Figli delle stelle e pronipoti del denaro

Epifania di Gesù (Is 60,1-6 / Sal 71 / Ef 3,2-3.5-6 / Mt 2,1-12)

Ieri sera, mentre ascoltavo discretamente il tributo a Battiato, dicevo tra me e me che se mio padre fosse ancora qui, ieri sera anche lui sarebbe stato davanti alla TV ad ascoltare, e certamente con meno discrezione ma alzando il volume fino a farsi avvolgere completamente da quella musica. Non mi prende la nostalgia, ma il felice ricordo, pieno di riconoscenza, per aver ascoltato dall’infanzia queste musiche. Questa musica la associo in particolare ai trasferimenti dalla pianura al mar ligure, nei periodi di vacanza. In quei testi c’erano parole e concetti che un bambino non comprende… eppure ti restano dentro e, inaspettatamente, te li ritrovi per via.

Passatemi il ricordo e la citazione della serata musicale ma mi s’è accesa una lampadina in testa mentre ancora pensavo ai Magi e ascoltavo una canzone. «Siamo figli delle stelle e pronipoti di sua maestà il denaro» cantava. Siamo veramente figli delle stelle, dai tempi di Abramo. Siamo pieni di desideri, i nostri spazi sembrano non bastarci mai, guardiamo al cielo perché la Terra non sempre ci appare come il luogo ideale su cui muovere i nostri passi. Questa cosa di guardare il cielo, di osservare le stelle è un gesto spontaneo della fede – o fors’anche della speranza – che insegniamo volentieri ai piccoli. È il segno che non siamo solo fatti di terra. È segno di grandi aneliti, di grandi slanci. O, più semplicemente, è segno di una naturale propensione a cercare Luce, non fosse che un puntino, nella notte profonda. E tra piccoli punti di luce ci si perde a guardare quale sia il più luminoso, così come tra i desideri si cerca sempre quel primo che si vorrebbe realizzato. 

D’altro canto, siamo davvero anche i pronipoti del denaro, che mai come oggi  regge e governa le sorti della Terra. Nel Vangelo di questa festa, Erode incarna proprio quella terrena invidia di un eventuale re che possa essere più potente e dunque più ricco. Ma a leggere attentamente non solo Erode si sente turbato dall’ipotesi di un nuovo re. All’udire questo,  -si legge nel brano evangelico – il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Perfino la Città santa è turbata dall’ipotesi di un altro modo di stare al mondo e di governarlo. Erode e Gerusalemme avevano trovato un buon compromesso per stare al mondo. Barricarsi dentro le mura di un sistema è tanto vincolante quanto rassicurante. E noi, oggi, ancora non sappiamo se quest’appartenenza rassicurante ci conviene veramente o se preferiamo metterci in cammino seguendo una stella. 

Erode e gli abitanti credevano di vivere sicuri dentro il perimetro della Città santa, dove gli umani poteri si fanno l’occhiolino e, in men che non si dica, si può pensare di tornare a vivere nella tranquillità… fino al prossimo problema. Il Vangelo invece non tace di Magi venuti da lontano, di re o pastori che fossero, ma certo disposti a mettersi in cammino e a fare dono di ciò che hanno. E tutto questo dalla prima pagina del Vangelo fino alla penultima, quando questo re dei Giudei sarà appeso alla croce e davanti a Lui ci si interroga: chi metteremo a nostra guida? Dietro chi muoveremo i nostri passi?

Erode è spaventato al pensiero di un re temibile come suo concorrente. A noi, discepoli di questo Bambino, spaventa di più la croce e la scansiamo facendoci pronipoti dei poteri di questa terra. Quanto turbamento ci prende anche oggi. Oggi come allora. Al pensiero che qualcuno su questa terra possa muoversi seguendo un sogno di Vita piena e di libertà e non dietro flussi di denaro. E quanti, per cristiani che siano, sono turbati al pensiero di questi camminatori che sfidano confini e intemperie. Che cosa si teme? Stando al Vangelo, potremmo temere di scoprirli capaci di gesti più umani di quelli che pensiamo di saper compiere, gesti di condivisione e non da «carità delle briciole».

