Un finale bello da ricominciare!

(At 25,13-21 / Sal 102 / Gv 21,15-19)

Pietro disse che sarebbe andato a pescare. Alcuni lo seguirono. Piccolo slancio di intraprendenza. Forse per fame. Forse per desiderio di ricominciare qualcosa. Sette discepoli in tutto. Ed era ancora notte. Non presero nulla. Chissà se si ricordarono delle parole di Gesù quando disse: «senza di me non potete fare nulla». (Gv 15,5). A quel punto la vite e i tralci erano già potata, ma ancora non stava dando frutti.

Il risorto si avvicina e a quei pescatori delusi chiedendo da mangiare. Sono tutti indizi: forse ciò che può risvegliare in noi la fede è proprio uno sconosciuto che si avvicina a chiederci del pane. E così senti che quel pescare non è solo per la tua fame, per ingannare il tempo o per vedere se ancora sei abile a fare un antico mestiere. 

La pesca miracolosa che Giovanni colloca in questo punto del suo Vangelo è l’episodio che permetterà a Pietro e agli altri discepoli di riconoscere il Signore. Da quel momento tutto cambiò: la rete si riempì di pesci. Abbondantemente. Li conteranno: centocinquantatré. Pietro si strinse la veste intorno ai fianchi. È il comando che Dio stesso diede al suo popolo la notte della liberazione dall’Egitto. La veste attorno ai fianchi permette di correre più agilmente. Pietro è pronto per la sua Pasqua. Si getta in quel mare che fino a poco prima non aveva dato loro nemmeno un pesce, ma solo reti vuote. Anche il mare pare obbedire alla voce del Signore: è un mare che procura cibo, è un mare che si può attraversare per arrivare a riva. È la traversata pasquale di Pietro. Egli che rischiava di affogare nel mare delle sue lacrime amare al canto del gallo, nell’ora del tradimento, si ricordò di quegli occhi profondi come il mare che lo fissarono in quell’ora di tempesta.

Giunti a riva, tutto era nuovamente pronto. Soprattutto il fuoco. Il calore. Una liturgia a cielo aperto, un’Eucarestia con il Risorto, in mezzo al creato di cui Egli è già Signore. E quell’invito: «Venite a mangiare» (Gv 21,12) toglieva ogni dubbio. Toglieva ogni timore. Ogni imbarazzo. Di colpo si ricordarono del perché pescavano: per le tavole degli uomini, per la loro comunione, la loro riconciliazione, quel riavvicinarsi gli uni gli altri. Solo così l’Egitto è fuori da noi, altrimenti siamo schiavi dei rimorsi, delle paure, dei rimpianti. Il risorto ci chiama a comunione. E comunione è riconciliazione. 

«Il mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato e compiere la sua opera» (Gv 4,34) disse Gesù ai discepoli che lo trovarono intento a discutere con la donna di Samaria. Era l’ora del pranzo ed egli sembrava dimenticarsene così spesso… mentre era tutto intento a nutrire con la sua Parola da non sentire più nemmeno la sete. Anche Pietro aveva dunque fame e sete di ritrovare e riconoscere il suo Signore. Nella Parola e nei gesti. 

Fatta questa premessa, ricreata la scena del brano di Vangelo odierno, vi lascio soli. A tu per tu con il risorto che Pietro non esitò più a chiamare Signore. E pure noi, non chiediamoci chi sia perché da questi gesti e dalle parole che tra poco ascolteremo, sappiamo bene che è il Signore. Solo lui può chiederci se ancora noi lo amiamo. Perché Egli non ha cambiato opinione nei nostri riguardi: egli è l’Amore e l’Amico. E non ritratta i suoi nomi. Siamo noi che abbiamo bisogno di accostarci a Lui, spaventati non tanto da Lui quanto dai nostri rinnegamenti, dopo che come Pietro, gli avevamo dichiarato che saremmo andati incontro alla morte per Lui. Il fatto è che Lui ci vorrebbe condurre a pascoli di vita.

Siamo ormai alla fine del Vangelo di Giovanni e pure agli sgoccioli del tempo pasquale. Ci sono finali e chiusure che sono invece come nuovi inizi. Il risorto chiude con le tristi vicende legate alla sua passione e ai rinnegamenti dei suoi discepoli. Il Vangelo di Giovanni non poteva che chiudersi con questo bel finale che apre a nuovi orizzonti: sediamoci ad ascoltare queste domande dell’Amico all’amico, proviamo anche noi a risponderGli, per di riprendere vita, per seguire nuovamente il risorto. Dove?

