Quel dogma nel cuore dei bambini

Assunzione della beata vergine Maria

(Ap 11,19; 12,1-6.10 / Sal 44 / 1Cor 15,20-26 / Lc 1,39-56)

Era il giorno del suo compleanno. I suoi genitori le avevano organizzato una festa nel giardino di casa. I palloncini che decoravano il luogo della festa, improvvisamente diventano un gioco divertente. I piccoli – si sa – si divertono con poco. I grandi, forse, non ricordano già più di quanto un giorno si sono divertiti anche loro con lo stesso gioco. Quanto possa affascina il mistero di quel palloncino legato a sé ma che per sua natura vorrebbe volare più libero verso l’alto forse non lo ricordiamo nemmeno. 

All’improvviso le grida gioiose di quei bambini diventano un «Nooooooo!» corale. Un palloncino s’è sfilato dal polso di una bambina ed ha cominciato la sua libera corsa in un cielo ormai sbiadito dal caldo torrido. La bambina al centro della festa improvvisamente esclama: «Fa niente! Il palloncino sta andando in cielo dal mio nonno». Gli occhi di tutti, piccoli e grandi, cominciano così a fissare quel palloncino fino a che diventa un puntino, fino a che non si sia perso completamente nell’immenso cielo. 

È passata solo una settimana da quella festa e questo racconto non è una favola. La bambina al centro della festa non è che mia nipote. Nel mezzo di un festa, come nel mezzo dell’estate, accadono cose che ci riportano improvvisamente a riflessioni importanti. Ed è sempre più sorprendente – a volte perfino imbarazzante – vedere come i bambini sentano forte questo legame col cielo. Si festeggiava il suo quarto compleanno. Una vita tenera, appena iniziata, eppure già così immersa nelle grandi domande. Quando il suo nonno è andato in cielo aveva appena due anni. A due anni di distanza le sue domande si fanno sempre più insistenti e quel legame appena tessuto, sembra apparire col passare dei giorni come qualcosa di molto più forte del tempo stesso.

È chiaro che i bambini sono qui per questo: non possiamo farci sfuggire il senso di certi legami. Non possiamo nemmeno ignorare certe domande che fioriscono sulla bocca dei piccoli senza che ne sappiamo la vera ragione. I piccoli sono forse voce di quell’interiorità che non siamo più così disposti ad ascoltare, presi come siamo dalle nostre faccende.

Lo stupore è tutto qui: scoprire che nel cuore dei piccoli ci sono grandi domande. Scoprire pure che certi misteri sono più vivi nel cuore dei piccoli e ci interpellano di più rispetto a delle definizioni – pur chiare e necessarie – ma che rischiano di scontarsi con la nostra razionalità o con la nostra capacità di dubitare. È così che vivo quest’anno la solennità di oggi: il misterioso cammino dell’uomo che finisce tutto in cielo. E nonostante le chiare definizioni, le domande dei piccoli non cessano: «Come ha fatto – chiede insistentemente – ad andare in cielo?». Il mistero di questa solennità al cuore dell’estate non è davvero lontano da noi. E per quanto in «modalità vacanza» sembriamo concederci svago o distrazione, ci sarà sempre un bambino in noi che di tanto in tanto riaccende domande grandi, piene di senso. E sempre all’improvviso, quando meno te lo aspetti. 

Quest’anno voglio viverlo così questo giorno dell’Assunta, in compagnia delle domande di mia nipote. Mi dico soltanto che è bello trovare il contenuto di un dogma nel cuore di un bambino. Sapere che non sono teorie calate dall’alto di una cattedra, ma sono la scoperta quotidiana della Vita che cresce in noi, come di quel seme che neppure il contadino sa bene come possa accadere. 

Piccoli e grandi, adulti e bambini, abbiamo trovato questo accordo implicito per parlare della morte non solo come d’una caduta in terra, ma piuttosto come di una salita al cielo. È davvero un mistero grande: che il cielo possa catturare i nostri sguardi, accendere le nostre domande e raccogliere in sé tutti i legami che abbiamo intessuto qui in terra con tutto noi stessi, quando ci siamo donati fino in fondo, mettendoci anima e corpo. 

Ha davvero ragione chi ha scritto il salmo 8. E pure Maria, la piccola di Nazareth ha ragione quando canta il suo cantico dello stupore. È dalla bocca dei bimbi e dei lattanti che parla il Signore e la nostra anima non può che restare stupita di quanto Dio sia capace di ribaltare le nostre visioni. Che si tratti di potenti che cadono dai troni o che si tratti di pesanti macigni – sigilli di morte – che rotoleranno via. Se sapremo alzare lo sguardo al cielo. Se sapremo credere alla Parola di Colui che ha voluto assumere la nostra natura umana.

