Nostro fratello Giuda (don Primo Mazzolari, 1958)

Martedì santo

(Is 49,1-6 / Sal 70 / Gv 13,21-33.36-38)

Ogni anno, non appena nel racconto evangelico compare il nome di Giuda Iscariota, vado a rileggermi quest’omelia che don Primo Mazzolari tenne nel giovedì santo del 1958. Eccone alcuni passaggi.

 

Povero Giuda! Che cosa gli sia passato nell’anima io non lo so. È uno dei personaggi più misteriosi che noi troviamo nella Passione del Signore. Non cercherò neanche di spiegarvelo, mi accontento di domandarvi un po’ di pietà per il nostro povero fratello Giuda. Non vergognatevi di assumere questa fratellanza. Io non me ne vergogno, perché so quante volte ho tradito il Signore; e credo che nessuno di voi debba vergognarsi di lui. E chiamandolo fratello, noi siamo nel linguaggio del Signore. Quando ha ricevuto il bacio del tradimento, nel Getsemani, il Signore gli ha risposto con quelle parole che non dobbiamo dimenticare: «Amico, con un bacio tradisci il Figlio dell’uomo!»

Amico! Questa parola che vi dice l’infinita tenerezza della carità del Signore, vi fa’ anche capire perché io l’ho chiamato in questo momento fratello. Aveva detto nel Cenacolo non vi chiamerò servi ma amici. Gli Apostoli son diventati gli amici del Signore: buoni o no, generosi o no, fedeli o no, rimangono sempre gli amici. Noi possiamo tradire l’amicizia del Cristo, Cristo non tradisce mai noi, i suoi amici; anche quando non lo meritiamo, anche quando ci rivoltiamo contro di Lui, anche quando lo neghiamo, davanti ai suoi occhi e al suo cuore, noi siamo sempre gli amici del Signore. […]

Come mai un apostolo del Signore è finito come traditore? Conoscete voi, o miei cari fratelli, il mistero del male? Sapete dirmi come noi siamo diventati cattivi? Ricordatevi che nessuno di noi in un certo momento non ha scoperto dentro di sé il male. L’abbiamo visto crescere il male, non sappiamo neanche perché ci siamo abbandonati al male, perché siamo diventati dei bestemmiatori, dei negatori. Non sappiamo neanche perché abbiamo voltato le spalle a Cristo e alla Chiesa. Ad un certo momento ecco, è venuto fuori il male, di dove è venuto fuori? Chi ce l’ha insegnato? Chi ci ha corrotto? Chi ci ha tolto l’innocenza? Chi ci ha tolto la fede? Chi ci ha tolto la capacità di credere nel bene, di amare il bene, di accettare il dovere, di affrontare la vita come una missione? […]

Vedete, Giuda, fratello nostro! Fratello in questa comune miseria e in questa sorpresa! Qualcheduno però, deve avere aiutato Giuda a diventare il Traditore. C’è una parola nel Vangelo, che non spiega il mistero del male di Giuda, ma che ce lo mette davanti in un modo impressionante: «Satana lo ha occupato». Ha preso possesso di lui. Quanta gente ha il mestiere di Satana: distruggere l’opera di Dio, desolare le coscienze, spargere il dubbio, insinuare l’incredulità, togliere la fiducia in Dio, cancellare il Dio dai cuori di tante creature. Questa è l’opera del male, è l’opera di Satana. Ha agito in Giuda e può agire anche dentro di noi se non stiamo attenti. Per questo il Signore aveva detto ai suoi Apostoli là nell’orto degli ulivi, quando se li era chiamati vicini: «State svegli e pregate per non entrare in tentazione».

[…] L’amico, il maestro, colui che l’aveva scelto, che ne aveva fatto un Apostolo, colui che ci ha fatto un figliolo di Dio; che ci ha dato la dignità, la libertà, la grandezza dei figli di Dio. Ecco! Baratto! Trenta denari! Il piccolo guadagno. Vale poco una coscienza, o miei cari fratelli, trenta denari. E qualche volta anche ci vendiamo per meno di trenta denari. Ecco i nostri guadagni, per cui voi sentite di catalogare Giuda come un pessimo affarista. C’è qualcheduno che crede di aver fatto un affare vendendo Cristo, rinnegando Cristo, mettendosi dalla parte dei nemici. Che cosa importa della coscienza, che cosa importa essere cristiani? Che cosa ci importa di Dio? Dio non lo si vede, Dio non ci da’ da mangiare, Dio non ci fa’ divertire, Dio non da’ la ragione della nostra vita.

Perdonatemi se […] vi ho portato delle considerazioni così dolorose, ma io voglio bene anche a Giuda, è mio fratello Giuda. Pregherò per lui anche questa sera, perché io non giudico, io non condanno; dovrei giudicare me, dovrei condannare me. Io non posso non pensare che anche per Giuda la misericordia di Dio – questo abbraccio di carità, quella parola “amico”, che gli ha detto il Signore mentre lui lo baciava per tradirlo – io non posso pensare che questa parola non abbia fatto strada nel suo povero cuore. E lasciate che io domandi a Gesù, a Gesù che è in agonia, a Gesù che ci accetta come siamo, lasciate che io gli domandi, come grazia pasquale, di chiamarmi «amico».

