua Parola risani corpo e anima,
la tua Parola rallegri il mio cuore,
la tua parola doni consolazione e felicità.

Dal Vangelo secondo Giovanni (14,1-6)

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se no, vi avrei mai detto: “Vado a prepararvi un posto”? Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi. E del luogo dove io vado, conoscete la via».
Gli disse Tommaso: «Signore, non sappiamo dove vai; come possiamo conoscere la via?». Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me».

Signore, la tua Parola mi dona la vita:
aiutami a rendermene conto!
Ti ringrazio per il dono della vita,
con le sue ricchezze e povertà.
Concedimi di accoglierti
e di diventare sempre più tuo figlio.
Signore, io sono sempre nel tuo pensiero, nel tuo cuore.
Aiutami a scoprire il senso delle mie giornate nell’amore 
che Tu mi doni e che mi chiami a vivere.
Fammi comprendere quali sono le situazioni della mia vita 
che hanno bisogno di essere illuminate da te.
Fa’ che non mi rassegni di fronte alle tenebre
dalle quali mi sento circondare 
e che tante volte minacciano anche il mondo.
Aiutami a crederti compagno della mia vita in ogni momento: 
nella sofferenza, nel peccato, nella gioia. 
Perdonami quando non ti permetto
di fare una tenda nella mia vita.
Aiutami a capire cosa significa
farti
 concretamente un posto nella vita,
nella mia carne, nei miei giorni, nella mia fragilità.

salmo 4 – trascrizione di Sergio Carrarini


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Piccoli Pensieri (2)

Anna

Riporto il testo di un canto che a fine anni settanta, ero adolescente, cantavo con fervore nel coro della mia parrocchia. Confesso che il fervore era dovuto esclusivamente al fatto che il canto era accompagnato dalle prime chitarre che potevano entrare in chiesa e dalla mia personale contestazione verso le omelie che non capivo, che non mi toccavano dentro e quindi mi scivolavano via…
Ora, con le rughe, o segni esterni di gioie e dolori della vita, dei miei cinquanta e passa anni non lo canto più per contestare omelie (anzi, averne…e per tanti anni ancora!) ma per semplici e domestici esami di coscienza.
E per cercare di rispondere all’eterna domanda: “Che cosa cercate?”.

“Se cercate la Luce,
io so dov’è
Se cercate la Pace,
io so dov’è
Se cercate l’Amore,
io so dov’è
Se cercate la Vita,
io so dov’è

Lasciamo questa strada tranquilla ed asfaltata,
la comoda poltrona che invita alla lettura,
la facile elemosina che non ci costa nulla,
la predica che è sfoggio di cultura.

Se cercate…

È Cristo Salvatore che il nostro cuore cerca
È Lui la Luce vera che viene in questo mondo
È Cristo che illumina la vita di ogni uomo
e solo in Lui c’è pace, amore e gioia.

Se cercate…”

30 Aprile 2021

Io quest’anno non ci speravo proprio di passare i test per l’università, e se non mi avesse spinta (e sostenuta anche) il moroso non so se ne avrei avuto il coraggio… Eppure più procedo e piú mi rendo conto che è proprio quello che mi serviva. Questo come diversi altri accadimenti della mia vita. Talvolta mi sono preoccupata moltissimo per cose di poco conto (che poi hanno finito per spegnersi da sè), talaltra ho visto accadere cose che ritenevo impossibili. Sempre più mi convico che se qualcosa è giusto che accada, volendolo, accadrà. Di volta in volta c’è una piccola spinta in più ad avere più fede e cercare di lasciarmi andare, affidarmi in pieno, anima e corpo… E faccio ancora fatica!

30 Aprile 2021

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