Nella piana di Ninive

Venerdì  – seconda settimana di Quaresima

(Gen 37,3-4.12-13.17-28 / Sal 104 / Mt 21,33-43.45)

Lurano (BG), ore 5.00. Anche qui, oggi, le scuole non apriranno. I ragazzi a casa in didattica a distanza. Un’altra tegola che ci cade in testa? Famiglie che devono nuovamente organizzarsi in fretta, insegnanti che ieri hanno dovuto mettere a punto il necessario per questi dieci giorni circa di scuola a distanza. Non oso immaginare i sentimenti. Sappiate tuttavia che questo «rodimento» non giova per la grande guarigione che tutto il mondo spera.

Per oggi (e magari nei prossimi giorni) proviamo ad allargare l’orizzonte. E facciamolo insieme ai piccoli, ai ragazzi. Parliamone. Prendete un atlante o un mappamondo (esistono ancora?), una mappa geografica o una qualsiasi App(licazione) e cercate Roma. Poi Baghdad. Anche l’insegnante di storia o di geografia che magari sta spiegando o ha già spiegato la storia ai tempi della «Mezzaluna fertile», l’inizio delle civiltà…

Tra poco più di due ore, proprio da Roma, un aereo si alzerà in volo dalla nostra capitale con destinazione Baghdad, Iraq. E potrebbe essere un’ottima lezione quella che va in onda oggi: Francesco, il papa, si reca in Mesopotamia, nella piana di Ninive, nella terra di Ur dei Caldei, terra di Abramo, nostro padre nella fede. Stampate una mappa di quella terra. Oltre che Baghdad cercate i nomi di queste altre città: Erbil (o Irbil), Najaf, Nassiriya, Mosul, Qaraqosh. E con un pennarello giocate coi piccoli a seguire gli spostamenti di Francesco. S’è già fatto un discreto parlare di questo viaggio. C’è anche chi non ne comprende l’opportunità in tempo di pandemia. Difficile controllare le folle, dicono; ma questo – va detto – non sarà un bagno di folla. In quella terra molti cristiani sono scappati, fuggiti.

Noor Matti è un giovane della chiesa caldea. È nato in Iraq negli anni ’80. Durante la celebre guerra, vive come rifugiato fino a stabilirsi con i suoi genitori negli Stati Uniti d’America e là compie i suoi studi. Nessuna ragione di tornare nel suo paese finché, un giorno, sente il bisogno di dare un senso alla sua vita. Quando, crescendo, conosce e comprende meglio la storia del suo popolo, decide di tornare in Iraq. Si stabilirà a Erbil. Creerà un’associazione umanitaria che ha come fine quello di far tornare i cristiani deportati nella loro terra d’origine. Su frequenze di Babylon-radio ogni mattino augura il buongiorno in lingua inglese al Kurdistan, terra dove si sono riversati i cristiani in fuga dalla guerra. Un modo – dice – per stare vicino alla sua gente, al suo popolo invitandolo a non pensare soltanto alla guerra. In un piccolo villaggio in mezzo ad una piana di terra deserta e desolata, ha aperto un luogo pubblico dove i ragazzi possono giocare insieme.

«Ho scelto questo luogo per una semplice ragione: uno degli obiettivi voluti da Daesh è la pulizia etnica, uno sconvolgimento demografico. Ma questa è la nostra terra, il nostro capitale. Hanno cacciato via la gente. Restano solo alcuni piccoli villaggi abitati. Abbiamo deciso di investire qui per invitare la gente a ritornare su questa terra, terra sulla quale vivono da seimila anni». 

Sei mila anni! Quella è la terra dove tutto ha avuto inizio. Noi veniamo da lì, le radici della nostra fede affondano lì: quello è il luogo dei racconti biblici, quelli che stiamo leggendo, dove ha vissuto Abramo, dove ha camminato il profeta Giona, dove gli abitanti di Ninive al sentirlo parlare si sono convertiti… è una terra culla di civiltà, di cultura. La scrittura è nata lì. 

Il mondo al tempo della pandemia s’è rimpicciolito: dentro le mura di casa sembra che tutti i problemi siano i nostri. Quarantena, didattica a distanza. Non sto sminuendo, intendiamoci. Ma ci sono situazioni di cui non parliamo più, di cui poco sappiamo. Quando, di questi tempi, Francesco sale sull’aereo e parte, ci invita a viaggiare con lui. Non sarebbe male che ciascuno da casa propria seguisse. I mezzi per farlo ci sono, in diretta o in differita. Da vedere o da leggere. È il viaggio di un figlio di Dio che continua ad annunciare un Vangelo di pace e la fraternità tra i popoli. Vai, Francesco!

Signore e Dio nostro, amante degli uomini,
illuminaci con la tua luce
e rinnovaci con l’effusione del tuo Spirito Santo;
rendici degni di ascoltare la tua Parola vivificante
e di comprenderla,
per adempiere la tua santa volontà in ogni cosa.
A te dobbiamo innalzare la gloria,
l’onore e l’adorazione, ora e sempre. Amen.

