Un po’ per uno…

Un po’ per uno…

Sono le ultime domeniche in compagnia dell'evangelo secondo Matteo. In un trittico si concentra la riflessione sulla vigilanza. La cosa più certa di queste tre pagine è che ci sarà un incontro: con lo sposo, con il padrone, con i poveri in terra e col Cristo che li avrà rivestiti di gloria. È questo l'incontro che va desiderato, atteso. Talenti che vengono distribuiti secondo la possibilità e la capacità di ciascun servo. Cinque, due, uno... e sappiamo bene scrivere in ordine decrescente, dal più grande al più piccolo... perché siamo uomini che calcolano, che fanno confronti, che rischiano di essere gelosi come bambini quando l'altro ha apparentemente più di me; che utilizzano questa superiorità numerica per misure tutto e sminuire chi ha meno. Noi crediamo nel Dio che parlo ad Abramo, suo amico, promettendo di moltiplicare la loro stirpe come le stelle del cielo, come la sabbia sulla spiaggia del mare. Perché non condividere quanto abbiamo per moltiplicare la gioia?

Data :15 Novembre 2020
Fare i conti con tempi lunghi

Fare i conti con tempi lunghi

Le diede così fastidio che gli parve perfino di avere un occhio livido, come se avesse ricevuto un pugno da un pugile. È il martello che batte sul chiodo o - meglio - la goccia che scava la roccia. Fatichiamo parecchio a fare i conti con tempi lunghi. Ci stiamo forse dimenticando che alcune cose che acquistano valore solo col tempo.

Data :14 Novembre 2020

Vorace normalità

Non siamo fatti per la regressione, per voltarci indietro. Eppure anche noi siamo così spesso tentati di rimpiangere i tempi passati; desiderosi - mai come in questo tempo - di ritrovare "normalità", senza che qualcuno sappia spiegare veramente cosa questa significhi. Ma siamo ancora così convinti che la vita ante-Covid fosse vita da rimpiangere? Non chiamiamo normalità il nostro esagerato modo di nutrirci. Non chiamiamo normalità la nostra incapacità di accorgerci di chi ha fame e sete. Non chiamiamo normalità la nostra scarsa propensione all'accoglienza. "Distrarsi" o "divertirsi" sembravano essere diventate le nostre inconsce parole d'ordine.

Data :13 Novembre 2020
Quando, dove e come? Attuale e discreto

Quando, dove e come? Attuale e discreto

Vivere di attese è proprio dell'uomo. E noi cresciamo i più piccoli facendoli attendere i giorni belli dei regali: il compleanno, una festa, i santi che portano i doni... Ma l'attesa a volte si raffredda. Si consuma. Svanisce e si vive in un presente che non ha più sapore. Si perdono l'orizzonte, la direzione e la traiettoria. Cosa siamo qui a fare? Tutto ciò che oggi ci spaventa maggiormente è come un segno da leggere, da decifrare non tanto in riferimento a Dio quanto all'uomo stesso e alla qualità stessa del nostro vivere. È un segno di questo nostro tempo. Ma il regno di Dio viene anche oggi e in modo discreto: sapremo riconoscerlo? Sapremo accoglierlo?

Data :12 Novembre 2020

Uno salvato su dieci sanati

C'è una cattiveria nell'aria e un egoismo che continua ad appestare il nostro vivere. Si formano come croste e pustole di ingratitudine sul corpo sociale. Mi pare perfino di scorgere una sostanziale incapacità a restituire un favore, una grazia che la Vita da qualche parte ci ha già fatto.  La fede cresce dentro come fiducia verso una Parola che suona come una promessa ancor prima di vederne gli esiti. Preoccupati giustamente di guarire, non intuiamo neppure che salvezza è altra cosa. Come staremo dunque al mondo, d'ora in avanti? Non siamo forse anche noi quelli che hanno mangiato e bevuto in Sua presenza?

Data :11 Novembre 2020

Avere, fare, essere…

La piccola parabola odierna inizia proprio così: facendoci mettere inizialmente nei panni di un signore per poi scoprirci, alla fine del discorso, di essere servi. Che sia proprio questa la parabola della nostra esistenza? Crescere pensando di essere per ciò che si possiede per poi scoprire che essere poveri servi è davvero un dono che libera da ogni affanno per le cose.

