Materna, filiale e fraterna

Data :24 Maggio 2021
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Beata Vergine Maria, madre della Chiesa

(Gen 3, 9-15.20 / Sal 86 / Gv 19,25-34)

Nel Vangelo di Giovanni – che ci ha accompagnato per tutta la durata del tempo pasquale – non si parla molto della madre di Gesù. Pochissimo, a dire il vero. Ancor meno che negli altri Vangeli. È presente all’inizio,  quando il Figlio compì il primo segno. La ritroviamo alla fine, quando per quel Figlio giunse l’ora di dare la vita. 

Il terzo giorno vi fu una festa di nozze a Cana di Galilea e c’era la madre di Gesù. Venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: «Non hanno vino». […] Sua madre disse ai servitori: «Qualsiasi cosa vi dica, fatela». (Gv 2,1.3.5)

E poi venne l’ora in cui lo Sposo fu tolto. L’ora del digiuno, il momento in cui mangiare sembra qualcosa di insensato se non hai con chi condividere. Il momento in cui non ha senso brindare alla vita. Sapendo poi che quel Figlio aveva condiviso tutto con noi, compresa l’amarezza di essere associato ai peccatori. A Cana l’acqua si trasformò in vino; ai piedi della croce il vino è già diventato aceto. Troppo poco ci curiamo della gioia che Gesù ci ha dato; la lasciamo da parte, come vino che va in aceto. Venne per moltiplicare la gioia e gli uomini guastarono la festa. Moltiplicare la gioia o non dover essere costretti a sospendere la festa, è qualcosa che sgorga dall’obbedienza alla parola del Figlio, parola che ora, per noi, è già Vangelo. La madre invitò i servi a fare ciò che suo Figlio avrebbe chiesto. Il Figlio, Lui, era tutto dedito a fare ciò che il Padre gli diceva. 

Maria, colei che invitava i servi a fare ciò che suo Figlio avrebbe detto, si ricordò della parola che lei stesso aveva detto. Ora, ai piedi della croce, è Maria stessa che deve compiere quella parola. Dall’alto della croce, Gesù disse a sua Madre: «Donna, ecco tuo figlio!». Non un comando. Non un ordine. Piuttosto un dono. Un invito a guardare diversamente il mondo. Colui che sapeva di attirare i nostri sguardi a sé, si guarda attorno. Chiese di rimanere in lui. Chi lo avrebbe fatto -disse – avrebbe portato molto frutto. Ai piedi della croce rimase la madre stessa e il discepolo amato. Pronti a portare frutto.

L’ultimo sguardo terreno di Gesù prima di chiudere gli occhi nella morte, fu uno sguardo che dice ciò che di più bello sulla terra ci possa essere: una relazione di custodia e quella capacità di ricevere tutto come un dono, non fosse altro che ciò che rimane di una vicenda che ora pare soltanto essere il culmine della tristezza e del non senso.

Ma il Figlio ha ancora sete. Come ebbe sete al pozzo, quando incontrò la Samaritana. L’uomo ha sempre sete di relazioni che danno vita, che generano. Anche quello stare sulla croce o ai suoi piedi non poteva che trasformarsi in un momento generativo. Non poteva finire tutto nella morte. L’amore non poteva essere inghiottito dalla morte. Trasformò così quel suo essere figlio di Maria nella carne e nel sangue, in una relazione spirituale, consegnando il figlio alla madre e la madre al figlio stesso, ma soprattutto consegnando il suo Spirito.

Fare quello che il Figlio chiede significa dare ad ogni relazione un volto spirituale. Ora che tutti sono animati dallo stesso spirito non dovremmo far altro che riconoscerlo presente in ciascuno ed accogliere tutti in quella relazione materna, filiale e fraterna. Il Padre, dal canto suo, provvederà sempre a tutto ciò che ci distrae: il cibo, il vestito. A noi è chiesto di cercare il regno di Dio e la sua giustizia. Egli è il regno di Dio in mezzo a noi. La giustizia del regno invece è continuamente da cercare perché questa sta racchiusa e nascosta nel volto di coloro che potremmo aver l’ardire di chiamare fratelli.

