La strada della speranza

Perdonerete se il pensiero di oggi non sarà strettamente inerente al Vangelo, ma ho trovato geniale ed efficace un messaggio consegnato ieri da Francesco, il papa, in occasione della 49a Settimana Sociale dei cattolici italiani in corso a Taranto, la città dei due mari. Pensavo dunque di riproporne qui alcuni passaggi. 

Qualcuno certamente troverà banale che un Papa si esprima con un linguaggio così semplice, prendendo per di più ispirazione dalla segnaletica stradale. Forse è bene ricordare che il Vangelo stesso è pieno di metafore e di similitudini prese dalla vita stessa. Immagini e parabole che rischiano pure di parlare meno per la distanza culturale dall’epoca di Gesù alla nostra. Penso anche solo alle parole del Vangelo che si riferiscono a pastori e pecore, per esempio. Cosa ne sanno i cittadini contemporanei? Ricordo di aver compreso l’immagine del pastore che si carica sulle spalle la pecora smarrita, quando, anni fa, per una sorta di presepio vivente tenni sulle spalle un agnello che si addormentò così profondamente da sembrare privo di vita. Il Vangelo trova le sue ispirazioni dalla vita stessa, proprio come dice oggi: «Quando vedete una nuvola salire da ponente, subito dite: “Arriva la pioggia”, e così accade. E quando soffia lo scirocco, dite: “Farà caldo”, e così accade».

Ascoltando ieri sera il telegiornale, ho afferrato al volo tra le varie notizie – e gli immancabili numeri di cui sembriamo sempre aver bisogno per fare i conti sulla nostra vita – quella che riguardava proprio il discorso di Francesco. È lui stesso che ultimamente ci esorta ad avere fantasia e devo dire che non gli manca proprio.

Ascoltiamo dunque: «Si avverte il bisogno di incontrarsi e di vedersi in volto, di sorridere e di progettare, di pregare e sognare insieme. Ciò è tanto più necessario nel contesto della crisi generata dal Covid, crisi insieme sanitaria e sociale. Per uscirne è richiesto un di più di coraggio anche ai cattolici italiani. Non possiamo rassegnarci e stare alla finestra a guardare, non possiamo restare indifferenti o apatici senza assumerci la responsabilità verso gli altri e verso la società. La pandemia ha scoperchiato l’illusione del nostro tempo di poterci pensare onnipotenti, calpestando i territori che abitiamo e l’ambiente in cui viviamo. Per rialzarci dobbiamo convertirci a Dio e imparare il buon uso dei suoi doni, primo fra tutti il creato. Non manchi il coraggio della conversione ecologica, ma non manchi soprattutto l’ardore della conversione comunitaria».

E poi, parlando esplicitamente di una strada della speranza sulla quale molti hanno desiderio di camminare, ecco che Francesco colloca tre segnali stradali per poter procedere su questa strada. Li riprongo alla nostra riflessione. Potrebbe essere perfino uno spunto per una catechesi in casa. Far realizzare questi tre cartelli ai figli e collocarli in punti visibili della casa, magari sulla porta che ci porta fuori nel mondo di tutti i giorni. E poi la sera, mentre si cena, utilizzarli per un confronto sereno e sincero… per vedere se abbiamo rispettato il codice della strada… della speranza.

ATTENZIONE AGLI ATTRAVERSAMENTI
Troppe persone incrociano le nostre esistenze mentre si trovano nella disperazione: giovani costretti a lasciare i loro Paesi di origine per emigrare altrove, disoccupati o sfruttati in un infinito precariato; donne che hanno perso il lavoro in periodo di pandemia o sono costrette a scegliere tra maternità e professione; lavoratori lasciati a casa senza opportunità; poveri e migranti non accolti e non integrati; anziani abbandonati alla loro solitudine; famiglie vittime dell’usura, del gioco d’azzardo e della corruzione; imprenditori in difficoltà e soggetti ai soprusi delle mafie; comunità distrutte dai roghi… Ma vi sono anche tante persone ammalate, adulti e bambini, operai costretti a lavori usuranti o immorali, spesso in condizioni di sicurezza precarie. Sono volti e storie che ci interpellano: non possiamo rimanere nell’indifferenza. Questi nostri fratelli e sorelle sono crocifissi che attendono la risurrezione. La fantasia dello Spirito ci aiuti a non lasciare nulla di intentato perché le loro legittime speranze si realizzino.

DIVIETO DI SOSTA
Quando assistiamo a diocesi, parrocchie, comunità, associazioni, movimenti, gruppi ecclesiali stanchi e sfiduciati, talvolta rassegnati di fronte a situazioni complesse, vediamo un Vangelo che tende ad affievolirsi. Al contrario, l’amore di Dio non è mai statico e rinunciatario, «tutto crede, tutto spera» (1 Cor 13,7): ci sospinge e ci vieta di fermarci. Ci mette in moto come credenti e discepoli di Gesù in cammino per le strade del mondo, sull’esempio di Colui che è la via (cfr Gv 14,6) e ha percorso le nostre strade. Non sostiamo dunque nelle sacrestie, non formiamo gruppi elitari che si isolano e si chiudono. La speranza è sempre in cammino e passa anche attraverso comunità cristiane figlie della risurrezione che escono, annunciano, condividono, sopportano e lottano per costruire il Regno di Dio.

