L’orizzonte tra cielo e terra

Data :29 Novembre 2021
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LASCIAMI ENTRARE
Lasciamo entrare,
per ritrovare la vita che hai perduto vivendo,
la saggezza che hai perduto sapendo.
Lasciami entrare
a cercare nel tuo silenzio la tua coscienza sepolta,
il tuo sospiro amaro.
Lasciami entrare,
e passare nel cuore di tutti i tuoi tormenti,
perché tu ritorni a volere davvero
quello che lo Spirito sogna.
Lasciami entrare,
a mendicare un po’ di pane
nella tua stanza senza fuoco.
Riscoprano i tuoi occhi la luce che ha il mio volto. 

(Luigi Verdi, Preghiere)

Vieni Signore Gesù, Maranathà

Dal Vangelo secondo Matteo (8,5-11)

In quel tempo, entrato Gesù in Cafàrnao, gli venne incontro un centurione che lo scongiurava e diceva: «Signore, il mio servo è in casa, a letto, paralizzato e soffre terribilmente». Gli disse: «Verrò e lo guarirò».
Ma il centurione rispose: «Signore, io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto, ma di’ soltanto una parola e il mio servo sarà guarito. Pur essendo anch’io un subalterno, ho dei soldati sotto di me e dico a uno: “Va’!”, ed egli va; e a un altro: “Vieni!”, ed egli viene; e al mio servo: “Fa’ questo!”, ed egli lo fa».
Ascoltandolo, Gesù si meravigliò e disse a quelli che lo seguivano: «In verità io vi dico, in Israele non ho trovato nessuno con una fede così grande! Ora io vi dico che molti verranno dall’oriente e dall’occidente e siederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli».

Una spanna di grandine alla porta, fulmini che cadono fino a terra e non troppo lontano da casa, e poi raggi di un sole che sembra ancor più caldo misti a pioggia, le nubi di piombo mescolate al colore del cielo terso, come sulla tavolozza di un pittore. Per un attimo è perfino sembrato che il Vangelo della prima domenica di Avvento avesse il suo degno scenario per non lasciarci soltanto immaginare questi sconvolgimenti. E alla fine, un arcobaleno su una terra ancora imbiancata da granella di ghiaccio.

Oggi invece, apriamo il Vangelo di Matteo. Capitolo ottavo: si descrive uno dei miracoli che Gesù compie. Poco prima aveva guarito un lebbroso e subito dopo guarirà la suocera di Pietro. E ancora: placherà il mare in tempesta e libererà due indemoniati. Nelle pagine seguenti si racconteranno altre guarigioni. Segni inconfutabili di una precisa volontà: guarire, liberare, ridonare vita. Gli disse: «Verrò e lo guarirò»

Gesù rianima la speranza di coloro che incontra e sarà lui stesso a riconosce la loro fede. Il fatto è che i desideri del nostro cuore e la nostra stessa fede si scontrano spesso con il sentimento al quale il centurione riesce a dar voce: «Signore, io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto». Può succedere anche a noi di non sentirci degni di incontrare il Signore e di ricevere una sua visita in casa nostra. Il centurione, in fondo, era pure un pagano, non apparteneva al popolo di Israele. Obbediva ad altre leggi, ad altri ordini. Non certo a tutti quei precetti da custodire nel cuore e da portare sulle labbra.
Se a questo poi aggiungiamo il fatto che c’è sempre qualcuno che interviene a mettere anche solo un piccolo accento su questo aspetto di indegnità…. ecco che una paralisi spirituale è bell’e fatta! Certo è più impegnativo ed esigente fare un passo nella direzione dell’altro. È più semplice tirare una linea e definire criteri di appartenenza o di non appartenenza. E troppo spesso ci si limita a questo.

Che bisogno abbiamo di tirare una linea per separare il cielo dalla terra? L’orizzonte non è solo linea di separazione ma punto di contato. Qual é dunque l’orizzonte della nostra fede, il punto di contatto tra Dio e l’uomo? L’uomo sentirà sempre una distanza tra cielo e terra, tra sé e il suo Dio. Già per il fatto che non siamo così sicuri di credere davvero, e di credere a Dio e non ad un idolo fatto dalla nostra testa. Ma per il mistero che ci stiamo preparando a celebrare, per quel natale di Gesù in terra, non possiamo che convertirci a questa vicinanza nella carne! E non è affatto un dettaglio che l’incontro con Dio passi proprio attraverso guarigioni della carne. 

