Noi non siamo spettatori

Domenica delle Palme (B)

(Mc 11,1-10 / Is 50,4-7 / Sal 21 / Fil 2,6-11 / Mc 14,1-15,47)

La natura nei suoi colori primaverili da qualche giorno ci sta chiamando ad uscire dal letargo invernale. La luce del giorno – non ci sono più dubbi – ha già vinto sul buio della notte; la paletta cromatica s’è notevolmente arricchita di colori di ogni tonalità; il cinguettio melodioso si fa sentire fin dal mattino presto. Anche i miei cani trovano decisamente più piacevoli le passeggiate di questa stagione: tutto ciò che spunta dalla terra ha un suo profumo ed è evidente che c’è più passaggio di uomini e animali per le strade e nei parchi. Anche le volpi scendono dai boschi in città e al calar del sole scendono le scale fuori casa, attraversano la piccola piazza antistante gli edifici della parrocchia per poi correre all’esterno – come un medesimo rituale – dietro l’abside della chiesa. 

Si sono aperte le celebrazioni della Settimana Santa e trovano ancora senso quelle parole che i pellegrini cantavano entrando nella città di Gerusalemme per celebrarvi la Pasqua: 

Alzate, o porte, la vostra fronte,
alzatevi, soglie antiche, ed entri il re della gloria.
Chi è questo re della gloria?
Il Signore forte e valoroso, il Signore valoroso in battaglia.
Alzate, o porte, la vostra fronte,
alzatevi, soglie antiche, ed entri il re della gloria.
Chi è mai questo re della gloria?
(salmo 24, 7-10)

Entravano nella città santa e nel Tempio nei giorni delle feste religiosi numerosi fedeli e pellegrini venuti da lontano per celebrare la Pasqua. Si aprono anche per noi il giorni in cui celebriamo la Pasqua di Gesù Cristo. Si aprono le porte dei nostri luoghi di culto e con noi entra il Signore stesso perché egli ama stare dove due o tre sono riuniti nel suo nome.

Tutte le nostre celebrazioni, i riti di questi giorni chiedono a noi un coinvolgimento totale. Noi non saremo spettatori di qualcosa che non ci coinvolgerà per nulla. E nella misura in cui sapremo lasciarci coinvolgere con tutti i nostri sensi, potremo davvero sentire la nostra vita rianimarsi grazie allo Spirito che abbiamo ricevuto dal Risorto. Non è possibile vivere questi giorni senza esserne completamente coinvolti e avvolti e non c’è liturgia della Settimana santa che non ci chieda di prenderne parte interamente con tutto il nostro corpo: le mani che stringono rami d’ulivo e le braccia che si levano al cielo per agitarli; le ginocchia che si flettono quando Gesù, dando un forte grido, spirò (Mc 15,37). Anche il profumo di nardo che domani (lunedì santo) alla lettura del Vangelo (Gv 12,1-11) sarà versato e il cui profumo si spanderà nella chiesa fino ad impregnare i presenti, avrà qualcosa da dirci. L’acqua sui piedi, un bacio dato ad una croce, una candela che rischiara lo sguardo e il cammino… tutto è così sensoriale ed esperienziale in questi giorni della Settimana santa che veramente non possiamo ritenerci semplici spettatori inerti e insensibili a quanto accade.

Noi siamo protagonisti di questi avvenimenti che sono accaduti a motivo di Gesù e attorno a Lui. Sono avvenimenti che riguardano la vita stessa dell’uomo e a fatica riusciamo a coglierne i riflessi per l’intera creazione di cui non siamo che la voce. Non c’è modo migliore per far conoscere cosa accade in questi giorni che dire: «Venite e vedrete» (Gv 1,39). Se ancora ci stessimo accorgendo o ci siamo accorti ormai senza la più minima illusione, che non tutti sanno più cosa si viva nei giorni di questa Settimana santa, a poco servirà parlare di secolarizzazione. A poco o nulla servirà dividere il mondo in schieramenti. Ci sono cose che vissute nel corpo, nella mente e nello spirito, formano e plasmano. E ci sono inviti che possiamo ancora rivolgere che aprono brecce, che spalancano porte… e aprono i cuori. 

Se per grazia potremo partecipare ai riti di questa Settimana santa o se per la stessa grazia avremo la forza anche da soli di aprire il Vangelo e leggere quanto accade in questi giorni, mi piacerebbe chiedere a ciascuno che di quanto ascoltiamo, di quanto vediamo fare, di quanto sentiamo possiamo farne parte a tavola, possiamo condividerlo nelle nostre case. Proprio come accadde allora per i discepoli che si trovarono nel luogo più caro per parlare del loro Maestro, per ricordarne parole e insegnamenti. I riti sono i medesimi da parecchio tempo anche se il fatto di rinnovarli una sola volta l’anno ci danno l’impressione di qualcosa di nuovo ogni volta. Certo è che ogni volta che li riviviamo, per una ragione o per l’altra ci possono colpire in qualcosa, qualcosa che risuona con un momento particolare del nostro vissuto. E questo perché non siamo spettatori. Il coinvolgimento totale del Figlio di Dio nella nostra storia è tale che non possiamo non sentirne il suo passaggio.

