Riconoscere il superfluo

Data :22 Novembre 2021
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Versione lucana di un brano evangelico ascoltato qualche domenica fa nella versione dell’evangelista Marco (12,38-44). Diceva Oscar Wilde che niente è più necessario del superfluo. Il superfluo in effetti ci permette quello spreco necessario a dimostrare una certa possibilità economica, magari da ostentare davanti ad altri, proprio come fanno i ricchi nel tempio. E trasformare un gesto della fede in una finzione religiosa che maschera questa bramosia di essere notevoli è la cosa che più impoverisce il cuore dell’uomo. 

Il superfluo dice anche la nostra incapacità di affidarci. Il superfluo sembra prova rassicurante che nulla ci può mancare e se anche dovessimo rinunciare al superfluo, ci rimane ancora l’essenziale. La verità è che quando ci si abitua al superfluo, diventa pure difficile imparare a farne a meno. 

Il gesto della vedova povera che getta due monetine è prova della sua fiducia. La sua attesa non riposa su valori di mercato o sul potere di acquisto. La sua fede è tutta racchiusa nel gesto del dono. E non è la quantità che determina la grandezza del dono. Sono lo sguardo e la parola di Gesù stesso che definirà ciò che realmente è dono. Senza attesa d’essere ricambiati. Il gesto della povera vedova è un gesto che può avvenire una sola volta. Ora ella non potrà più tornare a perpetuare quel gesto come probabilmente avranno fatto i ricchi, giorno dopo giorno, così assetati degli sguardi di ammirazione. Ella ha dato tutto ormai. È quel gesto estremo ad attira lo sguardo di Dio. Ce lo ha detto Gesù stesso che spenderà parole per sottolineare l’insegnamento di quella povera donna. E ne trarrà egli stesso lezione quando, sulla croce, dovrà offrire se stesso, una volta per tutte.

Occorre davvero riconoscere e distinguere chiaramente ciò che è necessario da ciò che è superfluo. Il superfluo si finisce per cercarlo sempre facendo pure grandi sforzi mentre il necessario si offrirà a noi come un dono. 

Signore,
facci essere come gli uccelli del cielo,
che cantano gioiosi
sia nei giorni di sole
sia nei giorni di pioggia.
Fa’ che la nostra fede
non venga mai meno
e che noi possiamo
innalzare quotidianamente
il nostro canto di lode a Te
che sei buono e misericordioso
verso tutte le creature.

Goran Aimsen

Dal Vangelo secondo Luca (21,1-4)

In quel tempo, Gesù, alzàti gli occhi, vide i ricchi che gettavano le loro offerte nel tesoro del tempio.
Vide anche una vedova povera, che vi gettava due monetine, e disse: «In verità vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato più di tutti. Tutti costoro, infatti, hanno gettato come offerta parte del loro superfluo. Ella invece, nella sua miseria, ha gettato tutto quello che aveva per vivere».

Amo il Signore perché ascolta
il grido della mia preghiera.
Verso di me ha teso l’orecchio
nel giorno in cui lo invocavo.
Mi stringevano funi di morte,
ero preso nei lacci degli inferi.
Mi opprimevano tristezza e angoscia
e ho invocato il nome del Signore:
«Ti prego, Signore, salvami».
Buono e giusto è il Signore,
il nostro Dio è misericordioso.
Il Signore protegge gli umili:
ero misero ed egli mi ha salvato.
Ritorna, anima mia, alla tua pace,
poiché il Signore ti ha beneficato;
egli mi ha sottratto dalla morte,
ha liberato i miei occhi dalle lacrime,
ha preservato i miei piedi dalla caduta.
Camminerò alla presenza del Signore
sulla terra dei viventi. 


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Piccoli Pensieri (4)

Dania

Aprire e chiudere questa che sembrava essere ed è stata un’interminabile giornata con questo bellissimo passo di Vangelo è già una grazia. Ricordare poi quanto vissuto nel 2017, nella veglia Pasquale,lo è ancor di più, perché mi ha permesso di vivere in parte quanto letto. Ricordo quante lacrime versate per il particolare momento famigliare che mi trovavo a vivere ma ancor più un ragazzo di colore a cui avevo dato una moneta in elemosina che, una volta invitato ad entrare e prender parte alla Celebrazione Eucaristica insieme a me, ha messo la stessa moneta ricevuta in dono nel cestino delle offerte. Allora come ora mi dico spesso quanto ancora ho da imparare (da quelli che nel Vangelo vengono chiamati “piccoli”), “quanto ancora ho da amare” e mi chiedo se anche lui si ricorda di me, di tutto ciò che ha poi fatto seguito, così come lo ricordo e custodisco io nel cuore. Grazie Signore perché con il Vangelo e con le esperienze di vita ci istruisci e ci insegni quella bellissima e difficilissima arte di amare. Aiutaci a tenere sempre aperti gli occhi e gli orecchi ma soprattutto il cuore.

22 Novembre 2021
Stefania

Quei legumi e l’acqua citati nella lettura odierna dal libro di Daniele, contrapposti ai banchetti del re, mi portano anch’essi all’essenziale.
E da lì agli stranieri, esiliati e oppressi a vario titolo, che oggi come allora, custiscono fede e origini.

22 Novembre 2021
Emanuela

‘Tu dici: non ho niente. Ti sembra niente il sole, la vita, l’amore…’ (Modugno- Meraviglioso)
Quante volte ci piangiamo addosso, ci sentiamo poveri, perché non abbiamo quello che altri hanno, anche se non strettamente necessario. Stiamo educando anche i nostri ragazzi a questa sensazione di falsa povertà, solo perché non sono “uguali agli altri”.
E così perdiamo la capacità di riconoscere e ringraziare per tutto ciò che di bello ci circonda e ci viene donato.
E di conseguenza non sappiamo affidarci alla fonte di tanta generosità.

22 Novembre 2021

Leggendo la riflessione di oggi mi è tornato in mente il brano della Merini citato ieri. Soprattutto la parte in cui dice dell’uomo e del suo bisogno di conferme. Ed è poi ben per questo che l’uomo si da le regole, le norme… Quelle stesse che poi rischiano di incastrarlo, e allora via a cercare nuove strade, interessanti, stimolanti… E spesso anche superflue! Perché l’uomo è un “capolavoro divino”, sí, ma talmente pieno di paure che, se non si applica un po’ con pazienza e costanza, finisce per aver “paura persino dell’amore”. Ma l’essenziale è poi che quello… E se non lo si vede, ahimè!, tutto il resto è vano.

22 Novembre 2021

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