Non si tratta di gareggiare in generosità. Anche questo sarebbe soltanto espressione di potere. Si tratta più decisivamente di adorare questo Bambino e di accettarne la sua proposta di Vita, il Vangelo. I Magi non sono stati a Betlemme per fare della carità ad un povero bambino più sfortunato di altri. I Magi vanno per adorare. Si adora Dio e non gli idoli. E adorando Lui non possiamo che portare sulle nostre labbra le sue parole, il suo Vangelo. Adorare, «Ad os», sulla bocca…c’è da portare alle nostre labbra le Sue parole, parole che costano la vita stessa di chi le pronuncia. Ma tra quelle parole che gettano turbamento in mezzo alla coltre di smarrimento, come pure in mezzo al quieto vivere, c’è una Parola, più preziosa di tutte, che quel Bambino ci avrebbe insegnato per stare a questo mondo: «Abbà, Padre». E quella Parola fatta carne è «Figlio».

Per il tuo Verbo, per Gesù Cristo
noi ci spendiamo, Signore Dio,
se no, chi altri
potremo attenderci da Te?
Egli è il tuo cuore, tuo Figlio,
la tua compassione.
Egli è i Tuoi occhi, Egli ci ha veduti;
Egli è la Tua bocca che ci rivolge la Parola
e nella sua Parola
noi riceviamo e conosciamo Te.
Noi Ti preghiamo in nome di quest’uomo
perché chi vede Lui
contempla Te, o Padre,
e questo basta
a noi, a questo mondo,
per tutti i tempi.
Amen.

(Huub Oosterhuis)

Dal Vangelo secondo Matteo (2,1-12)

Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme e dicevano: «Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo». All’udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo. Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: “E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero l’ultima delle città principali di Giuda: da te infatti uscirà un capo che sarà il pastore del mio popolo, Israele”».
Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme dicendo: «Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo».
Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese.

Gente del mio popolo, 
con i Magi venuti ad adorarlo,
il Bambino di speranza vi chiama alla fraternità.
Temete le frontiere! Sono delle ferite.
Sono l’indurimento dei cuori.
Chiudono gli ingressi,
barricano gli spiriti, schiacciano la fede!
Finiscono sempre in dominio e in filo spinato
per circondare le coscienze del dialogo e dell’incontro.
Gente del mio popolo, abbiate l’audacia
dell’apertura e della fraternità.
Ognuno vi ascolterà e vi capirà
e si rallegrerà
nella propria lingua, nella propria cultura,
nella propria religione, nella propria umana ricerca,
e verranno numerosi, da ogni luogo, 
per costruire con voi!
Allora la Parola che è dal principio,
la Parola venuta ad abitare in mezzo a voi,
uscirà dal Presepio per rallegrarsi nella buona notizia,
fino all’intimo dell’umanità!
Avete tanto aspettato un re!
Perché è necessario almeno un re,
di grande presenza e dalla parola seducente,
per condurre il popolo a dare a ciascuno secondo il dovuto.
E voi contemplate un bambino silenzioso
che non ha altra gloria
che l’umile discrezione dei poveri!
Avete tanto aspettato un Dio!
Perché è necessario almeno un Dio,
raggiante di splendore e dalla potenza diffusa;
per rinnovare il mondo
e distribuire le parti con equità.
E voi contemplate un figlio d’uomo
che non ha altra maestà
che la sua umanità nascente.
Stessa condizione, stessa vita, stessa morte,
per essere vicino a noi.


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Piccoli Pensieri (4)