OBBLIGO DI SVOLTA
«La speranza ci invita a riconoscere che possiamo sempre cambiare rotta, che possiamo sempre fare qualcosa per risolvere i problemi». Il Vescovo Tonino Bello, profeta in terra di Puglia, amava ripetere: «Non possiamo limitarci a sperare. Dobbiamo organizzare la speranza!». Ci attende una profonda conversione che tocchi, prima ancora dell’ecologia ambientale, quella umana, l’ecologia del cuore. La svolta verrà solo se sapremo formare le coscienze a non cercare soluzioni facili a tutela di chi è già garantito, ma a proporre processi di cambiamento duraturi, a beneficio delle giovani generazioni. […] Il cambiamento d’epoca che stiamo attraversando esige un obbligo di svolta.

Da forze buone, miracolosamente accolti
qualunque cosa accada, attendiamo confidenti.
Dio è con noi alla sera e al mattino
e stanne certo, ogni nuovo giorno.
[Vieni, santo Spirito]

Dietrich Bonhoeffer

Dal Vangelo secondo Luca (12,54-59)

In quel tempo, Gesù diceva alle folle: «Quando vedete una nuvola salire da ponente, subito dite: “Arriva la pioggia”, e così accade. E quando soffia lo scirocco, dite: “Farà caldo”, e così accade. Ipocriti! Sapete valutare l’aspetto della terra e del cielo; come mai questo tempo non sapete valutarlo? E perché non giudicate voi stessi ciò che è giusto?
Quando vai con il tuo avversario davanti al magistrato, lungo la strada cerca di trovare un accordo con lui, per evitare che ti trascini davanti al giudice e il giudice ti consegni all’esattore dei debiti e costui ti getti in prigione. Io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo».

Ti che sei al di sopra di noi,
tu che sei uno di noi,
Tu che sei anche in noi,
che tutti ti vedano, anche in me,
che io ti prepari la strada,
che io possa render grazie per tutto ciò che mi accadrà.
Che io non dimentichi i bisogni degli altri:
Conservami nel tuo amore
come vuoi che tutti dimorino nel mio.
Possa tutto il mio essere volgersi a tua gloira
e possa io non disperare mai.
Perché io sono sotto la tua mano,
e in te è ogni forza e bontà.
Donami un cuore puro:
che io possa vederti.
Donami un cuore umile:
che io possa sentirti.
Donami un cuore amante:
che io possa servirti.
Donami un cuore di fede:
che io possa dimorare in Te.

Dag Hammarskjöld, Tracce di cammino (1992)


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Piccoli Pensieri (3)

Dania

Ai tuoi piedi, o mio Gesù,
mi prostro e ti offro il pentimento del mio cuore contrito
che si abissa nel suo nulla e nella Tua santa presenza.
Ti adoro nel Sacramento del Tuo amore,
desidero riceverti nella povera dimora
che ti offre il mio cuore.
In attesa della felicità della comunione sacramentale,
voglio possederti in spirito.
Vieni a me, o mio Gesù, che io venga da Te.
Possa il Tuo amore infiammare tutto il mio essere,
per la vita e per la morte.
Credo in Te, spero in Te, Ti amo.
Così sia.
(Card. Rafael Merry del Val)

Ho trovato da subito queste parole di una delle formule per la Comunione Spirituale proposta dal Papa semplicemente meravigliose ed ora che possiamo fare esperienza di Comunione Sacramentale la mia speranza è che si tenti e riesca a viverla in ogni luogo che abitiamo o attraversiamo, con le persone con cui viviamo o che per strada incontriamo. Che lo Spirito Santo ci indichi come; la nostra fantasia sarà un Suo frutto prima ancora di un nostro merito o dote.
La strada della speranza ci conduca sempre a quel “Credo in Te, spero in Te, Ti amo”.

22 Ottobre 2021
Emanuela

Grazie per il richiamo alle parole del papa. Ieri non ho avuto modo di seguire TG e le avevo perse.
Mi ricordano una catechesi sui 10 comandamenti preparata per una classe delle medie. L’uso di immagini e segni che conoscono è sempre molto efficace.
L’esortazione del papa si può legare anche alla preghiera di don Mazzolari ‘Ci impegnano noi e non gli altri…’. L’ho ritrovata fra le schede preparate lo scorso anno, e penso di riproporla ai ragazzi che mi sono stati affidati per la preparazione alla cresima.

22 Ottobre 2021
Adriana

Che fortuna vivere in un’epoca di crisi se si hanno per guide persone come Papa Francesco! Le sue parole profetiche sono talmente legate
alla realtà da aiutarci a decifrarne i bisogni e le fragilità. E lo fa con semplicità imbevuta di partecipazione amorevole (compatire) ma con altrettanta fermezza sottolinea l’urgenza di un cambiamamento, di una conversione, non puntando il dito, ma conducendoci per mano e indicandoci con fermezza la strada.

Che stupidi saremmo a non seguirlo con gratitudine!

22 Ottobre 2021

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