Grandezza? Accogliere piccolezza

Data :26 Settembre 2022
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Pollicino, illustrazione di Rebecca Dautremer 

Spirito santo,
quella preghiera che palpita segreta
nel profondo del cuore
e non s’è ancora vestita di parole,
tu già la conosci.

Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, nacque una discussione tra i discepoli, chi di loro fosse più grande.
Allora Gesù, conoscendo il pensiero del loro cuore, prese un bambino, se lo mise vicino e disse loro: «Chi accoglierà questo bambino nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato. Chi infatti è il più piccolo fra tutti voi, questi è grande».
Giovanni prese la parola dicendo: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e glielo abbiamo impedito, perché non ti segue insieme con noi». Ma Gesù gli rispose: «Non lo impedite, perché chi non è contro di voi, è per voi».

Se solo avessero avuto maggior dimestichezza con le parole contenute nelle Scritture, come quelle che leggiamo nel primo libro delle Cronache, forse la discussione su chi fosse il più grande tra loro si sarebbe spenta sul nascere: «Tua, Signore, è la grandezza, la potenza, la gloria, lo splendore e la maestà, perché tutto, nei cieli e sulla terra, è tuo. Signore, tuo è il regno; tu ti innalzi sovrano su ogni cosa» (1Cr 29,11). Ma quei discepoli sappiamo da dove venivano. La loro conoscenza delle Scritture era probabilmente assai scarsa. E poi è sempre un’impresa ardua portare nel quotidiano quelle parole che risuonano come Parola di Dio. È forse immediato riconoscere la signoria di Dio in un contesto religioso, durante una celebrazione, nella preghiera… poi nella concretezza dei giorni eccoci a discutere anche noi su chi sia il più grande. 

Insomma, quand’anche avessero riconosciuto che la grandezza appartiene a Dio, gli uomini tra loro sono soliti gareggiare per i primi posti. Qualcuno che governa le sorti di un popolo, qualcuno che legifera, che prenda decisioni per il bene comune ci vuole. I primi posti certamente danno visibilità e reputazione. 

Ma ora, nel Vangelo, succede qualcosa. Colui che si farà servo di tutti eccolo prende un bambino per mostrare che la grandezza viene dall’accoglienza e l’accoglienza del più piccolo – in realtà – apre proprio alla conoscenza del più grande, Colui che ha mandato il Figlio nel mondo. Quel bambino è ciò che meglio rappresenta ciascuno di noi quando ci scopriamo accolti dal Colui che solo può essere riconosciuto più grande per quel suo farsi piccolo e prossimo.  Non conta dunque l’essere grandi, ma sapersi accolti. La nuova prospettiva che Gesù suggerisce proprio attraverso l’accoglienza di quel bambino, sembra suggerire ciò che conta di più. Più importante di sapere chi possa essere il più grande, è sapersi piccoli e fragili, ma sempre nelle attenzioni del Padre. 

La prospettiva evangelica ribalta quella umana: sentirsi e sapersi piccoli in questo mondo, non inseguire ruoli, incarichi o prestigio, fa del più piccolo il più grande in quanto capace di conoscere Colui che ci accoglie.

Nel cuore dell’uomo poi non v’è solo la corsa ai primi posti, non v’è solo il dibattito sulla grandezza di pochi, ma c’è anche il rischio di creare un cerchio ristretto. Se la grandezza rendesse più riconoscibili, anche chi non occupa i primi posti, se solo conoscesse uno di questi «grandi» non esiterebbe ad appellarsi ad una tale conoscenza per trovare quella considerazione che sappiano non essere immediata. E se nessuno può dirsi più grande, potrebbe perfino bastare il sapere che il più grande è dei nostri, per saperci assicurati, per sentirci al sicuro. 

Il Bene non è un favore da fare o da rendere a qualcuno che identifichiamo come «dei nostri». Il Bene è anzitutto una liberazione da ogni spirito settario e di particolarismo. Il Bene, quand’anche fosse fatto da altri, fuori dai nostri circuiti, dai nostri schemi, dalle nostre conoscenze, dalle nostre graduatorie è comunque Bene che alla lunga farà bene anche a noi. Da qualche parte nel mondo oggi qualcuno fare del Bene… il solo pensarci dovrebbe fare bene anche a noi, sebbene non conosciamo né chi ha compiuto il Bene né chi lo ha ricevuto. 

Io grido verso di Te, Signore mio Dio,
io invoco il tuo Nome santo,
ma non riesco ad afferrarti!
Signore mio Dio,
tu sei più grande delle nostre parole,
più silenzioso dei nostri silenzi,
più profondo dei nostri pensieri,
più elevato dei nostri desideri.
O Dio, così grande e così vicino,
donaci un cuore vivente,
degli occhi nuovi,
per scoprirti e accoglierti
quando vieni a noi.

(San Francesco di Sales)


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Piccoli Pensieri (1)

Dania

Tu puoi…

Dio solo può dare la fede,
tu, però, puoi dare la tua testimonianza;
Dio solo può dare la speranza,
tu, però, puoi infondere fiducia nei tuoi fratelli;
Dio solo può dare l’amore,
tu, però, puoi insegnare all’altro ad amare;
Dio solo può dare la pace,
tu, però, puoi seminare l’unione;
Dio solo può dare la forza,
tu, però, puoi dar sostegno ad uno scoraggiato;
Dio solo è la via,
tu, però, puoi indicarla agli altri;
Dio solo è la luce,
tu, però, puoi farla brillare agli occhi di tutti;
Dio solo è la vita,
tu, però, puoi far rinascere negli altri il desiderio di vivere;
Dio solo può fare ciò che appare impossibile,
tu, però, potrai fare il possibile;
Dio solo basta a se stesso,
egli, però, preferisce contare su di te.

Abbiamo un Dio, che è Padre, così grande da farsi così piccolo da chiedere di essere accolto nella più fragile e bisognosa delle creature.
Ci accoglie chiedendo Lui per primo di essere accolto.
Davvero “Tuo è il regno, tua la potenza e la gloria nei secoli”.

26 Settembre 2022

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