Credo che ci sia ancora molto da lavorare in favore del Vangelo e in favore dell’uomo quando questi non fa che credersi così impossibilitato all’incontro con Dio. Potrà pur darsi che noi, come il centurione, non ne siamo affatto degni. In fondo siamo sempre un po’ pagani pure noi! Eppure ogni giorno nell’Eucarestia, ci capita di pregare ripetutamente con queste parole, per altro molto più precise ora di qualche tempo fa: «Noi ti rendiamo grazie, Signore, perché ci hai resi degni di stare alla tua presenza». Sono parole recentemente revisionate dalla recentissima riforma del Messale che, in sé grandi cambiamenti non ne ha… ma almeno di quelli che ci sono, accorgiamocene!

Ciò che detta legge nel Vangelo, e dunque nella vita dei credenti è il cuore di Dio che ha desideri ben precisi. Ma pure il cuore dell’uomo, che la Parola di Dio conosce, sa leggere e scrutare in profondità, ha il suo perché. Il centurione, lui, ha nel cuore questo desiderio di bene per quel suo servo (o figlio?). Gesù ha nel cuore questo desiderio di risanare l’uomo, oltre ogni appartenenza. Purché nel cuore dell’uomo ci sia questo desiderio. E non per sé stesso, ma per gli altri, per qualcuno che ci sta a cuore. Il cuore del Vangelo è avere nel cuore gli altri. Dio ha l’umano nel cuore.

Nel regno di Dio, quel regno che sarà affollato di gente proveniente da oriente come da occidente, si accede per la porta del cuore, passando per la casa dell’uomo. Quel centurione poi ci insegna la fede: egli conosce il potere della parola che egli stesso è abituato ad utilizzare nella logica del comando a cui segue una pronta esecuzione. Davvero ha una fede grande quest’uomo pagano se più di noi crede al potere di una parola che attende d’essere eseguita.

Vi propongo di ascoltare un brano intitolato Is he Worthy? (È lui degno?) di Chris Tomlin. Ne riporto di seguito la traduzione. 

Sentite che il mondo si sta guastando?
Lo sentiamo!
Sentite le tenebre farsi più fitte?
Lo sentiamo!
Ma sapete che l’oscurità non impedirà alla Luce di attraversarla?
Lo sappiamo!
Desiderate vedere tutto fatto nuovo?
Lo desideriamo!

La creazione sta forse soffrendo? Sì!
Forse una nuova creazione sta arrivando? Sì!
La gloria del Signore è Luce in mezzo a noi? Lo è!
E non è bene che lo rammentiamo a noi stessi? Lo è!

C’è qualcuno degno? C’è qualcuno giusto?
C’è qualcuno capace di rompere il sigillo
e aprire il Libro?
Il leone di Giuda, che ha vinto la morte,
Lui è la radice di Davide,
l’Agnello che morì per liberare chi è schiavo.
È Lui degno? È Lui degno?
Di tutta la benedizione, l’onore e la gloria
è Lui degno di tutto questo?
Lo è!

Il Padre ci ama veramente? Lo fa!
Lo Spirito si muove tra di noi? Lo fa!
E Gesù, il nostro Messia, 
unisce a sé per sempre coloro che ama? Lo fa!
Il nostro Dio intende dimorare di nuovo assieme a noi? Lo fa!


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Piccoli Pensieri (1)

Dania

Quando sento questo passo di Vangelo non posso fare a meno di pensare a ciò che diciamo “Signore non sono degna…ma dì soltanto una parola ed io sarò salvata”. E Lui sempre pronto a dirla, a credere in noi, scommettere tutto su di noi e raggiungerci con quel dono gratuito, con quell’invito che, se accolto, sa già di Resurrezione. È un miracolo ogni volta ciò che può compiere in noi quel piccolo pezzo di Pane. Prima la Parola e poi l’Eucarestia donate a tutti, indistintamente e gratuitamente e quali mendicanti che potremmo riconoscere di essere o provare ad essere in ogni celebrazione, mai torneremo a mani vuote perché Lui nelle nostre mani ha messo il Suo tutto.
Ho detto ai bimbi che sono accanto a me a Messa, che non possono ancora fare la Comunione, di guardare chi la riceve, per vedere cosa accade, se scorgono la luce sul volto, il sorriso sotto la mascherina ed una gioia grande nel cuore di quelle persone. E spero sempre che sia così…

29 Novembre 2021

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