Cos’è il bene dei figli?

Mercoledì – Seconda settimana di Quaresima

(Ger 18,18-20 / Sal 30 / Mt 20,17-28)

«Repetita iuvant», si dice. Le cose ripetute giovano, aiutano. A capire meglio, potremmo dire. Per la terza volta ripeté il senso di quell’andar per via: Gerusalemme è la meta finale di quel cammino. Il fatto è che non stava camminando da solo. Quei dodici discepoli che lo stavano seguendo non immaginavano nemmeno che l’esito della vicenda potesse essere quello che annunciava a più riprese. Nel terzo annuncio della passione – quello che leggiamo oggi – Gesù specifica perfino alcuni dettagli: deriso, flagellato e infine ucciso in croce. Poi la resurrezione. 

Compare, quasi casualmente nel racconto, la madre dei figli di Zebedeo. Ci sarebbe da chiedersi cosa ci facesse da quelle parti. Forse una costruzione letteraria. Forse una presenza a simboleggiare tutti quegli umani atteggiamenti di raccomandazione, di intercessione, di protezione di un genitore verso il figlio. E chi meglio di una madre vuole il bene dei suoi figli? Ma allora, verrebbe da chiedersi: cos’è il bene di un figlio? Fa bene solo ai grandi vedere i figli sistemati. Si può morire tranquillamente. 

La donna al sentir parlare di resurrezione – e chissà cosa le evocò in testa quella parola? – intuì forse che la vicenda, in qualche modo, da qualche parte  poteva avere un lieto fine. In qualità di madre non poteva pensare che la vita dei figli sarebbe affogata in un calice amaro. Di resurrezione se ne parlava già e ci si divideva tra coloro che la affermavano dopo la morte e coloro che, negandola, dicevano che dopo la morte non c’è altro. Quella donna che in un certo qual senso, portava ancora in grembo i due figli e non li aveva mai lasciati andare, li vorrebbe vedere almeno sistemati… per lei basterebbe un semplice ordine di Gesù, una sua parola ed eccoli seduti e sistemati allo stesso modo così da non doverli nemmeno vedere litigare e contendersi i primi posti.

Quella tentata raccomandazione materna, quel desiderio di primi posti, produrrà poi, all’interno del gruppo dei discepoli, un sentimento di sdegno che di certo non giova ad alcuno. Ad essere sincero, non avremmo neppure più voglia di star qui ad esemplificare, a dilungarci su questi umani bisogni di successo, di primi posti, di essere riconosciuti, gratificati. Perfino Gesù lo dice: «Voi sapete che i governanti delle nazioni dòminano su di esse e i capi le opprimono». Sono cose che capiamo da soli. Non c’è nemmeno bisogno che Gesù venga vicino a noi a spiegarcele. Probabilmente non ne saremo mai esenti. L’uomo è questo piglio di celebrità, di fama, di nome, di gloria. E poi?

Non dev’essere stato facile per Gesù tornare più volte sull’argomento, scontrandosi con l’incapacità dei suoi discepoli a cogliere il senso di ciò che stava per compiere. Quel triplice annuncio di passione è ciò che costantemente abbiamo bisogno di sentirci ricordare. Per ridimensionarci? Per sgonfiare le arie? Per prospettarci cammini segnati da perdite o per accettare sconfitte? Semplicemente per comprendere meglio il senso del nostro passaggio sulla terra. Il bene di un figlio è comprendere cosa sia vivere. Cosa sia morire. E credere che da morte si può risorgere. Nelle parole che oggi ascoltiamo si coglie chiaramente che vivere è servire; morire è donarsi senza misura, risorgere è un dono preparato dal Padre. 

Con te, o Cristo,
Tu che sei il Risorto,
avanziamo di scoperta in scoperta.
Cercando di capire cosa ti aspetti da noi,
la nostra vita si apre allo Spirito Santo.
Egli viene per schiudere in noi
quanto neppure osavamo sperare.
Amen.

Keil Bjørnstad & David Darling, The lake, Epighaphs

Dal Vangelo secondo Matteo (20,17-28)

In quel tempo, mentre saliva a Gerusalemme, Gesù prese in disparte i dodici discepoli e lungo il cammino disse loro: «Ecco, noi saliamo a Gerusalemme e il Figlio dell’uomo sarà consegnato ai capi dei sacerdoti e agli scribi; lo condanneranno a morte e lo consegneranno ai pagani perché venga deriso e flagellato e crocifisso, e il terzo giorno risorgerà».
Allora gli si avvicinò la madre dei figli di Zebedèo con i suoi figli e si prostrò per chiedergli qualcosa. Egli le disse: «Che cosa vuoi?». Gli rispose: «Di’ che questi miei due figli siedano uno alla tua destra e uno alla tua sinistra nel tuo regno». Rispose Gesù: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io sto per bere?». Gli dicono: «Lo possiamo». Ed egli disse loro: «Il mio calice, lo berrete; però sedere alla mia destra e alla mia sinistra non sta a me concederlo: è per coloro per i quali il Padre mio lo ha preparato».
Gli altri dieci, avendo sentito, si sdegnarono con i due fratelli. Ma Gesù li chiamò a sé e disse: «Voi sapete che i governanti delle nazioni dòminano su di esse e i capi le opprimono. Tra voi non sarà così; ma chi vuole diventare grande tra voi, sarà vostro servitore e chi vuole essere il primo tra voi, sarà vostro schiavo. Come il Figlio dell’uomo, che non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».

Un giorno, il tuo giorno, mio Dio,
io verrò verso di Te.
E nella autentica esplosione della mia resurrezione,
saprò allora che la tenerezza sei Tu;
che la mia libertà sei ancora Tu.
Verrò verso di te, mio Dio,
e Tu mi donerai il tuo volto.
Verrò verso di Te con il mio sogno più folle:
portarti il mondo fra le braccia.
Verrò verso di te, e griderò a piena voce
tutta la verità della vita sulla terra.
Ti griderà il mio grido
che viene dal profondo dei secoli:
«Padre! Ho tentato di essere un uomo,
e sono tuo figlio».

Jacques Leclercq


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Piccoli Pensieri (2)

Roberto

“Padre! Ho tentato di essere un uomo, e sono tuo figlio.”
Grazie!

3 Marzo 2021
Maria

Come ogni mamma oggi come allora così come nel Vangelo di oggi affidiamo i nostri figli nelle mani del Signore ,prego lo Spirito Santo che li illumini,li protegga,è che nelle loro scelte sappiamo scegliere la strada del bene ,sarò fuori dal coro quado i nostri figli mi chiedono consiglio per delle scelte sui percorsi della loro vita ,dico loro di cercare nel loro cuore,pregare e non pensare solo al profitto, che la scelta sia per un bene comune.Al Signore chiedo non celebrità per i nostri figli ,ma che sappiano capire il progetto per cui il Signore ce li ha donati

3 Marzo 2021

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