Noi oggi sentiamo che lo stesso mistero
è annuncio certo di ciò che noi tutti saremo:
e tu, Donna, sei la figura ultima
dell’umanità-madre che insieme a te
continua ad accogliere la Parola,
a custodirla nel cuore
e a generare sempre. 
Amen.

(David Maria Turoldo)

Dal Vangelo secondo Luca (1,39-56)

In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda.
Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo.
Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».
Allora Maria disse:
«L’anima mia magnifica il Signore
e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
perché ha guardato l’umiltà della sua serva.
D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente
e Santo è il suo nome;
di generazione in generazione la sua misericordia
per quelli che lo temono.
Ha spiegato la potenza del suo braccio,
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
ha rovesciato i potenti dai troni,
ha innalzato gli umili;
ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato i ricchi a mani vuote.
Ha soccorso Israele, suo servo,
ricordandosi della sua misericordia,
come aveva detto ai nostri padri,
per Abramo e la sua discendenza, per sempre».
Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua.

La sproporzione e la nostra debolezza
ci scoraggiano, Signore.
Fa’ che non ci arrendiamo.
Tu sei la difesa dei deboli,
la nostra protezione. 
Donaci, Signore, l’arte di entrare,
come Maria, nelle case:
con passo leggero,
senza imporre noi stessi.
Il tuo amore è più forte della morte:
Tu hai rivestito di luce tua madre.
Sia per tutti noi come una soglia
da cui contemplare,
stupiti e senza pretese, 
il mistero che ci attende. 
Aiutaci a costruire una terra
dove la bellezza torni ad essere onorata.
Amen.

(Angelo Casati)

Arcabas, L’assunzione di Maria in cielo

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Piccoli Pensieri (3)

Elena Cortesi

Il racconto è davvero commovente, così come tutte le storie che riguardano i bambini e le loro domande… i bambini ci fanno domande importanti e noi dobbiamo essere pronti a dare loro risposte dirette e sincere, soprattutto se riguardano la loro spiritualità , la loro prima ricerca di Dio….

17 Agosto 2021
Stefania

Gia’, il palloncino è volato verso il cielo …
ci giocherà il nonno.
Non ho potuto scrivere il mio pensiero durante la giornata della festa di Maria Assunta in Cielo, ma ho dovuto rimandatre ad oggi;
e posso dire di aver trascorso una giornata davvero di festa, in compagnia di amici per la mia famiglia importanti, dove tutti di comune accordo abbiamo desiderato sin dal primo mattino mettere al centro la nostra Mamma Celeste.
Fino alla sera…
Dal mattino alla sera, condividendo i pasti, giocando in scatola con i nostri ragazzi e perdendoci in chiacchiere, abbiamo ben tenuto in mente la dolcissima protagonista di una festa cosi unica.
Maria è volata in Cielo in anima e corpo…

È molto utile usare l’immaginazione per creare una rappresentazione, o una situazione, un luogo;
l’immaginazione ci serve per dare vita ad un’emozione o per rivivere qualcosa che emotivamente fa parte del passato. Grazie all’immaginazione è possibile per esempio distendersi, recuperare uno stato di pace e tranquillità, rivivere alcuni ricordi …
Cosi ciascuno di noi, come i nostri bambini, immaginiamo il Cielo, ovvero quel posto dove è volato il palloncino della bimba, proprio quel posto dove Maria ha trasferito la sua anima ed il suo corpo.
La bimba ci dice che lassù vive il nonno,
noi fedeli crediamo che dentro quel Cielo vive Maria con tutti i Santi e gli Angeli di Dio.

Credere è sapere che tutto ciò che fa parte dell’immaginazione ha a che fare con l’immenso mistero della vita, della morte e della resurrezione.

Grazie.

16 Agosto 2021

In Alto Adige non è raro vedere scritto, sulle tombe dei fedeli poste intorno alla chiesa del paese, “in der Himmel Geboren” ovvero: “nato al cielo”. Quando ero piú giovane non ci facevo troppo caso, più interessata a prestare attenzione alla bellezza delle croci fiorite in ferro battuto, e del tutto incapace di comprendere quelle scritte. Ora che il tedesco lo sto studiando un po’, anche in omaggio al ramo altoatesino della famiglia materna, faccio un po’ più attenzione alle parole e così quest’anno, visitando alcune chiese corredate dal consueto cimitero con sepolture verticali (fondamentali per risparmiare spazio) mi ha colpito questa “scoperta”! Leggendo tra quelle croci -che le lapidi scarseggiano- è stato bello leggervi a ripetizione tanti più “Nato al cielo” e tanti meno “riposi in pace”. Sarà che la quota fa sentire più vicini al cielo? Sarà l’aria più frizzantina? Questo non lo so, ma quello che so è che, una volta tanto, l’esperienza di un cimitero è stata rasserenante.

15 Agosto 2021

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