Dio dei primi e degli ultimi,
Dio di tutte le creature,
Signore di tutti i nati,
lodabile con ogni lode;
Signore che desta i dormineti
e svegli gli assonati;
Signore che fai vivere i morti
e guarisci gli ammalati;
Signore che apri gli occhi ai cechi
e raddirizza i curvati,
che fai parlare i muti
e sveli le cose nascoste:
Te soltanto noi ringraziamo.

(preghiera ebraica)

Dal Vangelo secondo Giovanni (21,15-19)

In quel tempo, quando si fu manifestato ai discepoli ed essi ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli».
Gli disse di nuovo, per la seconda volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pascola le mie pecore».
Gli disse per la terza volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse “Mi vuoi bene?”, e gli disse: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecore. In verità, in verità io ti dico: quando eri più giovane ti vestivi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi».
Questo disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E, detto questo, aggiunse: «Seguimi».

… oggi nessuna preghiera, nessun salmo, nemmeno una trascrizione.
Per lasciarVi al vostro dialogo: tu e Lui. 


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Piccoli Pensieri (4)

... Alba

Signore,oggi rivolgi a ciascuno di noi la domanda ” Tu, mi ami?. Se Ti amo Signore è perché amo i miei fratelli che sono membra di quel corpo di cui Tu sei il capo. Amare è anche un lavoro. Avevo letto di un “uccello giardiniere”, che dedica il suo tempo ad abbellire con i fiori il luogo del suo corteggiamento, mentre la femmina prepara il nido. Comportamento utile fare il nido,inutile aggiungere i fiori? La bellezza è apprezzata non solo dall’uomo, ma anche dalla natura. L’amore è proprio così: si nutre di bellezza, di attenzione, un sorriso, un abbraccio, ascoltare ed essere ascoltati. L’amore per essere vivo, come dice Papa Francesco, ha bisogno di
” Permesso, grazie, scusa “. Abbiamo bisogno di riconoscere l’altro e a nostra volta riconoscerci,abbiamo bisogno di perdonare e di essere perdonati. Per questo non è facile il cammino di conversione che può diventare lungo e magari doloroso.
Signore, aiutami a comprendere che il mio cuore è fatto per Te e per il mio prossimo: solo così sarò felice.

21 Maggio 2021
Suor Regina

Anche in questo Vangelo Gesù si abbassa… “Mi ami?” chiede per due volte. Poi dice “mi vuoi bene?”…Pietro non era ancora in grado di passare da un amore di Amicizia (philia) ad un Amore più profondo (agape)… allora si abbassa Gesù al suo livello. Solo allora Pietro sente che la sincerità del suo amore è Tutto x Gesù. Allora ricomincia la nuova avventura SEGUIMI…. Fino alla fine ti seguirò con la fede dell’ultimo discepolo…

21 Maggio 2021
serena

Mitachat Lashamayim

Sotto il Cielo
.

Siamo venuti qui
da sotto il cielo in
due – come un paio di occhi
Abbiamo tempo
sotto il cielo
Nel frattempo – siamo ancora qui.

Notte e giorno (x3)
e il sorriso si scusa
per la sua pigrizia.

Siamo venuti qui …

Siamo una (x3)
un’unità completa insieme
perfetta e fantastica.

Vieni, diamo (x3)
Ti lascerò dare.
Lascia che ti dia / ti permetta.

Siamo venuti qui …

Nonostante il divario
nonostante il dolore
nonostante il rimpianto
che amo
e amo e amo ….

(David Broza)

21 Maggio 2021
Dania

Signore, Tu che scruti i nostri cuori, conosci i nostri tradimenti e perdoni i nostri peccati non avresti bisogno di farci domande perché già hai le risposte… Ma è proprio questo che induce chi Ti cerca e segue a porsele, a vivere con i propri peccati dinnanzi (e quanto si vorrebbe poterli cancellare dalla mente e dal cuore) per vivere con maggiore consapevolezza, quella che viene da Te, dal Tuo perdono e dall’amore che ci doni sempre, nonostante tutto. Solo così si può iniziare a volerTi bene per poi scoprire alla fine di averTi amato e di averlo dimostrato rispondendo con la nostra vita a queste domande. Non più e solo a parole ma accogliendo ogni cosa, prevedibile e non, come occasione per rimanere in Te. Dalla corrispondenza tra parole e opere, alla corresponsione di cuore…

21 Maggio 2021

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