Del regno di Dio

Data :25 Ottobre 2022
Commenti: (5)

A volte bastano davvero poche parole:
Venga il Tuo regno.
Venga il Tuo regno.
Venga il Tuo regno…

Dal Vangelo secondo Luca (13,18-21)

In quel tempo, diceva Gesù: «A che cosa è simile il regno di Dio, e a che cosa lo posso paragonare? È simile a un granello di senape, che un uomo prese e gettò nel suo giardino; crebbe, divenne un albero e gli uccelli del cielo vennero a fare il nido fra i suoi rami».
E disse ancora: «A che cosa posso paragonare il regno di Dio? È simile al lievito, che una donna prese e mescolò in tre misure di farina, finché non fu tutta lievitata».

Di primo acchito si potrebbe forse rimanere spiazzati al pensiero che anche Dio abbia un suo regno; che presso di Lui le cosa possano funzionare come succede tra gli uomini sulla terra. Chiedere poi che il suo regno venga, come Gesù ci ha insegnato a dire nell’unica preghiera da Lui rivelata, può forse farci pensare ad un regno che possa anche solo costituire una minaccia per altri regni. 

Gesù lo attestò: il regno di Dio non è qualcosa che ancora deve venire. Il regno di Dio è già in mezzo a noi. Da quando Gesù stesso aprì le nostre orecchie a questo annuncio noi possiamo fare dalla nostra esistenza una continua ricerca di questo regno, come si può desiderare una terra migliore sulla quale abitare, come si può cercare un paradiso perduto. E pure può succedere di sentirsi dire da Gesù stesso che da quel regno non siamo lontani e che a volte basta davvero pochissimo per esserci dentro. 

Il regno di Dio tuttavia non ha bisogno della precisione di coordinate geografiche e dell’esattezza di un esercizio di bilancio per essere cercato, definito o compreso. A chi, obbedendo alla parola di Gesù, ha deciso di cercare anzitutto il regno di Dio, bastano alcune indicazioni che paiono perfino approssimative ma che in realtà lasciano intravedere la profondità di questo regno. Più che la vastità. Il regno di Dio non si estende sulla terra al modo dei regni umani che per esistere, per farsi spazio, per estendersi non fanno che distruggere, invadere… fare guerra.

Il regno di Dio è simile a… Quando parlerà di regno di Dio non darà mai definizioni rigorose ed esatte. Sempre una somiglianza. Non si dimenticherà neppure che l’uomo per la sua singolarità e nella sua unicità (che sono pre sinonimi di varietà), anch’egli porta in sé l’immagine e la somiglianza di Dio. Come possa l’unicità di Dio stare nella diversità degli uomini è davvero un grande mistero. Da sondare. Come possa la piccolezza del regno di Dio estendersi ovunque ci sono uomini capaci di ascolto e desiderosi di cercare anche questo è parte dello stesso mistero. 

Del regno di Dio non diede dunque mai definizioni rigorose ed esatte. Semplici indicazioni che fanno cenno alla pazienza e ad alcune leggi vitali ben più forti della morte. Semplice indicazione che stuzzicano la fantasia, aprono all’attesa di un domani. Il regno di Dio conosce la forza della vita contenuta nel più piccolo granello di senape da gettare in un giardino certi che proprio quel gettare non ha nulla a che vedere col perdere, con il buttar via. Si getta un seme perché affondi le sue radici nelle profondità del sottosuolo ed estenda i suoi rami fino al cielo.

Il regno di Dio è poi simile a quel poco lievito che da dentro spinge tutta la massa di pasta a fermentare, a crescere. Che cosa ne farà quella donna di quella pasta fermentata? Pane, biscotti, focacce? Questo lo deciderà lei stessa, nella sua libertà, nella sua fantasia, forse a secondo dei momenti della giornata, a secondo dei componenti della sua famiglia, del suo quartiere… ella però non dimentica lo scopo di quell’impasto: dare nutrimento, alimentare la vita e far crescere la comunione. Così è del regno di Dio.

Quando, o Gesù,
passerò dalle tenebre alla Luce,
dalla morte alla Vita,
dalla paura di perderti
alla gioia di possederti?
Vieni, Signore Gesù!

(santa Gemma Galgani)


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Piccoli Pensieri (5)

Emanuela

“La poesia nel mondo
è un battito di ciglia;
è una farfalla figlia del silenzio,
che batte le ali e hai colori del tempo
e non ha pace, non ha età”

È l’inizio di una canzone di Enrico Ruggeri che mi è capitato di riascoltare proprio stasera, poco prima di leggere questo Vangelo e il commento.
Mi sembra di ritrovarci la stessa ricerca delle piccole cose, nelle quali si può riconoscere la bellezza e la vera grandezza; il Regno di Dio.
Si intitola ‘La poesia’.

25 Ottobre 2022
Savina

Le parole di Gesù mi hanno sempre colpito per la loro semplicità ma di grande efficacia.
Ecco che per spiegare il regno di Dio (concetto che i suoi conterranei forse non capivano vivendo già in un regno), prende a prestito oggetti della realtà quotidiana.
Tutti conoscevano i semi, per non parlare del lievito…
Ma è sulla loro trasformazione che Gesù “gioca” per spiegare il concetto.
Un piccolissimo seme che diventa un arbusto importante e utile anche per gli uccellini.
E il lievito. Un ingrediente che pare compiere una magia, andando a rendere soffice ciò che altrimenti rimarrebbe duro e secco.
Il regno di Dio, quando veramente ci impegnamo a cercare, trasforma la nostra vita,
Allora ci accorgiamo di quale ricchezza possiamo godere.

25 Ottobre 2022

Il seme germina dentro la terra così come il lievito dentro la farina e, allo stesso modo, il regno di Dio sta “ben nascosto sotto i nostri occhi”. Dove? Dentro di noi.
Ovvero il posto in cui siamo meno abituati a guardare. Perché guardarsi dentro è difficile, fa paura. Eppure la chiave sta tutta lí: avere il coraggio di guardare, far luce, noi per primi, e preparare il terreno dove la parola di Dio possa germogliare, crescere e portare frutto. Dapprima dentro di noi per poi sbocciare, affacciarsi anche all’esterno.

25 Ottobre 2022
Maria Rosa

Mi ritrovo e mi interpella molto ciò che ci dici nel tuo commento alla parabola.
Che ne farò del pane? Che ne farò delle focacce?
Che ne farò di tutto ciò che tu mi metti nelle mani?
Donaci, Signore, di usarli per la Comunione.

25 Ottobre 2022
Stefania

Salire, scendere, sono le parole della tua riflessione dell’altro giorno e di quelle di Papa Francesco.
Così come le immagini che hai scelto oggi per noi.
Entrambe quelle forme di vita scendono e salgono.
Entrambe ci nutrono, sono essenziali.
Grazie don Stefano.

25 Ottobre 2022

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