Dall’anno 2018, per volontà di papa Francesco, il giorno che segue la solennità di Pentecoste è dedicato a Maria che oggi salutiamo con un nuovo nome: Madre della Chiesa. Questo nome di Madre della Chiesa gli venne attribuito già da Giovanni Paolo II. Era l’anno 1980. Il fatto poi che Maria sia – oltre che Madre di Cristo – anche Madre della Chiesa era già in qualche modo presente nelle parole di sant’Agostino e di san Leone Magno. Il primo, infatti, dice che Maria è madre delle membra di Cristo, perché ha cooperato con la sua carità alla rinascita dei fedeli nella Chiesa; l’altro poi, quando evidenzia che la nascita del Capo è anche la nascita del Corpo, indica che Maria è al contempo madre di Cristo, Figlio di Dio, e madre delle membra del suo corpo, cioè della Chiesa.

Se siamo stanchi,
Spirito santo, facci gustare il riposo del cuore.
Se siamo agitati da paure e inquietudini,
Spirito santo, poni in noi la calma.
Se siamo aridi per l’egoismo
e se di fronte ai nostri fratelli in pena
rimaniamo freddi come ghiaccio,
Spirito santo, fa’ scaturire in noi
l’acqua dolce della benevolenza.
Rendi giuste le nostre parole
falsate dalla menzogna.
Se la tristezza ci raggiunge e ci amareggia,
Spirito santo, diffondi in noi
la vera gioia straripante che viene da Dio!
Spirito santo, lavora la capacità
del nostro spirito e del nostro cuore
come fa il contadino
che lavora e prepara la sua terra
per avere abbondanti raccolti futuri.

(Charles Singer)

Dal Vangelo secondo Giovanni (19,25-34)

In quel tempo, stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala.
Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!». E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé.
Dopo questo, Gesù, sapendo che ormai tutto era compiuto, affinché si compisse la Scrittura, disse: «Ho sete». Vi era lì un vaso pieno di aceto; posero perciò una spugna, imbevuta di aceto, in cima a una canna e gliela accostarono alla bocca. Dopo aver preso l’aceto, Gesù disse: «È compiuto!». E, chinato il capo, consegnò lo spirito.
Era il giorno della Parasceve e i Giudei, perché i corpi non rimanessero sulla croce durante il sabato – era infatti un giorno solenne quel sabato –, chiesero a Pilato che fossero spezzate loro le gambe e fossero portati via. Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe all’uno e all’altro che erano stati crocifissi insieme con lui. Venuti però da Gesù, vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua.

Santa Maria, Madre del Signore,
la tua fede ci guida.
Volgi lo sguardo verso i tuoi figli,
Terra del Cielo.
La strada è lunga
e su di noi la notte scende.
Intercedi presso il Cristo,
Terra del Cielo.


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Piccoli Pensieri (2)

Gianna

È verissimo, l’amore è più forte della morte, di fronte alla morte di un figlio il sentimento che prevale è un amore totale che non morirà mai, ma un dolore grande accompagna questo amore. Maria, tu che hai provato cosa significa, abbraccia tutte le mamme che hanno vissuto la tua esperienza.

24 Maggio 2021
Dania

“Una è la fede, una è la speranza, una è l’amore che ci unisce a Te”. E non può che essere amore di madre/padre e di figli in quella duplice relazione: di co-genitorialità, perché grazie a Te, Signore, possiamo generare vita e amore; di figliolanza, perché abbiamo bisogno di sentirci amati da una Madre, alla quale Gesù ci affidò come ultimo bellissimo gesto di amore prima di consegnare il Suo Spirito e amati da un Padre che vuole il Bene, che è pace, amore, gioia per tutti i suoi figli.
Che il Signore possa essere nelle nostre vite, per riempire le nostre giornate e donarci il Suo Spirito, per sentirci tutti fratelli e sorelle in questa terra di Dio.

24 Maggio 2021

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