Naviganti impauriti

XII domenica del tempo ordinario (B)
Gb 38,1.8-11 / Sal 1062Cor 5,14-17 / Mc 4,35-41

Questa mattina il lago aveva il colore dell’acqua gelida, quella che scende dalle alte vette. Percorrendo la strada che accede al passo del San Bernardo, recentemente riaperto alla circolazione dopo la chiusura invernale, si trovano ancora parete di neve fresate dall’uomo con mezzi meccanici per riaprire un varco e ritrovare la strada carrabile. È li che già si percepisce come la neve delle cime più alte si sciolga ormai a vista d’occhio dando vita, in poco spazio e in breve tempo, a ruscelli che, di cascata in cascata, prendono forza e velocità fino a diventare fiumi e torrenti impetuosi. A valle, tutto si riversa nel grande lago Lemano. Solo il suo insolito colore lascia immaginare cosa stia succedendo a monte: una sorta di quiete dopo la tempesta. Anche il cielo porta le tracce del maltempo, di burrasche e di venti di questi giorni per non dire settimane. 

A volte la natura sembra riprendersi il sopravvento. O forse è soltanto l’uomo che, sempre più sicuro di sé, forte della sua capacità di tutto misurare, calcolare e prevedere, dimentica la sua vera dimensione. Che si possa finire – nel vero senso della parola – trascinati da forti correnti o scomparire sommersi nel fango non è mai stata cosa d’altri tempi. E ancora oggi può accadere. Ahimè, ovviamente. Rimarremo sempre e innegabilmente esposti a questi pericoli di ordine naturale per quanto possiamo saperci o dirci più esperti. C’è pure un fondo di ingenuità nella nostra moderna presunzione di pensarci sempre forti, sani e salvi. Ci scopriamo invece come degli illusi, diventando quasi incapaci a sostenere la benché minima prova. Ed è così che preferiamo cercare ancoraggi, punti di riparo… dimentichi perfino che la vita, guardata dall’altra riva ha il sapore di una traversata, di un cammino, di un viaggio. Le pecore seguono il loro pastore; i pastori scrutano il cielo fuggendo le nubi; i magi scrutavano i celi insuguendo una stella non come tutte le altre; qui pescatori sul mare di Galilea divennero discepoli seguendo il loro Maestro. Indizi e direzione posso certamente il cammino, ma il tempo che farà non sempre ci è dato di saperlo. E dunque a noi di accogliere o meno l’invito a percorrere la vita, di età in età, come se fosse una traversata in mare aperto. 

Il brano evangelico di questa domenica, lascia emergere diverse sfumature, diversi significati sempre più profondi quanto più ci lasciamo immergere. Anche gli esperti pescatori di Galilea, loro che quel mare lo conoscevano bene, ebbero paura di essere perduti… eppure stavano già fidandosi di quella Parola che li aveva appena invitati a passare all’altra riva. Ogni volta poi che nel Vangelo viene la sera, quella sera è sempre presagio di una possibile ultima sera, di un ultimo giorno. Ci fu tempesta anche per il Maestro. Ci fu burrasca anche nella vita del Nazareno. E quando li ritrovò, precedendoli in Galilea, Lui era già quel Risorto che non riconobbero immediatamente. 

A tutto questo si può aggiungere quella domanda che sempre rivolgeremmo a Dio quando lo sentiamo lontano o disinteressato alle nostre traversate o ai nostri possibili naufragi. Non è una domanda dell’uomo moderno o  nostro contemporaneo. È una domanda che giace nel fondo di ogni uomo e quando le correnti si agitano, quella domanda viene sempre in superficie: «Maestro, non t’importa che siamo perduti?». Questa domanda può certo essere interpreta come un rimprovero rivolto ad un Dio che pare profondamente assopito. Solo Lui, che conosce il nostro cuore e tutte le paure dell’uomo, può scorgere in questo rimprovero, una vera invocazione per la salvezza. Solo Lui può pronunciare quella parola che ristabilisce l’ordine del creato e solo in Lui, nella sua Parola, trovano quiete le nostre tempeste.

La Sua presenza diventa così un’ennesimo interrogativo al nostro dubitare: «Chi è dunque costui, che anche il vento e il mare gli obbediscono?». E chi siamo noi che a volte gli siamo meno obbedienti di mari e venti? In fondo non fece che comandarci l’amore vicendevole e il perdono per evitare che anche la natura umana possa scatenare le peggiori tempeste (vedasi violenze e guerre, per fare solo alcuni esempi) più devastanti e sconvolgenti di quelle che la natura stessa possa provocare. 

Dio, nostro Padre,
rendi salda la fede dei tuoi figli,
perché nelle tempeste della vita
possano scorgere la tua presenza forte e amorevole.

