Come fiammiferi al sole

Data :8 Luglio 2021
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Come può il Vangelo aver così bisogno di noi? Cosa avranno pensato, di primo  acchito, quei discepoli chiamati ad annunciare presenza e vicinanza del regno di Dio? Il racconto biblico è pieno di persone che chiamate da Dio restano quantomeno perplesse. Qualcuno proverà a chiedere ragioni. Si avverte tutta la bontà e la bellezza del messaggio da portare ma l’uomo sentono anche una specie di sproporzione… come se il sole avesse bisogno della luce e del calore di un fiammifero. 

Cerchiamo tutti i modi e tutti i mezzi per raggiungere le pecore perdute del nostro stesso gregge, affinando tecniche di comunicazione, utilizzando tutti i mezzi che il nostro tempo ci offre. Tutte cose che l’uomo stesso ha scoperto e inventato. Mi rimane tuttavia questo grande dilemma davanti all’aumento esponenziale della socialità virtuale e la maggior solitudine di cui ora, anche i più giovani, i più piccoli, sembrano affetti. 

E noi, che siamo sempre in cerca di paradisi perduti, ci sentiamo dire che il regno di Dio è in mezzo a noi, che è già presente. Qui e ora. È un credere incarnato il nostro perché cuore di tutto il Vangelo è proprio questo annuncio di Dio che si fa uomo. E prova fame, sete, sonno, freddo e caldo. Le angustie dell’uomo lo segnano, che l’uomo sia imprigionato nella sofferenza fisica (Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni) o che l’uomo sia capace di chiusure, di rifiuti e respingimenti (Se qualcuno poi non vi accoglie e non dà ascolto alle vostre parole). 

Si dice spesso che il Vangelo ha qualcosa di paradossale. Balza all’occhio la sproporzione tra il contenuto e il contenitore. «Com’è possibile?» non è domanda di increduli. È domanda di chi poi sarà portatore di Vangelo. Come può il divino contaminarsi con carne effimera? Come può la Parola aver bisogno dei nostri balbettamenti? Com’è possibile dunque che l’uomo, ancor più se con pochi mezzi, (Non procuratevi oro né argento né denaro nelle vostre cinture, né sacca da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone) possa essere testimone di Vangelo o presente a quel regno che, appunto, non è un paradiso perduto?

Tutto è possibile nella misura del dono. Per la sua più totale gratuità e disponibilità. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. Comunque sia, il regno di Dio è disponibile, in noi. Strada facendo. E siamo proprio noi che possiamo ospitarlo.

Vieni, Santo Spirito di Dio!
Insegnaci a desiderare di essere quel viandante
che sosta nel cuore dell’uomo.
Portaci là dove con la voce della nostra vita
rompiamo il silenzio dell’indifferenza e dell’apatia.
Amen.

Dal Vangelo secondo Matteo (10,7-15)

In quel tempo, disse Gesù ai suoi apostoli: «Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni.
Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. Non procuratevi oro né argento né denaro nelle vostre cinture, né sacca da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone, perché chi lavora ha diritto al suo nutrimento.
In qualunque città o villaggio entriate, domandate chi là sia degno e rimanetevi finché non sarete partiti.
Entrando nella casa, rivolgetele il saluto. Se quella casa ne è degna, la vostra pace scenda su di essa; ma se non ne è degna, la vostra pace ritorni a voi. Se qualcuno poi non vi accoglie e non dà ascolto alle vostre parole, uscite da quella casa o da quella città e scuotete la polvere dei vostri piedi. In verità io vi dico: nel giorno del giudizio la terra di Sòdoma e Gomorra sarà trattata meno duramente di quella città».

Il vero amore non aspetta
le grandi occasioni
e neppure le irripetibili emozioni,
ma sfrutta le piccole
e si accontenta di briciole.
Non cerca uomini e donne
con la lanterna e neppure con la bilancia
ma con il cuore e lo stupore di aprirsi
sempre e solo per amore, per attimi eterni.
Amare è sentire e vivere come proprio,
profondamente, i desideri, le nostalgie
e le tristezze dell’altro, di ogni persona
che l’amore ti fa incontrare.
Accogliere ogni uomo e donna
come se fossero l’unica icona
di un mistero che ti precede.


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