Savina

Guardando “L’ adorazione dei Magi”, quadro proposto in questa riflessione, mi commuove l’atteggiamento di uno dei magi chinato in terra che si lascia accarezzare da Gesù Bambino e mi sembra che gli baci i piedini.
Come uno di famiglia, mentre anche uno dei due compagni in piedi si sta togliendo il copricapo come a voler imitare il gesto…
Certo che per loro questo Bambino doveva essere Qualcuno di speciale se avevano fatto così tanta strada per incontrarLo!
E penso non sia stata solo la stella, una cometa senz’altro particolare, a metterli in moto o gli studi di antiche scritture, ma l’azione dello Spirito li ha illuminati sulla venuta alla luce di un Re del tutto speciale, tanto da farli partire.
Chissà se quello chinato è Melchiorre, Gaspare o Baldassarre…
Questi i nomi che la tradizione ci ha tramandato e il loro passaggio, in alcune zone, comporta portare benedizione tale da far scrivere sulla porta di casa questa scritta “+20 MGB 22+” all’inizio del nuovo anno (spero di ricordare bene).
Perfino il cielo sottolinea questo cammino perché in questo periodo, e ben prima di Natale, appaiono tre stelle che da Oriente vanno ad Occidente quasi in fila indiana…
Mia mamma ci portava fuori ad ammirare questo passaggio, io lo aspetto tutti gli anni ed esco a cercare queste stelle che ricordano i Magi e l’attesa del Natale.
Così questo Bambino è riuscito a mettere in moto tante persone:
Maria e Giuseppe che vanno a Betlemme, i pastori che Lo vanno a vedere dopo l’annuncio degli Angeli, i Magi che lo trovano dopo tanto cammino.
Un bambino appena nato, una categoria allora senza considerazione, senza diritti eppure tutti hanno capito Chi era e si sono messi in movimento per rendere omaggio,tornando poi alle
loro usate occupazioni con la gioia in cuore e rendendo grazie.
Auguro a me stessa di sapermi mettere in moto come loro, ogni anno contemplando il presepe, sapendo che quel Bambino diventerà quel Gesù, camminatore instancabile sulle nostre strade e narratore di Misericordia, che con sguardo d’amore mi invita a seguirLo.

6 Gennaio 2022

A pensare alla fatica fatta dai Magi che, pur avendo accuratamente studiato ed essendo rimasti attenti ed aperti a riconoscere il segno, per poi seguirlo (che era pure un segno bello chiaro: una cometa…!) hanno comunque dovuto chiedere aiuto (ad Erode)…Noi come possiamo farcela? Con quale luce possiamo illuminare il nostro cammino?
Io onestamente credo che oggi si faccia un po’ più fatica a vederla, ma non perché non ci sia, solo che è un po’ più nascosta dalla coltre di imput (sensoriali, famigliari, virtuali, lavorativi, social etc etc) cui siamo continuamente sottoposti. Eppure c’è…C’è un “filo di luce” che può guidare un cammino che ci porti un po’ più prossimi al messaggio di Gesù. Questo filo è composto da tutte quelle azioni ed iniziative che portano più vicini alla radice praticabile di un nuovo mondo più fraterno e possibile. Iniziative pubbliche ma anche private, di ong come di comuni mortali che, nella loro stessa vita, nelle loro proprie azioni (piccole o grandi che siano) quotidiane contribuiscono a curare e diffondere buone pratiche per un mondo un po’ più giusto ed equo per tutti. E questi ci sono, ci sono eccome! Probabilmente siamo circondati da più frammenti di questo filo di luce di quanto non crediamo. Eppure c’è, eppure lavora, eppure -io ho davvero fiducia- si estende e può aumentare esponenzialmente la sua potenza. Come? Con qualche frammento di attenzione da parte di tutti, con qualche frammento d’investimento da parte di tutti. Allora questo filo sarà abbastanza luminoso da illuminare il percorso di ciascuno, perché anche noi si possa guardare la stella e camminare seguendola.

6 Gennaio 2022
... Alba

Signore, risveglia il desiderio di vita piena che sonnecchia nel mio cuore e guidami con la Tua luce.
Bene ha detto papa Francesco oggi all’angelus: Guarda la stella e cammina!

6 Gennaio 2022
Dania

Grazie Don Stefano…
A noi non è mai stato chiesto di adorarci gli uni gli altri ma di amarci per adorarne Uno Solo:
“A Cristo che era, che è e che viene, Signore del tempo e della storia, lode perenne nei secoli dei secoli”.
Donaci, Signore, forza, tenacia, coraggio e coerenza di vita per proseguire il nostro cammino, lasciandoci guidare da tutto ciò che conduce a Te.

6 Gennaio 2022

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