Eccomi! disse la più semplice

Data :20 Dicembre 2021
Commenti: (4)

Per oggi alcune semplici citazioni da uno scritto che mi riempie sempre il cuore, dopo il Vangelo ovviamente! Donne come Maria, come Elisabetta, protagoniste fin da subito nel Vangelo di Luca, meritano questo elogio. 

«Gli uomini hanno paura delle donne. È una  paura che viene da lontano, da lontano quanto la loro vita. È una paura avvertita sin dal primo giorno, e non è solo paura del corpo, del volto e del cuore della donna, ma anche paura della vita e paura di Dio. Cos’è una donna? Nessuno sa rispondere a questa domanda, neanche Dio, che pur le conosce per esser stato generato da loro, nutrito da loro, cullato da loro, vegliato e consolato da loro. Le donne non sono Dio. Le donne non sono esattamente Dio. Manca loro molto poco per esserlo. Manca loro molto meno che all’uomo. Le donne sono la vita, in quanto la vita è più vicina al riso di Dio. Le donne hanno la custodia della vita durante l’assenza di Dio, a loro è affidato il sentimento limpido della vita effimera, la sensazione fondamentale della vita eterna. E gli uomini, non riuscendo a superare la propria paura delle donne, credendo di superarla nei giochi di seduzione, nelle guerre o nel lavoro, ma non superandola mai realmente, gli uomini, avendo una paura eterna delle donne, si condannano in eterno a non conoscere quasi nulla di loro, a non gustar quasi niente della vita e di Dio. 

La differenza fra gli uomini e le donne non è una differenza di sesso ma di posizione. Uomo è colui che sta al suo posto d’uomo, che vi sta con gravità, con serietà, ben al caldo nella sua paura. Donna è colei che non occupa nessun posto, neanche quello che il suo, costantemente persa nell’amore che continua a chiamare, a chiamare, a chiamare.

Quest’alito angelico della carne, questa voce carnale dell’anima, come intenderla? Dio. Questa vecchia anticaglia di Dio, questo vecchio cero di Dio che brucia nell’oscurità dei secoli, questo fuoco fatuo rosso sangue, questa misera candela smoccolata da tutti i venti, noi, uomini del ventesimo secolo, non sappiamo che farcene. Siamo uomini razionali. Siamo degli adulti. Non ci illuminiamo più con una candela. Vi è qualcosa nel mondo che resiste al mondo, e questo qualcosa non è una cosa ma Dio e Dio non può stare in nulla senza immediatamente squassarlo, abbatterlo, e Dio immenso non può che stare nel sangue sprecato dei poveri o nella voce dei semplici, e tutti questi tengono Dio nel cavo delle loro mani aperte. Dio è ciò che sanno i bambini, non gli adulti». (Christian Bobin, L’infinitamente piccolo)

O Chiave di Davide,
scettro della casa di Israele
che apri e nessuno può chiudere
chiudi e nessuno può aprire:
vieni, e libera l’uomo prigioniero
che giace nelle tenebre
e nell’ombra di morte.

Dal Vangelo secondo Luca (1,26-38)

Al sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te».
A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio».
Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.

Tu
umile Parola
senza voce
che bussi
a cuori chiusi
non sempre
ben disposti
ad aprirti,
fino a quando
dovrai stare
alla mia porta
in attesa che si apra
per lasciarti entrare?
Ti prego,
non stancarti
di bussare!

(Anna Maria Cànopi)


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Piccoli Pensieri (4)

Dania

Maria ha accolto così il Signore: nel silenzio, che è la musica dell’anima e la giusta frequenza d’onda per ascoltare la Sua voce.
Grazie Maria che hai mostrato e ci insegni ancora oggi la via per arrivare a Lui!

21 Dicembre 2021
Emanuela

Bella la ripresa di questo brano di Vangelo pochi giorni prima del Natale. E bellissima la riflessione di Bobin: non ci può più essere alcun dubbio sulla definizione di Maria Madre di Dio, che festeggeremo il 1 gennaio. Ora dogma ha per me una spiegazione molto umana….
Grazie.

20 Dicembre 2021

Che belle queste parole della Canopi, di un equilibrio raro… Belle davvero!
Anch’io spero la parola non si stanchi di bussare alla mia porta, ma nemmeno alle altre.
Credo davvero ci sia bisogno di un sostanziale “cambio di prospettiva” per tutti, nessuno escluso.
Di porte e cuori che si aprono.
Eppure mi pare davvero di sentire, sotto sotto, pian pianino, che qualche cosa sta cambiando davvero.
Che sotto sotto, pian pianino, si sta aprendo davvero la strada per un cambiamento di epoca per tutti.
C’è da avere fiducia!

20 Dicembre 2021

Mi torna in mente uno spettacolo con i bambini dove traducevano con “non preoccuparti”, il “Non temere” dell’angelo. E poi la nascita: nessuna Maria ma tutte/i Maria.
Ed è molto di più di aver evitato a noi di scegliere una bambina attrice protagonista, escludendo le altre.
Quel piccolo Gesù passato a catena dalle braccia di uno è poi dell’altra. Sguardi e parole sussurrate. Un bambino e tutta l’umanità.

20 Dicembre 2021

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