Ora ti precede quieto

Data :28 Giugno 2021
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Uno scriba esplicitò la sua volontà di seguire Gesù. Probabilmente come spesso accadeva, lo avrebbe scelto come Maestro per il tempo necessario all’apprendimento, per imparare il mestiere e poi avrebbe finito per mettersi in proprio assicurandosi una casa, un futuro. Scriba è colui che interpreta le Sacre Scritture. Rimase affascinato da certe chiavi di interpretazione della vita con le quali Gesù apriva varchi tra le folle, porte di casa, brecce nel cuore. E perfino tombe sigillate per sempre. Faccende chiuse su cui l’uomo ci mette una pietra, Lui sapeva riaprirle in favore della Vita stessa. 

Alla figura dello scriba che cerca il modo di assicurarsi il futuro, Matteo affianca quasi in modo paradossale, un altro uomo che sta vivendo un lutto. Seppellire morti è un «memento mori», un ricordare costantemente che siamo creature mortali. Non è assicurandoci il futuro con una buona carriera, un buon mestiere e nemmeno costruendoci il nido degli affetti più caldo o la tana più sicura che possiamo oltrepassare l’ostacolo, quel grande mare che sempre dobbiamo attraversare. 

Essere invitati a seguire il Signore è ricordarci sempre che siamo in cammino per entrare nella Vita. Che poi la Vita è l’altro suo nome. Non si tratta di ignorare la morte, di disonorare i comandamenti relativi al rispetto del padre o di non voler assicurare una degna sepoltura. Si tratta piuttosto di non dimenticare che si sta seguendo colui che, passato attraverso la morte, noi abbiamo imparato a chiamare Signore.

La rinuncia, il lutto (cioè l’adattassi da parte dell’essere umano alla perdita, alla privazione) sono movimenti che fanno parte della vita. Nel corso della nostra esistenza ogni essere umano è chiamato ad attraversarli e sono condizione essenziali per la crescita. Si tratta proprio di accettare la condizione umana. Rinuncia e lutto sono due movimenti sempre difficili e dolorosi, ma sono naturali perché ogni uomo li vive, li attraversa. Inevitabilmente. 

Il lutto è un lento processo e non un atto preciso. Non è una sepoltura – per intenderci – che dice che abbiamo rielaborato una perdita quanto piuttosto il nostro ritorno alla vita, la ripresa del cammino che stiamo facendo. Ecco perché Gesù invita quel discepolo a seguirlo: semplicemente per ricordargli la direzione della sua vita, per far ritrovare a quel figlio colpito da un lutto il suo slancio vitale. Il lutto – nel senso del Vangelo – si potrebbe dire completo proprio quando sapremo accogliere la buona notizia che il Signore fa nuova ogni cosa.

Seguire Gesù ad ogni costo non è un atto di volontà ferma come potrebbe apparire nel caso dello scriba. Seguire Gesù è sempre un ritornare alla vita. Risorgere – appunto! – da ogni perdita, da ogni impoverimento. 

Il Signore che ti ha creato, che ti ha plasmato, dice: «Non temere, perché io ti ho riscattato, ti ho chiamato per nome: tu mi appartieni. Se dovrai attraversare le acque, sarò con te, i fiumi non ti sommergeranno; se dovrai passare in mezzo al fuoco, non ti scotterai, la fiamma non ti potrà bruciare, poiché io sono il Signore, tuo Dio, il Santo d’Israele, il tuo salvatore. Perché tu sei prezioso ai miei occhi, perché sei degno di stima e io ti amo. Non temere, perché io sono con te» (Is 43, 1-5)

A causa del tuo amore infinito,
Tu, o Cristo, sei divenuto ciò che noi siamo,
per fare pienamente di noi ciò che Tu sei.
La gloria di Dio sia l’uomo vivente.
Che la vita di ogni uomo sia contemplarti, o Dio.

(sant’Ireneo)

Dal Vangelo secondo Matteo (8,18-22)

In quel tempo, vedendo la folla attorno a sé, Gesù ordinò di passare all’altra riva.
Allora uno scriba si avvicinò e gli disse: «Maestro, ti seguirò dovunque tu vada». Gli rispose Gesù: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo».
E un altro dei suoi discepoli gli disse: «Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre». Ma Gesù gli rispose: «Seguimi, e lascia che i morti seppelliscano i loro morti».

Tutti ti dicono che devi sempre ripartire…
ora che ti senti arrivato.
Ma all’improvviso, dove sei, ti accorgi
che è solo una tappa del cammino
non solo tuo ma di tutti.
Cerca in tasca o meglio nel cuore
quel pugno di briciole di speranza
che ti rimette nella strada della vita,
specialmente di sera,
quando la promessa di un’aurora
te la senti sulla pelle
e ciò che prima non capivi e vivevi
ora ti precede quieto.

(Ruggero Marini)


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Piccoli Pensieri (2)

D.

Quando ricevi dei doni tanto grandi, ti accorgi di non avere fatto veramente nulla in grado di meritarteli.
E allora, forse: è davvero Dio che ci chiama alla Vita.

I doni più grandi arrivano attraverso la prova, perché così è piaciuto a Te.
Non importa se mille volte avrò avuto paura di averTi smarrito
e se altre mille soffrirò per averTi tradito,
purché alla fine sappia che il Tuo sguardo vegliava
e senta, nel Tuo abbraccio, che mi avevi atteso tanto.

28 Giugno 2021
Dania

“Perché noi siamo preziosi ai Suoi occhi e valiamo più del più grande dei tesori…Lui sarà con noi ovunque andremo”; siamo noi che ogni giorno dovremmo chiederci se Lo stiamo seguendo, in ciò che diciamo o non diciamo, facciamo o non facciamo perché non basta non fare o dire il male, bisogna fare il bene (“è bene non fare il male ma è male non fare il bene”, Papa Francesco, agosto 2018).
Chiamaci al bene ogni giorno, perché le nostre giornate sorgano e tramontino con Te sulle labbra e nel cuore, come ringraziamento per tutto ciò che sempre ed incessantemente ci doni.
Ti seguiremo Signore e sulla Tua strada cercheremo di camminare e se cadremo “Tu ci rialzerai e solleverai su ali d’aquila…”.

28 Giugno 2021

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