Data :10 Novembre 2020

Questo brano di Vangelo non fa male

È difficile per noi vedere una chiesa e riconoscere in essa solo una funzione pratica. La chiesa, il luogo di culto, rischia a volte di diventare più importante di ciò che essa custodisce. È un po' il solito discorso: quando il contenitore si fa più prezioso del contenuto; quando la cornice è più preziosa del quadro. Questo brano evangelico, dispiace doverlo dire a chi lo impugnerebbe con la stessa efferatezza per scagliarsi contro la chiesa, non è una frusta. Lo videro agitare una frusta fatta di cordicelle, ma stava sciogliendo. Sembrava colpire, ma stava liberando. Ribaltava tavoli, per apparecchiare una mensa all'uomo. E l'uomo neppure signore e padrone degli animali... ma una creatura in mezzo al creato.

Data :9 Novembre 2020
Sentinelle cercasi

Sentinelle cercasi

Guardare fuori, oltre la finestra mi pare davvero esercizio spirituale: nell'indefinito caos della notte, magari accompagnato da dense nebbie di stagione e di regione, attendere il levar del sole che chiama ad esistere ogni cosa. E poi l'uomo a dare il nome a ciò che esiste. Impariamo a guardare non solo ciò che non c'è concesso di fare, ma cogliamo l'occasione favorevole di fare qualcosa che stavamo letteralmente trascurando. E così mi piace pensare a quest'olio che prendiamo perché la nostra vita non si consumi e non si spenga scioccamente, senza sapore.

Data :8 Novembre 2020
Che affari fa il denaro?

Che affari fa il denaro?

Ancora oggi si stampano banconote dove si legge a chiare lettere "In God we trust", o si coniano monete con l'iscrizione "Dominus providebit". Il denaro è dunque l'incarnazione della benedizione dall'alto? Dirsi fortunati è l'adagio per descrivere una vita felice ma il vocabolo fortuna è utilizzato come sinonimo di ricchezza. Il più fortunato tra gli uomini oggi è soltanto colui che vince alla lotteria. Servire e amare sono verbi che Dio ha sempre rivendicato gelosamente per descrive il suo rapporto con gli uomini, ma il dio denaro...

Data :7 Novembre 2020
Uno scaltro amministratore di misericordia

Uno scaltro amministratore di misericordia

Se leggessimo il Vangelo incuranti della praticissima suddivisione in capitoli e versetti, ci accorgeremmo piuttosto che il discorso scorre meglio di quanto pensiamo. Una parabola in genere, si fa ascoltare, si fa seguire... ma di tanto in tanto provoca in noi alcune non-evidenze e sono proprio queste che ci spingono a metterci in questione. Veniamo al dunque: tutto era cominciato con l'accusa rivolta a Gesù per il fatto che mangiava con pubblicani e peccatori. A questi egli fa sconto ed offre gratuitamente tutta la misericordia di Dio che egli ha nelle mani da amministrare...

Data :6 Novembre 2020
Gioia in cielo come in terra

Gioia in cielo come in terra

Forse  - lo abbiamo capito a nostre spese - l'uomo senza Dio può anche vivere in qualche modo,  ma Dio senza l'uomo, non è certo il Dio di Gesù Cristo. Il Padre è in pensiero per i suoi figli! La ragione della festa - in terra e in cielo - è dichiarata esplicitamente da Gesù ed è legata a questi divini ritrovamenti. Improvvisamente, si apre la strada che porta fino al cielo, fino a conoscere il vero volto di Dio, suo Padre.

Data :5 Novembre 2020
Non siamo qui per fare numero (ovvero: della folla e dell’evangelica follia)

Non siamo qui per fare numero (ovvero: della folla e dell’evangelica follia)

Una torre non si costruisce in un giorno e nessuna guerra è mai durata così poco. Seguire Gesù non può durare il tempo di una manifestazione di piazza, di un raduno di folle. A volte mi prende il dubbio che siano ancora numerosi coloro che hanno quasi bisogno di sentirsi di Cristo guardandosi attorno - a vedere quanta gente! - piuttosto che guardando a Lui.  La tua presenza serve alla folla stessa per far dire che, quel giorno, era numerosa. Ma noi non siamo al mondo per fare numero. Quali dovranno essere allora gli esercizi quotidiani per temprare un po' all'esistenza questi agnelli di un gregge che non sa più dove andare? Una parola: rinuncia.

Data :4 Novembre 2020

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