(Preghiera del rito caldeo, prima della liturgia della Parola)

Sokratis Sinopoulos Quartet, Lyric, Eight Winds

Dal Vangelo secondo Matteo (21,33-43-45)

In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo:
«Ascoltate un’altra parabola: c’era un uomo che possedeva un terreno e vi piantò una vigna. La circondò con una siepe, vi scavò una buca per il torchio e costruì una torre. La diede in affitto a dei contadini e se ne andò lontano.
Quando arrivò il tempo di raccogliere i frutti, mandò i suoi servi dai contadini a ritirare il raccolto. Ma i contadini presero i servi e uno lo bastonarono, un altro lo uccisero, un altro lo lapidarono. Mandò di nuovo altri servi, più numerosi dei primi, ma li trattarono allo stesso modo.
Da ultimo mandò loro il proprio figlio dicendo: “Avranno rispetto per mio figlio!”. Ma i contadini, visto il figlio, dissero tra loro: “Costui è l’erede. Su, uccidiamolo e avremo noi la sua eredità!”. Lo presero, lo cacciarono fuori dalla vigna e lo uccisero.
Quando verrà dunque il padrone della vigna, che cosa farà a quei contadini?».
Gli risposero: «Quei malvagi, li farà morire miseramente e darà in affitto la vigna ad altri contadini, che gli consegneranno i frutti a suo tempo».
E Gesù disse loro: «Non avete mai letto nelle Scritture:
“La pietra che i costruttori hanno scartato
è diventata la pietra d’angolo;
questo è stato fatto dal Signore
ed è una meraviglia ai nostri occhi”?
Perciò io vi dico: a voi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che ne produca i frutti».
Udite queste parabole, i capi dei sacerdoti e i farisei capirono che parlava di loro. Cercavano di catturarlo, ma ebbero paura della folla, perché lo considerava un profeta.

Raccogliamo istanti
di luce, per illuminare
ogni alba che sorge
davanti ai nostri occhi.

Soffiamo polvere di luce,
doniamo scintille di pace,
spargiamo come sale
piccoli gesti di umanità:
sorrisi luminosi,
parole incandescenti,
sguardi che abbracciano;

per illuminare il volto
di chi incontriamo,
per scaldare il cuore
di chi è smarrito,
per ritrovare il senso
della luce che siamo,
quel sapore di infinito
che rende unico
il dono della vita
che custodiamo.

Noor Matti al microfono di Babylon-Radio
un campo di rifugiati in Kurdistan

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Piccoli Pensieri (6)

Gianna

Prima di tutto ringrazio di nuovo don Stefano per farmi conoscere storie di vita, e non solo, di cui non sapevo nulla. Io, noi, abbiamo avuto la fortuna di nascere dalla parte “bella” del mondo, e pertanto la parte “brutta” scivola spesso via, non ci appartiene, si proviamo dispiacere, orrore, impotenza, ma poi la nostra coperta del benessere ci avvolge e ci sentiamo protetti. Ma le cose possono cambiare, come sta succedendo, e a volte l’angoscia ha il sopravvento, ma la nostra coperta, forse un po’ meno avvolgente, fa ancora il suo dovere. E dall’altra parte? Che ingiustizia. Adoro Papa Francesco: “Tacciano le armi, si dia voce agli artigiani della pace”.

5 Marzo 2021
M. Antonietta

Parole di Papa Francesco

Con questa parabola molto dura Gesù mette i suoi interlocutori di fronte alla loro responsabilità, e lo fa con estrema chiarezza. Ma non pensiamo che questo ammonimento valga solo per quelli che rifiutarono Gesù in quel tempo. Vale per ogni tempo, anche per il nostro.
Anche oggi Dio aspetta i frutti della sua vigna da coloro che ha inviato a lavorare in essa. Tutti noi (…) La vigna è del Signore, non nostra.
L’autorità è un servizio, e come tale va esercitata, per il bene di tutti e per la diffusione del Vangelo.
(Angelus 4 ottobre 2020)

Ringraziamo Dio Padre, lo Spirito Santo per avercelo donato e preghiamo per lui come ci chiede ogni domenica ed anche oggi.

5 Marzo 2021
Maria Rosa

Papa Francesco ti accompagnamo con la preghiera

5 Marzo 2021
Antonella

Ieri avevo pensato al senso di una vita difficile, problematica, faticosa, più dolore che gioia…ebbene è proprio questa la situazione che ti permette di fare scelte e dare un senso ai giorni
Fare scelte anche su terreni aridi

5 Marzo 2021

Che bella la preghiera del rito caldeo! E che bello anche cambiare un po’ la prospettiva, ampliare lo sguardo, riscoprire luoghi e scoprire la storia di un altro uomo di buona volontà. Ogni tanto ci vuole proprio!

5 Marzo 2021
Maria

Grazie ,sarà un bel viaggio anche per me.

5 Marzo 2021

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