Quel tuo ultimo gesto

san Francesco d’Assisi

(Gal 6,14-18 / Sal 15 / Mt 11,25-30)

Carissimo Francesco,
                                      questa non è una sera qualunque e tu, più di tutti, lo sapevi bene. Questa sera, 3 ottobre, sarà per sempre il ricordo della tua ultima sera su questa terra che tu hai imparato ad amare e rispettare meglio di qualunque altro uomo. Il tuo ultimo vespro. La tua ultima cena. Ancora a distanza di così tanto tempo, il tuo modo di vivere parla. Parla ancora. Parla sempre di più. Più che una regola è la tua stessa vita che parla. Prima che vi fosse una regola. Prima di tutto parla il Vangelo. E tu lo hai ascoltato. Lo hai vissuto.

Devo però confidarti che qualcosa di te mi ha affascinato pure nel momento in cui andavi incontro alla morte. Anche la morte si può vivere. Senza subirla. «Sorella morte»… e dunque non la temevi, non ne avevi paura. Era la «morte sucunda» che tu chiamavi sorella, quella che – come dicevi – non avrebbe fatto alcun male a chi fosse vissuto nella Sua santa volontà. E sempre cercando quella Sua santa volontà, ogni giorno ti allenavi a morire… a te stesso, per vivere ancora oggi.

Questa mattina [ieri per chi legge], celebrando l’Eucarestia nel giorno della resurrezione, proponevo di raccontare di te queste sera stessa, in ogni casa, magari in presenza dei più piccoli, di figli o nipoti. Ho invitato a raccontare di quel tuo ultimo gesto che mi lascia sempre addosso un’insolita commozione, piena di riconoscenza, di gratitudine.

Non saprei nemmeno dire quante volte sono venuto nella tua Assisi. Non so neppure più dirti con quante persone. Tante, tantissime. E io spero che a ciascuno di loro sia rimasto addosso quel desiderio in più di conoscerti meglio e di assomigliarti. E quando, per salire sul colle ed entrare nelle mura di Assisi, si passa davanti alla casa Gualdi (antico ospedale dei Crocigeri detto anche San Salvatore delle Pareti) mi prende sempre un nodo in gola. E devo dire cos’è quella casa, seppure il luogo fosse convenzionale e non troppo certo. E ancor più devo dire cos’è quel nodo in gola, sempre lì puntale come la lapide sul muro di quel vecchio ospedale a ricordare di quel tuo ultimo segno.

Come questa sera, al tramonto del sole, in una campagna che ormai aveva già dato i suoi frutti, hai chiesto ai tuoi fratelli che ti portassero dalla tua città di Assisi verso la chiesetta campestre della Porziuncola. Il tuo appuntamento era laggiù. I tuo frati vestiti dell’abito dei poveri contadini e tu, già spogliato completamente di te stesso e perfettamente rivestito di Cristo, pronto ad essere disteso nudo sulla nuda terra. Giunti a valle, hai chiesto di poter volgere il tuo sguardo per l’ultima volta alle tue radici, alle tue origini, alla tua città. Al cielo di tutti. Uno sguardo d’una visione interiore perché probabilmente quello degli occhi era ormai segnato da cecità e dalle cauterizzazione con le quali provarono a curare gli occhi del corpo.

E dunque quell’ultimo gesto: una benedizione.
Non sarebbe male – mi dico – se ogni persona di questa Nazione che ti ha scelto come patrono si prendesse la briga, ogni sera, prima di coricarsi per il riposo, di guardare fuori dalla finestra di casa propria e fare come hai fatto tu. Una benedizione… alla terra, alle case degli uomini, ai fratelli e alle sorelle che vivono in ogni dove. Per poi, chissà, avere il coraggio di ripetere questo medesimo gesto alla sera della vita. Andarsene in una benedizione… 

Il Signore ti benedica e ti custodisca,
mostri a te il suo volto e abbia misericordia di te.
Rivolga verso di te il suo sguardo e ti dia pace.

E poi risvegliarsi in pace, col cuore lieto. Oggi, in questo nuovo mattino. Oggi dico grazie a te, Francesco: per questa tua visione d’ogni cosa, d’ogni creatura. Dicci tu, Francesco: cosa conta di più oggi? Oggi più di ieri… E certamente ancora risponderesti: l’essere nuova creatura. E su quanti seguiranno questa norma sia pace e misericordia. La grazia del Signore nostro Gesù Cristo sia con il vostro spirito, fratelli. Amen. (Gal 6, 15-16.18)

Dal Vangelo secondo Matteo (11,25-30)

In quel tempo Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo.
Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».

Tu sei santo, o Signore,
solo Dio, che compi cose meravigliose.
Tu sei forte, tu sei grande,
tu sei altissimo, tu sei onnipotente,
tu Padre Santo, re del cielo e della terra.
Tu sei trino e uno,
Signore, Dio degli dei.
Tu sei il bene, ogni bene, il sommo bene,
il Signore Dio vivo e vero.
Tu sei amore, carità;
tu sei sapienza, tu sei umiltà,
tu sei pazienza, tu sei bellezza,
tu sei mansuetudine, tu sei sicurezza,
tu sei quiete, tu sei gioia,
tu sei nostra speranza e letizia,
tu sei giustizia, tu sei temperanza,
tu sei ogni nostra ricchezza in sovrabbondanza.
Tu sei bellezza, tu sei mansuetudine;
tu sei protettore,
tu sei nostro custode e difensore,
tu sei fortezza, tu sei refrigerio.
Tu sei la nostra speranza,
tu sei la nostra fede,
tu sei la nostra carità,
tu sei tutta la nostra dolcezza,
tu sei la nostra vita eterna,
o Signore grande e mirabile,
Dio onnipotente, misericordioso salvatore.

(san Francesco d’Assisi, Lodi all’Altissimo)

Arcabas, San Francesco d’Assisi

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Piccoli Pensieri (3)

Luisa

Caro Francesco, al termine di questo giorno a te dedicato, mentre osservo la pioggia che bagna i vetri delle mie finestre, voglio fare come te…mandare una benedizione alla terra, alle case e a tutte le donne e gli uomini del mondo.

4 Ottobre 2021

Quanto è utile oggi ricordarsi di quale rivoluzione sono capaci di agire i piccoli, nel loro piccolo. Come piccolo si fece Francesco nella vita e tanto più grande crebbe il suo messaggio. Allora che io, anche tu, anche noi piccoli, nel nostro piccolo, abbiamo il potere (se vogliamo) di agire una rivoluzione per fare che il mondo sia un posto un po’ migliore. È bello leggere oggi questi pensieri e questi brani delle Scritture, danno speranza davvero!

4 Ottobre 2021
Stefania

Assisi: è un valore aggiunto visitare luoghi e ascoltare racconti di vita con chi li ha esplorati e li porta sempre nel cuore e nella testa.
Che la longevità del Santo Francesco, la saggezza e la determinazione di Papa Francesco, insieme allo spirito di cambiamento delle nuove generazioni, possano traghettare il pianeta verso la giusta rotta, per il bene comune di tutti gli esseri viventi.
Che un gesto anche piccolo e una preghiera per la terra che ci ospita, siano un modo per fare festa oggi.

4 Ottobre 2021

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