Liberandoci dal male
(1Ts 5,1-6.9-11 / Sal 26 / Lc 4,31-37)
Uscito dalla sinagoga di Nazareth, passando in mezzo ad un’assemblea che s’era riempita di sdegno nei suoi confronti, si mise in cammino. Scese a Cafarnao, per poter continuare ad insegnare. Che cosa sappiamo dell’uomo, di noi stessi e del mondo, se il Vangelo stesso non ci desse una mano a comprendere, a comprenderci? Non sappiamo dove Gesù avesse studiato ma certamente ciò che colpiva nel suo insegnamento era la sua autorevolezza, fondata – potremmo dire – direttamente in Dio.
Per dare fondamento ad un pensiero o ad un insegnamento, siamo soliti fare citazioni o riferimenti a parole di altre persone più autorevoli. Quando Gesù insegnava non faceva riferimento a nessun altro rabbi. Insegnando ai suoi discepoli la preghiera, incuriositi dal fatto che Gesù non lo avesse ancora fatto come fanno tutti gli altri maestri, concluse la preghiera del «Padre nostro» con le parole «ma liberaci dal Male».
La gente rimaneva stupita degli insegnamento di Gesù, certamente per le sue parole ma ciò che gli conferisce autorità è precisamente questo potere che egli ha di liberare dal Male. Non sentiva il bisogno di insegnare formule di preghiera perché dalle sue azioni si poteva risalire alla fonte stessa di quell’agire.
Non gli importava d’essere riconosciuto, salutato o venerato. Nemmeno quelli della sua Nazareth gli riconobbero quel legame con il cielo. Soltanto si meravigliarono che il figlio di Giuseppe potesse parlare e agire in quel modo. Certamente scelse di ridare alla santità di Dio il luogo più adatto dove risplendere, dove rivelarsi: l’uomo. Ecco dunque cosa accadde a Cafarnao, nei pressi della sinagoga.
La tua Parola è molto vicina,
Signore nostro Dio,
molto vicina è la tua grazia.
Vienici incontro
con la tua potenza e la tua misericordia.
Non lasciare che siamo sordi alla tua voce,
ma rendici aperti e ricettivi
per Gesù Cristo, tuo figlio,
che verrà per cercarci e salvarci,
oggi e ogni giorno, fino all’eternità
Huub Oosterhuis
Dal Vangelo secondo Luca (4,31-37)
In quel tempo, Gesù scese a Cafàrnao, città della Galilea, e in giorno di sabato insegnava alla gente. Erano stupiti del suo insegnamento perché la sua parola aveva autorità.
Nella sinagoga c’era un uomo che era posseduto da un demonio impuro; cominciò a gridare forte: «Basta! Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!».
Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E il demonio lo gettò a terra in mezzo alla gente e uscì da lui, senza fargli alcun male.
Tutti furono presi da timore e si dicevano l’un l’altro: «Che parola è mai questa, che comanda con autorità e potenza agli spiriti impuri ed essi se ne vanno?». E la sua fama si diffondeva in ogni luogo della regione circostante.
Il Signore è mia luce e mia salvezza:
di chi avrò timore?
Il Signore è difesa della mia vita:
di chi avrò paura?
Una cosa ho chiesto al Signore,
questa sola io cerco:
abitare nella casa del Signore
tutti i giorni della mia vita,
per contemplare la bellezza del Signore
e ammirare il suo santuario.
Sono certo di contemplare la bontà del Signore
nella terra dei viventi.
Spera nel Signore, sii forte,
si rinsaldi il tuo cuore e spera nel Signore.
La parola è un mezzo importante di comunicazione.
Poi c’è la voce, ci sono il timbro e il tono.
Mediante l’espressione del volto, la postura del corpo, la gestualità e la prossimità abbiamo tutta la complessità del sistema che favorisce la buona comunicazione.
Per cui, se lo vogliamo, possiamo fare cose grandi grazie al buon uso di tutto ciò che abbiamo a disposizione.
Sembra tantissimo mettendolo per scritto, ma nella concretezza dei fatti … basta una parola, detta con il cuore, a coinvolgere tutto questo insieme di cose che possono provocare effetti speciali.
Appunto, grandi cose.
Tu Signore ci fai dono di tutto questo,
e più ancora, della Tua Parola.
Quanta potenza dentro la Tua Parola!
Quanta forza!
Basta un Tuo ordine a far fuggire il male,
ed è subito purificazione e bene, all’istante!
Aiutami a rendermi davvero conto della Tua grandezza, perché mediante la Fede io sappia ascoltare la Tua parola ed agire, mettendola in pratica.
Affidarsi a Te significa sentirsi abbracciati e custoditi nell’Amore e con Te, insieme a Te, secondo la Tua parola,
… realizzare cose grandi …
Davvero mi basta una Tua parola,
ed ecco il mio grazie.
Un prete mi ha detto che quando un’anima si avvicina a Dio il Maligno fa di tutto per sottrargliela e questo mi ha un po’ inquietata ma poi mi sono detta che al male si può e deve rispondere solo con il bene e noi abbiamo in Gesù il nostro bene più grande. Che la nostra fede si rinsaldi ed il nostro spirito si fortifichi affinché resista forte all’avversario, al male che c’è fuori ma ancor più a quello che viene da dentro affinché ci si possa scoprire forti della Sua sola forza, perché nostra forza è il Signore. Lui per noi ha combattuto e combatte ogni male, sconfiggendolo con l’amore. E sempre verrà in nostro soccorso, se Lo invochiamo con cuore sincero e ci affidiamo a Lui. RendiamoGli grazie ora e sempre
Una cosa ho chiesto al Signore, questi solo io desidero: abitare nella casa del Signore tutti i giorni della mia vita.
Stare sulla soglia della casa del Signore e meglio che abitare nelle tende degli empi
Quel groviglio del cuore, in cui pensieri e preoccupazioni sembrano prendere il sopravvento, trova nella parola di Gesù la cura che guarisce perchè dà fiducia, certezza, misericordia e amore.