È nato tuo fratello! Abbine cura. E Lui ti salverà.
Natale di Gesù
messa nella notte Is 9,1-6 / Sal 95 / Tt 2,11-14 / Lc 2,1-14
messa dell’aurora Is 62,11-12 / Sal 96 / Tt 3,4-7 / Lc 2,15-20
messa del giorno Is 52,7-10 / Sal 97 / Eb 1,1-6 / Gv 1,1-18
Ci sono notti in cui non si dorme. Sono le notti degli ammalati e di chi tiene loro compagnia. Le notti di chi è in carcere in attesa di una sentenza. Ci sono notti in cui non si dorme neppure per la morte di qualche caro. Le notti dentro le guerre. Le notti al freddo, in alloggi di fortuna. E chissà quante altre notti… di chissà quante altre persone.
E notti come questa, che non andrei mai a dormire. È da poco passata la mezzanotte. Non più stanco di chi lavora sul serio, di chi fa giornata di lavori pesanti, ma arrivo sempre stanco alla celebrazione nella notte di Natale. Eppure so che Lui non delude mai e ogni volta mi fa rinascere. E succede sempre. Non andrei più a dormire: il mondo è rinnovato, ogni cosa è fatta nuova. C’è il mondo da scoprire, da conoscere… una nuova creazione, con tutte le sue creature. Che sia giunto a noi il regno di Dio?
Quando l’Altissimo fa doni, scopri che questi sono sempre materia viva. Non ha mai regalato un soprammobile o inutili gingilli. È sempre qualcosa da custodire e di cui devi avere cura. Se c’è vita, anche la più fragile, sei sempre davanti ad un dono di Dio.
Da quella notte di Natale a Betlemme, passando per ogni 25 dicembre, io non me la sento proprio più di pensare che Dio sia misterioso e sconosciuto. Dio s’è rivelato, s’è fatto conoscere. Ciò che di Lui non comprendiamo non è legato ad una sua volontà di nascondersi, quanto piuttosto alla nostra durezza di cuore, alla nostra incapacità di entrare in questo mistero ormai non più inconoscibile che è Dio-con-noi. E questo mi pare il nome più adeguato. Non semplicemente Dio. Egli è Dio-con-noi. Altrimenti non è. Altrimenti dov’è? Dio s’è fatto conoscere.
Così comincio sempre più a convincermi che più che in Dio, il vero mistero è da sempre nell’uomo. Nel nostro cuore. In ciò che siamo e non appare. In ciò che si rivela ma non era questo che volevamo. In ciò che noi stessi non riusciamo a spiegarci. In tutte queste contraddizioni interne ed esterne. Ora so che l’uomo è il vero mistero. Ma non perdiamoci d’animo dal momento che Egli, ora, è con noi.
Questa notte, alcuni bambini durante la messa di Natale hanno lasciato papà e mamma, come fossero già grandi. Sonagli alla mano – portare gioia è il loro sacro ministero – hanno camminato lungo la navata della chiesa, dietro a quel bimbo appena nato, prima di andare insieme ad adagiarlo nella mangiatoia: seguire quell’uomo appena nato a Betlemme non può che aiutarci a comprendere ancor più che cos’è l’uomo e soprattutto comprendere perché Dio ne provi tanta compassione. È per noi una grande, grandissima consolazione. Un motivo di gioia. Ecco perché abbiamo suonato: sonagli, organo e perfino un quartetto di ottoni… e un incanto di voci: «Gloria a Dio nell’alto dei cieli e pace in terra agli uomini che egli ama!»
Oggi, consumate con gioia il vostro pranzo natalizio. E prima di spezzare il pane e di alzare i calici per un brindisi alla Vita, qualcuno a nome di tutti dica: «Benedetto sei tu, Signore, per questo pasto! Ci ridona forza nell’anima e nel corpo perché possiamo, con rinnovata gioia e fiducia, servirti nei nostri fratelli più poveri che incontreremo lungo il cammino». E tutti dicano: «Amen, così sia!»
Egli viene.
E con Lui viene la gioia.
Se lo vuoi, ti è vicino.
Anche se non lo vuoi, ti è vicino.
Ti parla anche se non parli.
Se non l’ami, egli ti ama ancor di più.
Se ti perdi, viene a cercarti.
Se non sai camminare, ti porta.
Se tu piangi, sei beato perché lui ti consola.
Se sei povero, hai assicurato il regno dei cieli.
Se hai fame e sete di giustizia, sei saziato.
Se perseguitato per causa di giustizia,
puoi rallegrarti ed esultare.
Così entra nel mondo la gioia,
attraverso un bambino che non ha niente.
La gioia è fatta di niente,
perché ogni uomo che viene al mondo
viene a mani vuote.
Cammina, lavora e soffre a mani vuote,
muore e va di là a mani vuote.
(don Primo Mazzolari)
Caro Gesù bambino, vorrei che anche nelle nostri “notti” ognuno di noi sognasse un Angelo custode che ci dice:”non avere paura, non sei solo, il Signore è con te”
Le nostre mani sempre troppo piene, diventino sempre più vuote, perché Tu così sei venuto al mondo… Solo così potremo alzarle esultanti verso Te per cantare la gioia che c’è nel profondo ogni volta che nasci e vieni a dirci che sei nostro Fratello e che siamo tutti figli dello stesso Padre, che ama tutti indistintamente e gratuitamente. Torneremo ad essere bambini per apprendere da Te l’ascolto, l’obbedienza e l’amore dimostrato per tutta quanta la creazione, nata come meraviglioso dipinto che porta la firma di Dio, Tuo e nostro Padre.
Auguri di cuore a tutti perché Natale non sia solo oggi, ma ogni volta che facciamo spazio a Lui e agli altri
È proprio vero che le cose meno conosciamo sono quelle a noi più vicine. Tanto peggio se sono dentro di noi e noi, oggi piú che mai, siamo sempre meno abituati a guardarci dentro, esplorarci ed interrogarci. Ma quando riusciamo a farlo, è tanto più preziosa la scoperta che facciamo sia per noi che per tutti coloro che incontriamo. Grazie mille Don Stefano per questo splendido regalo di Natale, mi ha commossa. Un lieto Natale a tutti di tutto cuore!
Grazie, don Stefano. Ci hai condotti con la freschezza e lo stupore di un bambino nella gioiosa realtà del Natale . Lo hai fatto con sapienza, usando e risvegliando i nostri sensi e attraverso di essi hai toccato il cuore indurito dal dolore, dalla stanchezza e dalla paura…
Commossa fino alle lacrime finalmente posso dire:è nato e fiorisce ancora la speranza.
Grazie di cuore, che la Grazia del Signore sia con te e con tutti noi. Auguri a te e a tutti.
Viene
il Dio buono,
il Dio fedele,
il Dio povero
che si spoglia
per rivestirci,
che muore
per farci vivere.
Anna Maria Canopi