Non restringere il campo visivo

Data :23 Settembre 2021
Commenti: (3)

Può capitare anche a noi di guardare il presente con gli occhi del passato. Può succedere anche di non vedere un domani per effetto di un presente già incerto. Succede davanti a certi fatti che accadono ma può accadere anche nei confronti di qualcuno di cui si sente parlare. Succede fin dalla nascita di guardare al volto di un neonato e trovarne subito le sembianze o le fattezze. Si inizia con i tratti somatici e si finisce per presupporre di conoscerne già il carattere o il temperamento. 

Non c’è nulla di male – forse è perfino inevitabile –  ma è vero che anche un solo sguardo può orientare l’incontro con una persona ancora sconosciuta, lasciandola intrappolata in cose che si dicono, che si sentono. Siamo soliti fidarci molto di ciò che si sente dire in giro ma un conto è sentir dire, un conto è muovere i propri passi per cercare la verità, per cercare di conoscerla e lasciarsene illuminare. 

Il Vangelo di oggi è un piccolo inciso in mezzo a versetti che narrano di guarigioni e racconti prodigiosi. Si parla di Erode che sente parlare di tutto ciò che Gesù, e perfino i suoi discepoli, stanno compiendo. Il rischio di Erode è anche il rischio del nostro tempo e del nostro mondo quando stando sulla difensiva, siamo inclini a guardare l’altro con sospetto, come un estraneo, come un nemico, anche se giungessero a noi notizie di bene realizzato e compiuto. Erode è il simbolo del nostro interrogarci, del nostro dubitare. Forse anche del nostro desiderio di vedere più chiaro ma senza pensare che ci sia da correggere qualcosa nel nostro sguardo. 

Erode poi è assalito da un dubbio che riguarda la morte di Giovanni il Battista, morte della quale aveva la più assoluta certezza essendo lui stesso il mandante. Ma certo, per coloro che fanno opera di pace e di bene è seminato un frutto che solo più tardi si vedrà. Erode, che più volte ha seminato morte, non può che essere assalito dal dubbio che la vita possa risorgere, che il Bene possa ancora fare bene. 

Erode è l’emblema dell’uomo che vuole avere il controllo di tutto eppure qualcosa gli sfuggirà sempre. È proprio sotto l’effetto del delirio del potere:  è solo il tetrarca ma si sente un padre eterno. Era solo il governante di una quarta parte del regno di Giudea il quale a sua volta era parte di un regno più grande eppure pensava di avere tutto sotto il suo controllo. Erode è un buon rappresentante del principio «divide et impera» (dividi e comanda). Non c’è cosa peggiore che pensare di avere in mano chissà quale potere, vivendo poi nell’illusione di avere un mondo ai propri piedi e di aver tutto sotto controllo. 

Credere nel Vangelo è non restringere il proprio campo visivo a ciò che si pensa di sapere o si crede di conoscere. Credere nel Vangelo è non fidarsi solo della propria ragione, quand’anche fosse la più ragionevole delle ragioni. La sola ragione umana non basta. Scrive Blaise Pascal: «Il passo estremo della ragione porta a riconoscere che ci sono innumerevoli cose che la sorpassano».

Signore, apri i nostri occhi
perchè possiamo vedere
le meraviglie del tuo amore.

Dal Vangelo secondo Luca (9,7-9)

In quel tempo, il tetràrca Erode sentì parlare di tutti questi avvenimenti e non sapeva che cosa pensare, perché alcuni dicevano: «Giovanni è risorto dai morti», altri: «È apparso Elìa», e altri ancora: «È risorto uno degli antichi profeti».
Ma Erode diceva: «Giovanni, l’ho fatto decapitare io; chi è dunque costui, del quale sento dire queste cose?». E cercava di vederlo.

Non su di noi, Signore,
non sul nostro modo di agire
concentra l’attenzione degli uomini,
ma sul tuo amore fedele e potente
perché tu solo sei degno di lode.
Troppa gente ancora si chiede:
«Ma Dio esiste veramente?
A cosa serve la sua presenza?».
La tua presenza è spirito e vita,
tu susciti amore e perdono.

(dal salmo 113b, trascrizione di Sergio Carrarini)


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Piccoli Pensieri (3)

Dania

“Risplendere dello splendore di Cristo” ecco cosa mi ripetevo dopo l’adorazione con meditazione di ieri sera, grazie a Don Omar. Se fosse così l’Erode di turno dovrebbe cercare ancora meglio perché ci sarebbero tracce di Lui in ogni dove. Desidero riportare l’intera preghiera per ciò che ha suscitato in me e che spero e sono certa susciti in altri perché il respiro dell’anima di qualcun altro è il nostro stesso respiro, le sue parole le nostre, scritte o racchiuse nel cuore poco conta, se le abbiamo dentro.

“Effonda ovunque il tuo profumo”
di
John Henry Newman
Gesù, aiutami a diffondere ovunque
il tuo profumo, ovunque io passi.
Inonda la mia anima del tuo Spirito
e della tua vita.
Invadimi completamente e
fatti maestro di tutto il mio essere
perché la mia vita
sia un’emanazione della tua.

Illumina servendoti di me
e prendi possesso di me a tal punto
che ogni persona che accosto
possa sentire la tua presenza in me.
Guardandomi, non sia io a essere visto,
ma tu in me.

Rimani in me.
Allora risplenderò del tuo splendore
e potrò fare da luce per gli altri.
Ma questa luce avrà la sua sorgente
unicamente in te, Gesù,
e non ne verrà da me
neppure il più piccolo raggio:
sarai tu a illuminare gli altri
servendoti di me.

Suggeriscimi la lode che più ti è gradita,
che illumini gli altri attorno a me:
io non predichi a parole
ma con l’esempio,
attraverso lo slancio delle mie azioni,
con lo sfolgorare visibile dell’amore
che il mio cuore riceve da te.
Amen.

23 Settembre 2021
Emanuela

E cercava di vederlo….
La stessa azione di Zaccheo, ma che risultato diverso.
È proprio vero che non bastano gli occhi e le orecchie, ma serve la predisposizione del cuore ad accogliere il messaggio di salvezza che Gesù ci porta.

23 Settembre 2021

È interessante vedere come in questo brano voci diverse si interroghino su un’unica identità. Ed è indicativo che ciascuna di queste voci proponga un’identità “rediviva” del passato. Come se le cose buone già conosciute non possano che riproporsi, ex novo, tramite gli stessi soggetti… Che quelli nuovi “non sono all’altezza”, o almeno così pare… Questo modo di pensare è molto comune anche oggi. C’è sempre una certa tendenza a screditare un po’ le nuove proposte “perché prima era meglio”, ma dovremmo piuttosto ricordarci di avere il coraggio di azzardare qualche passo in nuove direzioni, che magari si rivelano meglio di quanto non osassimo sperare.

23 Settembre 2021

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