Noi non saremo spettatori di quanto accade. Questa via di umiltà potrebbe essere anche la nostra. Se non da spettatori, ci lasciassimo coinvolgere totalmente dalla Sua Pasqua. Buona settimana santa anche a voi, amici vicini e lontani, lettori di sempre o nuovi di questo semplice blog che, come vedete spesso, ormai lascia precedenza a ciò che si vive in presenza nelle celebrazioni. Tuttavia credo che una meditazione che giunge anche verso il tramonto, può farci sperimentare la bellezza di meditare giorno e notte il Vangelo. 

Dal Vangelo secondo Marco
(Mc 11,1-10)

Quando furono vicini a Gerusalemme, verso Bètfage e Betània, presso il monte degli Ulivi, Gesù mandò due dei suoi discepoli e disse loro: «Andate nel villaggio di fronte a voi e subito, entrando in esso, troverete un puledro legato, sul quale nessuno è ancora salito. Slegatelo e portatelo qui. E se qualcuno vi dirà: “Perché fate questo?”, rispondete: “Il Signore ne ha bisogno, ma lo rimanderà qui subito”».
Andarono e trovarono un puledro legato vicino a una porta, fuori sulla strada, e lo slegarono. Alcuni dei presenti dissero loro: «Perché slegate questo puledro?». Ed essi risposero loro come aveva detto Gesù. E li lasciarono fare.
Portarono il puledro da Gesù, vi gettarono sopra i loro mantelli ed egli vi salì sopra. Molti stendevano i propri mantelli sulla strada, altri invece delle fronde, tagliate nei campi. Quelli che precedevano e quelli che seguivano, gridavano:
«Osanna!
Benedetto colui che viene nel nome del Signore!
Benedetto il Regno che viene, del nostro padre Davide!
Osanna nel più alto dei cieli!».

Signore, nostro Dio,
noi vorremmo credere
e avere per le nostre vite
una parola che non salga da noi stessi,
ma che da noi stessi ci faccia uscire.
Metti la fede in me,
in modo che io possa mettermi nella fede.
Nel nome di Gesù Cristo,
che ha camminato la sua vita nella fede in Te.
Amen.


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Piccoli Pensieri (4)

Savina

Vivere la Settimana Santa, dunque viverla e non assistere come spettatori.
Da quando qualcuno mi ha parlato della “composizione di luogo” suggerita da Sant’Ignazio di Loyola negli esercizi spirituali, ne faccio uso per “vivere” questi momenti così intensi.
Allora mi ritrovo con Gesù e tutti quelli che Lo seguivano come una di loro.
Sono una delle donne, salite con Lui a Gerusalemme per ascoltarLo e servirLo, sono lì ad accoglierLo nella gioia degli “Osanna…” pensando ad una vita piena e continua con la Sua presenza.,.
Sono una donna che Lo segue sulla Via del Calvario e, anche se da lontano, vedo la Crocefissione e vorrei gridare che si ponga fine a questa sofferenza…
Sono una donna che cerca di capire cosa sta succedendo, perché tutto questo dolore è per me incomprensibile, inaccettabile…
Sono una donna che segue le altre alla tomba, di nuovo di fronte al mistero…
Sono una donna sorpresa, incredula di rivederLo “risorto” cioè vivo…
Vivo…
Di recente ho letto una vecchia intervista al Cardinal Biffi sulla figura di Gesù.
Ad un certo punto parlando di Gesù Risorto spiega che il Suo cuore batte adesso proprio come il nostro.
Ecco, questa affermazione mi ha lasciata stupita, perché non avevo mai pensato a Lui in questo modo, ma come una condizione del tutto spirituale.
Dunque grazie a chi mi aiuta a riflettere e vivere questi momenti molto belli.

25 Marzo 2024
Anna

Non siamo spettatori se riempiamo la nostra vita di tutti i giorni, le nostre case, i luoghi di lavoro e di vita che scorre con il profumo del Vangelo.

25 Marzo 2024
Emilia Mariani

Grazie Alba: non potevi trovare parole migliori per vivere la Pasqua.

24 Marzo 2024
alba

Donaci di vivere con te
le prove della vita
e di seguirTi fino alla morte
per risvegliarci con Te
nella vera gloria
del mattino di Pasqua.

24 Marzo 2024

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