…custodendo il silenzio

Sabato santo

Il processo di condanna di Gesù fu alquanto sommario, portato a termine in fretta senza troppe valutazioni. Bastò poi la folla a gridarne la crocefissione. Non gli diedero nemmeno diritto d’essere difeso. Qualche parola – a dire il vero – la disse. Forte dei suoi stessi insegnamenti. Un giorno, parlando ai suoi discepoli aveva detto:

Metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. Avrete allora occasione di dare testimonianza. Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere. Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto. Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita. (Lc 21,12-19)

Con il senno di poi – col quale facciamo molte cose – comprendiamo che questi insegnamenti per discepoli, furono anzitutto la vita stessa del Maestro. E perdendo il senno, tra urla concitate di una folla che grida unanime la condanna, la volontà di potenza fa sempre un gran rumore. Pilato era diviso  tra questa folla che, all’esterno urlava e quel silenzio, dentro il pretorio, davanti a Gesù che ad un certo punto decise di non rispondere più nulla. Fuori il rumore di una folla eccitata ad arte, dentro il silenzio eloquente di un Uomo. Non seppe dire altro quando lo presentò a quella folla. «Ecco l’uomo!» (Gv 19,5): non seppe dire altro. Sembrava la cosa più vera che potesse pronunciare in quel momento. Ci fu solo un breve dibattito sulla verità delle cose, delle persone, della vita stessa. «Che cos’è la verità?» (Gv 18,38).

I Vangeli registrano che dopo la morte di Gesù, il velo del Tempio si squarciò da cima a fondo. Dall’alto in basso. Da quel momento, cominciarono ad accadere nuovamente cose più umane. Col senno di poi, un soldato romano, mosso da un rimasuglio di umana pietà in mezzo a quella cieca obbedienza mortifera, vedendolo morire in quel modo, disse: «Veramente quest’uomo era figlio di Dio». (Mc 15,39). Alcune donne stavano ad osservare con attenzione ciò che Giuseppe d’Arimatèa fece per darGli sepoltura.

La macchina del potere che da tempo s’era messa in moto per cercare un modo per eliminare Gesù finalmente si può fermare. Ha raggiunto il suo scopo. Cosa resta? Rimane un grande silenzio di cui il Giusto innocente aveva già dato segno prima di morire. «Che cosa è avvenuto? – recita un’antica omelia sul sabato santo – Oggi sulla terra c’è grande silenzio, grande silenzio e solitudine». Il silenzio che seguì la morte di Gesù giunge fino a noi ancora oggi. Il silenzio chiede abbandono. Il silenzio ci permette di ascoltare quella vita divina che si risveglia in noi. 

Usciamo di senno quando il rumore e le urla delle folle prendono il sopravvento. E ci inaridiamo. Ad un certo punto non basta più spegnere la TV, non leggere più alcuna notizia… ormai si è come diventati eternamente impazienti, l’anima s’è abbruttita. Ci si ammala. La sorgente interiore pare spenta, ma la resurrezione inizia da dentro. Io sono felice di questi tre giorni santi: con i più piccoli della comunità forse abbiamo dato l’impressione che stessimo giocando attorno ad alcune questioni. Ma il gioco per i bambini è una cosa molto seria. Ci sono delle regole. Si creano legami. 

Quando, come prevede il rituale, il prete si sdraia a terra in un grande silenzio, anche alcuni bambini hanno replicato quel gesto. Per quel senso di imitazione. Risollevandomi da quella prostrazione, mi sono sorpreso di vedere quei piccoli alzarsi pure loro. «Cosa avete provato? Cosa avete sentito?». Freddo. Una mancanza! Due delle più belle risposte. Se è forte il gesto liturgico di prostrarsi a terra nel venerdì santo, se cammin facendo ci pare davvero che la nostra vita sia nella polvere, il gesto di risollevarci sembra già parlarci di resurrezione. Ai piedi della croce, nel grande silenzio di questo giorno, noi raccogliamo frutti che sono maturati per noi sull’albero della croce.

Una melodia sublime mi accompagna sempre in questo giorno. Le parole di un’antica sequenza e la fantasia creatrice di alcuni jazzisti si mescolano insieme, proprio come facciamo noi in questi giorni mescolando cose antiche e cose nuove: il Vangelo di Cristo che è lo stesso ieri, oggi e sempre e nuove forme di linguaggio, nuovi segni per renderlo udibile a chi stiamo troppo crescendo sotto effetto di linguaggio binario, di calcoli e tornaconti.

Jan Lundgren, Crux fidelis, Magnum Misterium

Crux fidélis ínter ómnes
árbor úna nóbilis
núlla sílva tálem prófert,
frónde, flóre, gérmine.
Dúlce lígnum, dúlces clávos,
dúlce póndus sústinet.

Croce fedele, fra tutti
unico albero nobile:
nessuna selva ne produce
uno simile per fronde, fiori e frutti.
Dolce legno, dolci chiodi
che sostenete il dolce peso.

Scenda, o Padre, la tua benedizione
su questo popolo che ha celebrato la morte del tuo Figlio
nella speranza di risorgere con lui;
venga il perdono e la consolazione,
si accresca la fede,
si rafforzi la certezza nella redenzione eterna.
Per Cristo nostro Signore.


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Piccoli Pensieri (5)

MariaAngela

Grazie per esistere!!!

3 Aprile 2021
MariaAngela

Buona pasqua!!!

3 Aprile 2021
MariaAngela

Grazie Don Stefano melodia degna delle tue parole…come sempre quando non capisco vangelo tu mi illumini…un abbraccio da mia mamma Marianna che ormai è nella rsa di Seriate e dopo una iniziale rinascita e presenza sta peggiorando e non riesce più a parlare…prega per lei perché non soffra troppo non se lo merita…un abbraccio affettuoso e buona pasqua…MariaAngela

3 Aprile 2021
Maria Rosa

Proprio così nel silenzio si coglie che la Resurrezione è in atto
Buona Pasqua a tutti
Oggi gustiamo il silenzio e l attesa

3 Aprile 2021
Stefania

don Stefano, sembra che tu abbia messo un vaso di fiori sulla tomba.
Arcabas, Mantegna…
Il giardino e la morte.
Il seme che nel silenzio dentro la terra trova vita nuova …
Ed è ancora vigilia di Pasqua

3 Aprile 2021

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