Uno sguardo alla terra, al cielo e al cuore
(aggiornamenti biografici)
Pubblico oggi un mio articolo scritto lo scorso 4 ottobre, articolo apparso in questi giorni su «Il Messaggero», rivista di informazione della Missione Cattolica Italiana di Losanna.
Scrivo a voi da una piccola casa in campagna, sulle colline vicino al Lago di Garda. Le finestre sono ormai chiuse ma non smetto di guardare fuori dove le stagioni si susseguono: l’autunno è finalmente arrivato dopo un’estate davvero torrida. Intanto piove, tranquillamente. E quest’acqua che scende lenta dal cielo, senza fare danni, sembra una benedizione. I contadini hanno da poco raccolto il grano, hanno concluso la vendemmia. La terra – nonostante tutto – continua a dare i suoi frutti.
È con queste immagini che amo rileggere questi giorni: è vero che pure nel cuore dell’uomo germogliano propositi che, col passare del tempo, potranno diventare buoni frutti. Disse Gesù: «Dai loro frutti li riconoscerete» (Mt 7,16). È così che mi piace pensare a questo tempo in cui, dopo una richiesta giuntami della Coordinazione Nazionale delle Missioni Cattoliche Italiane in Svizzera, ho voluto pronunciare un nuovo «sì». Un rinnovato proposito di servire il Vangelo. È una disponibilità che sento piena di gioia.
Vivo in campagna. Le grandi città sono lontane. Imposto sul navigatore l’indirizzo della Missione Cattolica di Losanna, rue Orient-Ville. Dista da qui circa quattrocentocinquanta chilometri. Una distanza che tra pochi giorni sarà azzerata. Cerco un modo per raggiungervi già, per saperci già vicini nonostante l’attuale distanza e così non faccio altro che alzare lo sguardo: è lo stesso sole che ci illumina, la stessa luna che rischiara la notte e quelle stelle a trapuntare il cielo. Guardiamo spesso il cielo e pensiamoci, salutiamoci senza neppur conoscerci ancora: c’è una promessa in questo sguardo rivolto al cielo. Così capitò ad Abramo, nella notte dei tempi, in un tempo che non sembra più il nostro. Abramo si mise in cammino, verso una terra che Dio gli avrebbe indicato.
Metto davanti ai miei occhi la parola «missione». Missione è questo cammino che Dio chiede a noi di fare insieme sulla terra. Missione è piuttosto un compito, un impegno, un servizio. E per te? Per voi? Cosa significa «missione»? Cammineremo insieme cercando di vivere questa missione, guardando a volte verso i monti, proprio quelli che stanno davanti al lago Lemano o dietro la grande città di Losanna. A volte guardando il lago stesso pensando – perché no? – a quella chiamata che Gesù rivolse proprio a dei pescatori che vivevano attorno al lago di Tiberiade. «Seguitemi – disse – vi farà pescatori di uomini» (Mc 1,17). Si intuisce già il senso della missione: c’è da salvare l’umanità, questa terra buona che può dare frutti buoni. Cammineremo insieme in città, tra le sue vie e in mezzo ai nostri numerosi impegni della vita più quotidiana. Ci conosceremo, ci riconosceremo e ci saluteremo. Che bel frutto! E potremo, se lo vorrete, ritrovarci insieme nel giorno della festa, il giorno del riposo, il giorno del Signore.
Sempre guardando verso il cielo, cercando le stelle, piccole luci nel buio, segni dei nostri desideri che a volte sembrano irraggiungibili. Chiedete, per favore, ai più piccoli della comunità: «Che desideri avete nel cuore?». E agli anziani: «Quali desideri vi hanno mosso?». Guardando alla terra, guardando il cielo, guardando nel nostro cuore o nel cuore di coloro che incontreremo (fors’anche solo per una sola volta) cercheremo ovunque il Regno di Dio, per scorgervi sempre quella Luce che non conosce tramonto: Gesù, il suo Vangelo, la sua Buona Parola. Lui è presente. È Lui che ci accompagna sempre e ovunque.
Penso con riconoscenza ai miei primi anni di ministero quando all’età di ventinove anni partivo da Bergamo per la Missione di Neuchâtel. Ho già vissuto per sette anni in Svizzera e ora torno con vent’anni in più ma il cuore ha lo stesso entusiasmo.
Qualche tempo fa ho incontrato don Gian Paolo. Mi ha accolto in Missione: una casa aperta e un uomo, un prete che sento già amico e fratello. Pochi giorni fa ci siamo rivisti proprio in questa casa dove ora sto scrivendo: un semplice pranzo insieme. Questi due incontri mi sono sembrati una primizia, il frutto di una promessa di Bene, di fraternità. A don Gian Paolo la mia riconoscenza, la mia personale gratitudine per quanto ha svolto con molta attenzione e dedizione ma soprattutto per aver accompagnato – insieme a molti collaboratori – la Missione Cattolica di Losanna nel tempo difficilissimo della pandemia.
