Leggerezza

Data :28 Novembre 2020
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Dio di ogni amore, perché aspettiamo che il nostro cuore sia cambiato per venire a Te? Nelle nostre stesse ferite fa’ crescere la comunione con Te.  Benedici noi, Signore Gesù, Tu che bruci le prove della vita con il fuoco della tua presenza. Amen.

Dal Vangelo secondo Luca (21,34-36)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all’improvviso; come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra.
Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere e di comparire davanti al Figlio dell’uomo».

Stava preparando delle lezioni. Lezioni importanti che avrebbe dovuto tenere all’università di Harvard, in America. Il tema da sviluppare nel corso di quelle lezioni: “Sei proposte per il nuovo millennio”. La morte lo colse improvvisamente nel settembre 1985. La moglie raccolse gli appunti di quelle lezioni e pubblicò comunque un libro dal titolo “Lezioni americane”. Autore del libro Italo Calvino. Basterebbe leggere alcuni passaggi della prima lezione tutta dedicata alla leggerezza:

Dedicherò la prima conferenza all’opposizione leggerezza-peso,
e sosterrò le ragioni della leggerezza. Prendete la vita con leggerezza, ché leggerezza non è superficialità, ma planare sulle cose dall’alto, non avere macigni sul cuore. La leggerezza per me si associa con la precisione e la determinazione, non con la vaghezza e l’abbandono al caso. Presto mi sono accorto che tra i fatti della vita che avrebbero dovuto essere la mia materia prima e l’agilità scattante e tagliente che volevo animasse la mia scrittura c’era un divario che mi costava sempre più sforzo di superare. Forse stavo scoprendo solo allora la pesantezza, l’inerzia, l’opacità del mondo: qualità che s’attaccano subito alla scrittura, se non si trova il modo di sfuggirle. In certi momenti mi sembrava che il mondo stesse diventando tutto pietra: una lenta pietrificazione più o meno avanzata a seconda delle persone e dei luoghi, ma che non risparmiava nessun aspetto della vita. Se volessi scegliere un simbolo augurale per l’affacciarsi al nuovo millennio, sceglierei questo: l’agile salto improvviso del poeta-filosofo che si solleva sulla pesantezza del mondo, dimostrando che la sua gravità contiene il segreto della leggerezza, mentre quella che molti credono essere la vitalità dei tempi, rumorosa, aggressiva, scalpitante e rombante, appartiene al regno della morte, come un cimitero d’automobili arrugginite.

La lezione sulla leggerezza prosegue analizzando il pensiero di molti scrittori da Dante a Kafka, da Boccaccio a Kunder passando per una rilettura del mito di Perseo. C’è più Vangelo in circolo di quanto pensiamo e senza sapere se questo scrittore fosse credente, c’è davvero da rallegrarsi nel pensare che questo invito evangelico a non appesantirci l’esistenza abbia contaminato anche una lezione di letteratura di un noto professore. 

A conclusione del capitolo 21 del Vangelo di Luca, una sola ed unica raccomandazione: “State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita!” I discepoli di Gesù nemmeno dovranno più temere scribi e farisei con la loro malizia. Nemmeno più devo temere catastrofi e segni grandi nel cielo. Quasi a dire che il pericolo più grande per l’uomo è l’uomo stesso. Può accadere di tutto attorno a noi ma ciò che più conta è non appesantire il cuore. Ci vuole una certa leggerezza da non confondersi con superficialità. E poi quel suggerimento esplicito: “Vegliate in ogni momento pregando“. 

Se la preghiera risulta qualcosa di pesante nello scorrere delle giornate, ciò significa che non è ancora preghiera. Forse sarà soltanto un dovere che si sta compiendo. Pregare è alleggerire il cuore, elevarlo al di sopra di ogni angoscia o di ogni preoccupazione. Sapendo che quando la nostra vita compare davanti al Figlio dell’uomo, essa non è più in pericolo ma piuttosto è ben al sicuro. 

E improvvisamente vengono alla mente figure leggere che volano nell’aria, piene di colori. Sono i personaggi delle opere di Marc Chagall. Vengano ancora questi divini messaggeri, questi angeli accanto a noi, come a Maria, come a Giuseppe, come ai pastori… proprio ora che tutti già parlano di Natale, proprio ora che in casa molti hanno già preparato l’albero. Ci raggiungano, come portate dagli angeli, le parole del Vangelo che possono alleggerirci la vita da tutto il suo peso. E la croce, perfino la croce, sarà, come canta la tradizione, un dolce peso che il Cristo sostiene.

Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero” (Mt 11, 28-30)

O Dio della vita,

decapita i miei desideri:

lottano con la grandezza

solo per ricavarne

un granello di sabbia.

Si impegnano ardentemente

di conquistare l’universo

per avere poi solo

un granello di senape.

Fa’ che impicciolisca

il regno dei miei desideri

e dammi la grande dignità

di sentirmi contento.


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Piccoli Pensieri (2)

Dania

“Pregare è alleggerire il cuore”, è il respiro dell’anima. Il peso portato con qualcuno pesa meno e portato con la forza del Signore si fa più leggero “perché il Suo giogo è dolce ed il Suo peso leggero”. Abbiamo ancora tanto da imparare ma l’Insegnante o Maestro che abbiamo è il migliore che potessimo desiderare.

28 Novembre 2020
serena

Chiediamo a Dio le ali, per volare e trovare riposo, abitare il deserto, fuggire lontano dalla furia del vento e dell’uragano, come suggerisce il salmo.

28 Novembre 2020

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