Dal Vangelo secondo Marco
(4,35-41)

In quel giorno, venuta la sera, Gesù disse ai suoi discepoli: «Passiamo all’altra riva». E, congedata la folla, lo presero con sé, così com’era, nella barca. C’erano anche altre barche con lui.
Ci fu una grande tempesta di vento e le onde si rovesciavano nella barca, tanto che ormai era piena. Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva. Allora lo svegliarono e gli dissero: «Maestro, non t’importa che siamo perduti?».
Si destò, minacciò il vento e disse al mare: «Taci, calmati!». Il vento cessò e ci fu grande bonaccia. Poi disse loro: «Perché avete paura? Non avete ancora fede?».
E furono presi da grande timore e si dicevano l’un l’altro: «Chi è dunque costui, che anche il vento e il mare gli obbediscono?».

A un certo punto
devi capire
che il dolore che hai subito
non lo devi subire
all’infinito.
[…]
D’ora in poi ogni giornata
sarà come prima
ma dentro di te
più netta e vera, più limpida
e sincera.
Tu devi solo la più grande dolcezza possibile
a chi verrà e a chi andrà via.
È festa nel tuo cuore,
festeggia in qualche modo
il cuore degli altri.

(Franco Arminio)

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Piccoli Pensieri (6)

eCarla

Pare assurdo, ma ogni volta che ci sentiamo perduti o che le situazioni ci sembrano impossibili o difficili da vivere, è proprio in quei momenti che Dio sta agendo, e non solo, sta agendo per il nostro bene e ci chiede di alzare la testa, di non disperarci, guardando in alto come a mendicare il Suo aiuto, anche se Lui conosce già le nostre fatiche e di cosa abbiamo bisogno. Come dice molto bene a mio avviso Dostoevskij :”Tutta la storia dell’uomo consiste nell’inchinarsi nell’Infinitamente Grande”.

24 Giugno 2024

Questo brano di oggi così breve e, solo apparentemente, semplice è tra i miei preferiti. Probabilmente anche perché così “condensato”… Un po’ come un pop-up che, una volta aperto, svela una prospettiva molto più articolata. Nella domanda che Gesù fa ai suoi c’è già anche un po’ di quell’invito a darsi da fare in prima persona che Dio stesso da sempre incoraggia. Con atteggiamento pienamente genitoriale, lungi dall’accorrere ad ogni piè sospinto, talvolta ci lascia apposta liberi di fare, e sbagliare, in autonomia. Non si impara che facendo e non si fissano gli insegnamenti che avendo piena coscienza, in autonomia, delle proprie azioni.

24 Giugno 2024
Suor+Regina

Il Vangelo di Marco incomincia con una domanda che anche oggi abbiamo sentito: “Chi è costui…”
La risposta sarà alla fine del Vangelo nel momento dell’Amore totale: sulla croce… Un pagano, il Centurione dirà : “Costui è veramente il Figlio di Dio” Non un teologo, non un sapiente, non uno studioso delle Scritture ma un pagano da’ la risposta… che grande insegnamento.

23 Giugno 2024
    alba

    “Rendete grazie al Signore il suo amore è per sempre”.
    Solo così, con la fiducia di essere amati persino nei momenti in cui ci sentiamo in alto mare e sballottati dalle onde, Ti sentiremo al nostro fianco e sapremo condurre la nostra vita al porto sicuro. Come disse Gesù: “passiamo all’altra riva”.

    24 Giugno 2024
Savina

Intanto che leggevo il commento e dopo aver riletto il brano di Vangelo mi sono affacciate alla mente diverse cose.
Certo ogni vita può essere descritta come una traversata di mare, fiume o lago, paragonando le difficoltà, i dolori, le malattie e le preoccupazioni ai pericoli che questa comporta soprattutto perché, nonostante tutta la nostra tecnologia, nulla possiamo nei confronti delle forze della natura.
Io, non sapendo nuotare, preferisco paragonare il mio traversare la vita ad un viaggio sulla terra ferma, a volte faticoso, altre provando timore, altre per fortuna con serenità.
E, come i discepoli, sempre ho invocato il Signore che mi ha fatto sentire la sua presenza, certo con i suoi tempi.
Avere fiducia in qualcuno è sempre molto problematico, ci assalgono dubbi e tentennamenti, ma con Gesù non dovremmo avere dubbi: basta leggere il Vangelo che rappresenta la traversata della sua vita per accorgerci di come Egli non abbia mai deluso alcuno.
Per questo, dopo aver riletto il brano di Vangelo, ho immaginato le varie traversate affrontate dai migranti, e lì sì che tanti non ce l’hanno fatta.
Non so perché succeda così, so però che adesso comincerò a chiamare il Signore, come fecero i discepoli, perché in queste traversate tenga a bada gli elementi della natura e tutto possa andare bene.

23 Giugno 2024
Nadia

Anche il mare ha colori e sfumature che nascondono la profondità delle sue acque. Tutta la nostra vita nel suo scorrere ci porta a salire o scendere, ma comprendi solo quando ti fermi a contemplare un mistero che non ha fine e solo nel silenzio ti si apre.

23 Giugno 2024

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