Il cuore nel pozzo

Data :29 Ottobre 2021
Commenti: (3)

Mediteremo oggi una terza guarigione operata da Gesù in giorno di sabato e sarà pure l’ultima volta che si argomenta attorno al sabato, prima dell’ultimo sabato quello che segue alla morte di croce. Ma ricordiamo anche solo le altre due guarigioni: la prima fu quella dell’uomo dalla mano inaridita e la seconda riguardava una donna curva da parecchio tempo. Come mai questa insistenza dell’evangelista non solo attorno al tema delle guarigioni ma delle guarigioni in giorno di sabato?

Non si deve di certo pensare a queste guarigioni avvenute in giorno di sabato come un intento esplicito di violare la Legge del riposo sabbatico. Piuttosto si vuol dare al sabato il suo vero senso: la gioia del regno di Dio è anticipata proprio in questo giorno. Diverse sono anche le reazioni dei presenti: inizialmente pieni di rabbia, si divideranno poi tra gli avversari che proveranno vergogna e la folla che si rallegra. Nel brano di oggi, a guarigione avvenuta, si registra un silenzio ingiustificato dei presenti dato che Gesù li chiama proprio in causa con una domanda molto esplicita: «Chi di voi, se un figlio o un bue gli cade nel pozzo, non lo tirerà fuori subito in giorno di sabato?»

La tradizione ebraica parla del sabato come di una montagna appesa ad un filo nel senso che il comandamento che prevede il riposo in giorno di sabato, non aveva molti riferimenti scritturistici quanto piuttosto una serie enorme di interpretazioni che appesantivano quel filo a cui ci si doveva aggrappare per risollevarsi e trovare riposo.

Certamente i tre malati che Gesù guarisce in giorno di sabato non erano esposti a immediato rischio di morte. Avrebbero potuto attendere l’indomani. Certamente per compiere queste guarigioni Gesù avrebbe potuto attendere il giorno seguente: un giorno in più di attesa in fondo non avrebbe cambiato la vita di chi s’era abituato a convivere col suo male. Certo è che per Gesù attendere un giorno in più avrebbe significato un giorno in meno per gustare la gioia del regno di Dio. 

Le tre guarigioni operate in giorno di sabato, sommandole assieme, diventano parabola di atteggiamenti religiosi da curare, da guarire. Una mano inaridita è incapace di compiere il bene, una persona curva faticherà a guardare avanti e un idropico è simbolo di una religiosità che gonfia il corpo ma gli impedisce di passare per la porta stretta di cui Gesù aveva appena parlato. Idropisia è ritenzione idrica. Il rischio di quel capo dei farisei – nonché il rischio di ogni credente – è proprio quello di assomigliare ad un corpo che trattiene troppi liquidi e si gonfia tanto da impedire che i movimenti siano naturali. Se i precetti religiosi fossero come gocce d’acqua, ne saremmo pieni da esserne perfino impacciati. Come l’acqua fondamentale alla vita, diventa per l’idropico minaccia alla vita stessa, così la Legge e tutte le sue interpretazioni, un mare fatto di tante gocce d’acqua, diventa il luogo in cui l’uomo rischia di affogare. E quando un figlio cade nel pozzo, il Padre non può che calarsi per salvarlo. È il cuore della fede.

Dice Jung: «Un numero assurdo di persone resta bloccata. Potrebbe andare molto più oltre se qualcuno dicesse loro le cose giuste o se riuscissero a dedicare a se stessi il tempo necessario. Se nulla osta, l’uomo tende a diventare un essere completo, perché è quella la legge che ha dentro».

Non ci sarà dunque,
per le cose che sono,
non la morte, bensì
un’altra specie di fine,
o una grande ragione:
qualcosa così,
come un perdono?

Fernando Pessoa

Dal Vangelo secondo Luca (14,1-6)

Un sabato Gesù si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare ed essi stavano a osservarlo. Ed ecco, davanti a lui vi era un uomo malato di idropisìa.
Rivolgendosi ai dottori della Legge e ai farisei, Gesù disse: «È lecito o no guarire di sabato?». Ma essi tacquero. Egli lo prese per mano, lo guarì e lo congedò.
Poi disse loro: «Chi di voi, se un figlio o un bue gli cade nel pozzo, non lo tirerà fuori subito in giorno di sabato?». E non potevano rispondere nulla a queste parole.

Signore,
fammi vivere di un unico,
grande sentimento.
Fa’ che io compia amorevolmente
le mille piccole azioni di ogni giorno,
e insieme riconduci
tutte queste piccole azioni
ad un unico centro,
a un profondo sentimento
di disponibilità e di amore.
Allora quel che farò,
o il luogo in cui mi troverò
non avrà più molta importanza.

(Etty Hillesum)


Rimani aggiornato per ricevere i miei nuovi articoli




Piccoli Pensieri (3)

Dania

Questo brano di Vangelo lo abbiamo già ascoltato in questi mesi…ascoltare e ri-ascoltare non per dire che si sa già ma per diventare, per riconoscere umilmente che non sempre essere uomini significa essere umani, o dirsi cristiani è far risplendere il Cristo che c’è in noi. L’amore dovrebbe venire sempre prima di ogni cosa e dovrebbe essere la nostra bussola quotidiana, così come le persone dovrebbero venire prima di regole e prescrizioni perché Gesù, nella libertà, si prese cura ed amò chiunque incontrò, anche chi non riuscì ad accogliere e vivere la Sua novità, il Suo messaggio.
Prendersi cura è aversi a cuore e nel cuore.
“Avrò cura di te” dissero la terra, la pioggia, il sole e perfino una capinera al piccolo seme…
Qualcuno di noi si prende cura, sempre!

29 Ottobre 2021
... Alba

Quante volte mi capita, dopo aver letto la Parola del Vangelo, di non saper rispondere alle domande poste da Gesù sulla mia vita e i miei comportamenti non sempre sono in linea con il messaggio evangelico ascoltato.
Ma Tu Signore sei sempre disposto a prendermi per mano, a rialzarmi ed aiutarmi a riprendere il cammino nonostante i dubbi e i silenzi.

29 Ottobre 2021
Savina

Non c’è niente da fare! Ormai Gesù è diventato un “osservato speciale” da stuzzicare in vari modi.
Questa volta gli mettono davanti, proprio a tavola, questa persona malata di idropisia dove ti accorgi subito di cosa soffre.
Viene da pensare che o è un parente di questo capo dei farisei, o è stato invitato apposta.
Come sempre, Gesù non si sottrae alle provocazioni, gli basta una domanda per far riflettere queste persone, se si lasceranno interrogare.
Gesù riporta sempre all’essenziale, al cuore della Parola, a quei due comandamenti che riassumono tutto.
Ecco, mi capita spesso di chiedere allo Spirito risposte pronte per dare “ragione della speranza che è in me” come dice San Paolo, perché se da una parte mi è chiaro il messaggio, dall’altra mi è difficile comunicarlo ad altri.
Che il Signore illumini la mia mente!

29 Ottobre 2021

Scrivi il tuo Pensiero

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *