Rifugiarsi nella Parola o ripararsi da essa?

Lunedì della III settimana di Quaresima (2Re 5,1-15 / Sal 41 e 42 / Lc 4,24-30)

Sanasi on lamppu, valo askeleillani

La tua parola è lampada, luce sul mio cammino.
(salmo 119, 105)

Dal Vangelo secondo Luca (4,24-30)

In quel tempo, Gesù [cominciò a dire nella sinagoga a Nàzaret:] «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria. Anzi, in verità io vi dico: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elìa, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elìa, se non a una vedova a Sarèpta di Sidóne. C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Elisèo; ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro».
All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino.

Ascoltare solo quello che ci si vorrebbe sentir dire non è ascolto. Vedere solo ciò che si vuol vedere non è vedere. E così può succedere che la Parola venga usato a commento di azioni personali e ciò che poi si vede a seguito potrebbe perfino essere un’immediata smentita della Parola stessa. 

Così accadde proprio nella sinagoga – il luogo dove si brama di ascoltare la Legge e i Profeti – di riempirsi improvvisamente di sdegno per quella parola che non disse ciò che volevano sentirsi dire. O forse, pensavano di ascoltare la Parola senza pensare minimamente al fatto che essa potesse essere rivolta ed indirizzata anzitutto ai presenti.  Ma la Parola disse esattamente ciò che di lì a poco sarebbe accaduto e che cioè avrebbero proprio iniziato a prenderlo in odio e a far di tutto per eliminarlo, pronti a spingerlo già dal ciglio del monte della città di Nazareth, la sua patria. 

La Parola plasma le azioni. Altre volte invece la parola serve a dare voce a ciò che non è evidentemente espresso o manifesto. Così, quel giorno a Nazareth, quando disse che intuiva benissimo d’essere lui pure l’ennesimo profeta non ascoltato e rifiutato proprio dai suoi, quella precisa Parola era voce di quel pensiero che nelle teste dei suoi compaesani era presente già da tempo. Ma la Parola dei profeti viene sempre a svelare i segreti dei cuori… del cuore di Dio e del cuore dell’uomo. 

Tacere o parlare? E soprattutto parlare in nome di un Altro o non compromettersi con la Parola? Ho letto in questi giorni un articolo dove si diceva che la prima vittima di ogni guerra è sempre la verità. E contempo la pace interiore con la quale Gesù si alza, passa in mezzo ai presenti e si mette nuovamente in cammino. E questo è il Vangelo: mettersi in cammino dietro alle parole del Vangelo che più ci scomodano e che meno dicono ciò che vorremmo sentirci dire.

È vero: sant’Ignazio – se non ricordo male – diceva che quando non trovo consolazione davanti ad una pagina della Scrittura, non ci si deve accanire a cercarla. A volte basta voltare pagina o proseguire di pochi versetti e la consolazione è lì. Proseguiamo dunque nel cammino, nella lettura e nella storia, purché il cammino di ricerca della consolazione sia dietro alla medesima persona, dentro la medesima Parola. 

FORSE TU SAI PERCHÉ
Forse tu sai perché
i ciottoli del sentiero,
che taglia il bosco,
oggi parlano sottovoce
nell’aria stupita
di questo mattino
e odorano il profumo
di occhi e di passi.

(Angelo Casati, E non avere occhi spenti)


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Piccoli Pensieri (3)

Cinzia

L’anima mia ha sete di Dio, del Dio vivente.
Manda la tua luce e la tua verità:
siano esse a guidarmi(Sal 41)

21 Marzo 2022
Carla

Disse Gesù: “La verità vi renderà liberi”. E io mi permetto di riportare questa frase, questa preghiera che spesso recito: “Signore, da chi andremo? Tu solo hai parole di vita eterna”. Secondo me non dovremmo tacere, bensì, attenendoci sempre alla Parola di Dio, invitare a un dialogo.

21 Marzo 2022
Emy

Forse si pretende troppo da chi ci circonda. Gesù oggi mi insegni che la risposta alla chiusura è passare in mezzo, e poi mettersi in cammino, non per allontanarsi ma per raggiungere, per accogliere per amare senza condizione…

21 Marzo 2022

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