In attesa di vederci e di conoscerci…
Penso di essere stata una delle prime a sapere della tua vocazione (eravamo dei ragazzini); c’ero quando ti hanno ordinato sacerdote e c’ero alla tua prima messa: quanta emozione! Tu hai preparato i libretti e hai suonato al mio matrimonio. Sono passati tantissimi anni! Ti ricordo sempre con tanto affetto e sono davvero contenta della tua nuova missione. Che il Signore ti benedica e ti accompagni in questo nuovo cammino.
Benedetti siano i tuoi passi!
Un grande abbraccio
È bello sentirti felice di portare il Vangelo là dove ora il S’ignore ti vuole. Le distanze si avvicinano quando si ha la stessa meta… La preghiera quotidiana ci rende vicini e… chissà che prima o poi ci sarà occasione di condividete ancora PAROLA E PANE. Grazie.
«C’è sempre un perché» mi dicevo in questi giorni, al mattino, non trovando «ottogiorni».
Di sera mi rileggevo «pensieri sparsi» e «litanie delle piccole cose». Mi hanno fatto compagnia. Ecco, ora capisco. Una nuova chiamata.
Grazie don Stefano, buon cammino per il suo sì alla nuova missione.
Grazie don Stefano, grazie di cuore per averci accompagnato, nel tempo che sei stato con noi, a conoscere, approfondire, apprezzare la Parola di Dio, sia il Vecchio che il Nuovo Testamento.
Con pazienza e continuità, cercando di trasmetterci il tuo amore per Cristo, che tante volte ti ha fatto commuovere, lasciandomi sempre colpita….
Hai portato, porti e porterai ventate di freschezza nello svolgere delle funzioni, modi nuovi per eseguire i gesti di sempre, accompagnati da spiegazioni e informazioni.
Una tua ricchezza, che non hai tenuto solo per te…
Giancarlo mi dice di includere anche lui nel ringraziarti, ci sei stato vicino in diversi momenti difficili.
Ti auguriamo ogni bene, possa tu continuare il tuo cammino, il Signore ti protegga e lo Spirito Santo ti ispiri, sempre.
La mia memoria purtroppo è corta, ricordo poco di tutte le tue omelie, ma non dimenticherò più lo sguardo diversi tre momenti: nascere, vivere, morire che tu hai trasformato in:
venire alla luce, donare la vita, consegnare lo spirito.
Da questo mi sono venute alla mente queste parole:
“Venire alla luce,
nascere
come iridescente alba
preludio di vita piena.
Dono
come Magi verso l’infinito
in mille rivoli
in piccoli gesti
spargere la vita
lungo tutto il cammino del giorno.
È sera
il riposo delle membra
tra sospiri lacrime e sorrisi
rendere grazie
il cuore in pace
consegnare lo spirito
tra braccia amorose.”
Grazie….
“E quindi uscimmo a riveder le stelle”, torneremo a rivederle grazie all’ «amor che move il sole e l’altre stelle» e saranno lo stesso sole e le stesse stelle. Quando le anime si sfiorano, non si perdono e se non si incontreranno più sulla terra lo faranno in cielo. Non è poi così tanta la distanza tra la terra ed il cielo.
«Buona vita, don Stefano» ti dissi quando ti salutai a fine celebrazione a Lurano e «buona vita» ti dico ancora oggi perché una vita buona o sufficientemente buona sapora di Lui.
E allora «Passeranno i cieli e passerà la terra,
la sua Parola non passerà! Alleluia,
alleluia!»…, questa è la sola speranza che potrebbe accomunare tutti e che non ci farà temere di non essere più nel mondo perché la Parola non si arresterà, è prima, durante e dopo il nostro passaggio.
Un saluto agli uomini amati dal Signore.
Dio ti benedica don Stefano per averci aperto il tuo cuore nel farci toccare con mano la bellezza e l’attualità del Vangelo.
Buona missione.
Ciao don! È bello sentire che hai trovato il tuo posto. Ed è bello sentirti ancora parlare di stelle, ricordando quelle appese con i nomi dei bambini nel cammino di Avvento di ormai 2 anni fa.
Ti allontani dall’Italia, ma il cielo su noi resta lo stesso, e ci darà occasione di pregare per te e i fratelli svizzeri che ti sono affidati.
Un abbraccio.
Son contenta per questo bel cambiamento a te gradito.
Contiamo su “Ottogiorni”!
Più di una lacrima mi è scesa, ma sapendoti sereno le ho già asciugate, d’altronde quando si vuole il bene delle persone è giusto lasciarle andare ed essere felici per loro, per te. Avrò sempre il rammarico di non averti incontrato nella mia città, ma ci siamo conosciuti lontano dalle nostre abitazioni e chissà che non ci rincontreremo in Svizzera. Ti auguro tutto il bene possibile, e aspetterò l’appuntamento su ottogiorni, il modo per stare tutti insieme. Ciao don Stefano.
Don Stefano ti benediciamo
Benediciamo la tua disponibilità
Possa tu servire la Chiesa in questa nuova Missione
Chissà che un giorni ci possiamo rivedere proprio là
Che lo Spirito ti guidi e sia la tua forza
Un abbraccio fraterno
Grazie Signore perché un giorno ti abbiamo incontrato
E nello Spirito ti sentiamo amico
Passando da una riva all’altra, buon cammino caro don Stefano, uomo fra gli uomini, di campagna e di città, sotto lo stesso cielo.
Un abbraccio