[…] La Pasqua è questa parola detta ad un povero Giuda come me, detta a dei poveri Giuda come noi. Questa è la gioia: che Cristo ci ama, che Cristo ci perdona, che Cristo non vuole che noi ci disperiamo […].

La tua misericordia, o Dio,
ci liberi dalle insidie del male.
Il tuo santo Spirito,
scriva nei nostri cuori la tua Parola
perché, sentendoci chiamare «amici»
possiamo gustare la dolcezza del tuo perdono.

Dal Vangelo secondo Giovanni (13,21-33.36-38)

In quel tempo, [mentre era a mensa con i suoi discepoli,] Gesù fu profondamente turbato e dichiarò: «In verità, in verità io vi dico: uno di voi mi tradirà».
I discepoli si guardavano l’un l’altro, non sapendo bene di chi parlasse. Ora uno dei discepoli, quello che Gesù amava, si trovava a tavola al fianco di Gesù. Simon Pietro gli fece cenno di informarsi chi fosse quello di cui parlava. Ed egli, chinandosi sul petto di Gesù, gli disse: «Signore, chi è?». Rispose Gesù: «È colui per il quale intingerò il boccone e glielo darò». E, intinto il boccone, lo prese e lo diede a Giuda, figlio di Simone Iscariòta. Allora, dopo il boccone, Satana entrò in lui.
Gli disse dunque Gesù: «Quello che vuoi fare, fallo presto». Nessuno dei commensali capì perché gli avesse detto questo; alcuni infatti pensavano che, poiché Giuda teneva la cassa, Gesù gli avesse detto: «Compra quello che ci occorre per la festa», oppure che dovesse dare qualche cosa ai poveri. Egli, preso il boccone, subito uscì. Ed era notte.
Quando fu uscito, Gesù disse: «Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito. Figlioli, ancora per poco sono con voi; voi mi cercherete ma, come ho detto ai Giudei, ora lo dico anche a voi: dove vado io, voi non potete venire».
Simon Pietro gli disse: «Signore, dove vai?». Gli rispose Gesù: «Dove io vado, tu per ora non puoi seguirmi; mi seguirai più tardi». Pietro disse: «Signore, perché non posso seguirti ora? Darò la mia vita per te!». Rispose Gesù: «Darai la tua vita per me? In verità, in verità io ti dico: non canterà il gallo, prima che tu non m’abbia rinnegato tre volte».

Ascolta, Signore, questa preghiera
che ti rivolgo al risveglio
mentre spalanco le finestre
e mi preparo un caffé.

Tu conosci la realtà della vita.
Tu stesso hai provato e sofferto
la durezza di tanti rapporti
e l’impotenza di cambiare le cose.

Per questo mi alzo per tempo
e ho bisogno di pregarti con calma
in questa casa di pace e silenzio
prima di iniziare il lavoro.

Guidami, Signore, in questo giorno
sulla via dell’onestà e della giustizia;
mantienimi saldo nelle scelte
e attenua, se puoi, le tensioni.

dal salmo 5, trascrizione di Sergio Carrarini

Rembrandt, Volto di Cristo, particolare

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Piccoli Pensieri (5)

Ieri lessi il testo un po’ di corsa, presa dagli impegni, ma già mi colpì molto. Questa omelia mi mancava, o forse vi prestai poca attenzione, ma -da quel che ho capito- è un gran bel condensato del suo pensiero, della sua “rivoluzionarietà”, tanto più bella quanto più capace di provocarci anche a decenni di distanza. Omelie di questo tipo servono davvero: semplici, dirette e capaci di accompagnare a “resettare” il punto di vista per non rischiare di fissarci troppo nei nostri binari consueti. Grazie mille per questa testimonianza.

31 Marzo 2021
Emanuela

Ogni anno sempre attuale questa omelia di don Mazzolari.
Un modo, almeno per me, di ricordarci tutte le volte che abbiamo ceduto alla tentazione a abbiamo abbandonato la via indicata da Gesù, prima di giudicare gli errori degli altri, anche se apparentemente più grandi dei nostri.

30 Marzo 2021
Pat

Giuda per me è un mistero e insieme una speranza. La speranza che fra il suo ultimo atto e la sua morte la misericordia di Dio lo abbia raggiunto. Satana non può essere più potente di Dio. E se ha raggiunto il mio fratello Giuda raggiungerà anche me. Arrivederci fratello

30 Marzo 2021
Gianna

Nessun commento, solo una meditazione profonda.

30 Marzo 2021
Stefania

Amico perché ti puoi fidare e in questo nutrire fiducia. Verso il prossimo, che è nostro fratello. Gesù è esempio vero e poi ci siamo noi con le nostre povere e fragili vite.

30 Marzo 2021

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