…in attesa dell’Epifania

Data :5 Gennaio 2022
Commenti: (3)

Le feste natalizie stanno per terminare. Da san Martino a santa Lucia, senza escludere San Nicola e lo stesso Gesù Bambino, c’è questa lunga teoria di santi che portano doni. E anche i Magi sono anzitutto emblema di umana generosità. In ogni incontro c’è sempre uno scambio. E non si tratta soltanto di non arrivare a mani vuote, ma di saper riconoscere ciò che l’altro mi può offrire. 

C’è un significato – forse troppo primordiale? – di tutte le feste natalizie in genere: si racconta la capacità di fare dono! Si educano i piccoli ad attendere il dono, a riconoscerlo e ringraziare. Come Dio dona il suo Figlio unigenito, così noi siamo invitati ad offrirci in dono la più cordiale e umana condivisione.

Tra i canti natalizi – seppure appertenente alla tradizione inglese – c’è un canto natalizio che potrebbe aiutarci a custodire, senza perderlo, questo spirito natalizio, rinnovabile – ovviamente – in ogni giorno più ordinario. Le parole del canto vennero composte nel 1853 da un pastore britannico John Mason Neale, per esaltarne la proverbiale bontà e generosità del Re Venceslao, re di Boemia, morto nel 929. Si racconta di un meraviglioso scambio di doni avvenuto il giorno dopo il Natale. La melodia invece è antichissima: si tratta di un canto che inneggiava alla primavera e risale al secolo XIII e venne trovato nel 1582 in una raccolta finlandese intitolata Piæ Cantiones.

Questa canto non può che invitarci a compiere ancora miracoli di generosità, perché come si dice espressamente nel testo, anche un ricco, se guarda al povero, riceve benedizione. Non è forse questo uno dei molteplici significati della festa dell’Epifania?
Vi suggerisco per l’ascolto due differenti esecuzioni. Bellissime! Testo originale e traduzione ci aiutano a comprendere. Buon ascolto!

Bing Crosby, GOOD KING WENCESLAS

Good King Wenceslas looked out,
on the Feast of Stephen,
when the snow lay round about,
deep and crisp and even;
brightly shone the moon that night,
though the frost was cruel
when a poor man came in sight,
gathering winter fuel.

«Hither, page, and stand by me,
if though know it, telling,
yonder peasant, who is he?
Where and what his dwelling?»
«Sire, he lives a good league hence,
underneath the mountain;
right against the forest fence,
by Saint Agnes’ fountain.»

«Bring me flesh, and bring me wine,
bring me pine logs hither;
thou and I will see him dine,
when we bear them thither.»
Page and monarch, forth they went,
forth they went together;
thro’ the rude wind’s wild lament
and the bitter weather.

«Sire, the night is darker now,
and the wind blows stronger;
fails my heart, I know not how,
I can go no longer.»
«Mark my footsteps, my good page;
tread thou in them boldly;
though shalt find the winter’s rage
freeze thy blood less coldly.»

In his master’s steps he trod,
where the snow lay dinted;
heat was in the very sod
which the Saint had printed.
Therefore, Christian men, be sure,
wealth or rank possessing,
ye who now will bless the poor,
shall yourself find blessing.

Il re Venceslao buono e gentile
a Santo Stefano guardò fuori dalla finestra
mentre la neve come un mano sottile
ovunque tutto copriva. 
Splendeva alta la luna quella notte
anche se il freddo era amaro come il fiele
quando a mezzanotte vide la fuori
un pover’uomo C
he raccoglieva legna
per l’inverno crudele.

«Vieni qui e dimmi, o paggio
chi è quell’uomo la fuori da solo?
Dove sta andando e dove porta il suo viaggio?»
«Signore, egli non è altri che un boscaiolo,
vive non lontano ma in un luogo deserto
sotto la montagna, lontano dal paese
proprio vicino alla siepe nel punto più erto
accanto alla fontana di San’Agnese»

«Portami della carne e anche del vino
portami anche dei ceppi di pino:
io e te a casa sua ci recheremo,
e tutti insieme un banchetto faremo»
E così il paggio e il signore di casa uscirono
e attraverso le gelide folate di vento
per qualche miglio camminarono
Senza una parola, senza neanche un lamento

«Sire, la notte si è fatta più scura,
e il vento si è fatto più forte:
tremo e il mio cuore ha paura
temo di incontrare presto la morte»
«Segui i miei passi, mio buon paggio!
Nelle mie orme devi camminare
non fermarti, fatti coraggio!
E il tuo sangue smetterà di gelare»

Seguendo le orme del padrone,
che incessanti solcavano la neve
si ristorò con quel calore enorme
che il santo lasciava sul manto lieve.
Perciò, sta tranquillo, tu che sei cristiano:
per quanto ricco tu sia
colui che al povero dà una mano
troverà benedizione.

Michala Petri, flauto / Danish National Vocal Ensemble, direttore Michael Bojesen

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Piccoli Pensieri (3)

Rosaemma

Che gradita emozione,don Stefano! Un dolcissimo ricordo mi si riaffaccia alla memoria:mia figlia, da piccola, ascoltava la storia e la musica del re Venceslao, re di Boemia…Mi riferisco agli anni ’80 e si usavano, allora, le musicassette.
Grazie,don… è un pezzo di vita che oggi mi riprendo!

6 Gennaio 2022
Mauro

Ciao don Stefano! Credo proprio che abbiamo tutti bisogno di seguire una stella…
Mi passerai il paragone ma seguo il tuo blog da pochi giorni (e ti faccio i miei complimenti) e seguo te da quando eri a Seriate ed ora ti ritrovo qui.
Sicuramente non ti ricorderai di me ma con la bella stagione – e covid permettendo – verrò a trovarti, se possibile.
Buona epifania a te e a tutti quelli che leggono.

6 Gennaio 2022
Emanuela

… per tre saggi re
che a vegliare stanno,
quella stella è il gran segnal
dell’atteso Natal!

Grazie di averci dato l’occasione di impararla e cantarla, anche se con un testo diverso!

Buon Natale e buona Epifania a te don Stefano e a tutta la comunità di questo blog.

5 Gennaio 2022

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